Allestimento | Interni
Durante i lavori di recupero degli ambienti sottostanti al “Cortile di Michelozzo” sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici che hanno reso necessario rivedere concettualmente il progetto nella sua complessità oltre alle opportune revisioni dei progetti impiantistico e strutturale. Le linee guida condivise tra la committenza, le soprintendenze e i progettisti hanno previsto di recuperare e quindi musealizzare l’intero “quadrilatero” che corrisponde al cortile, compresa la cosiddetta “Rampa dei Muli” accesso privilegiato ai locali sotterranei. Grandi lastre in acciaio Corten coprono la zona degli scavi: la loro divisione, oltre a configurare un disegno che ricalca il rilievo e le annotazioni degli archeologi, lascia intravedere, come e dove rinvenuti, i ritrovamenti di maggior rilevanza a testimoniare e “raccontare se stessi”. La valorizzazione passa dall’esposizione ragionata dei reperti, indispensabilmente mediata da un apparato didattico/didascalico attento alle “percezioni sensoriali” dei visitatori. Concentrando le teche in un’area dedicata è stato possibile organizzare i reperti non solo per la loro datazione e/o luogo di provenienza ma anche in un confronto comparativo con i grandi temi: la casa, la cucina, l’architettura, ecc. Una volta fruito l’insieme dei reperti l’approfondimento delle informazioni è affidato a uno strumento multimediale con display touchscreen, “estensione fisica” delle vetrine ma distinto in un momento di sintesi del percorso espositivo
Committenza
Città Metropolitana di FirenzeIndirizzo
via Cavour 1, FirenzeProgetto dal
2017al
2019Realizzazione dal
2018al
2019Allestimento | Interni
Le linee guida condivise tra la committenza, le soprintendenze e i progettisti hanno previsto di recuperare e quindi musealizzare l’intero “quadrilatero” sottostante il Cortile di Michelozzo, compresa la cosiddetta “Rampa dei Muli”, accesso privilegiato ai locali sotterranei. Grandi lastre in acciaio Corten coprono la zona degli scavi: la loro divisione, oltre a configurare un disegno che ricalca il rilievo e le annotazioni degli archeologi, lascia intravedere i ritrovamenti di maggior rilevanza come e dove rinvenuti, a testimoniare e “raccontare se stessi”. La valorizzazione passa dalla “messa in esposizione” ragionata dei locali recuperati oltre che dei reperti rinvenuti sul posto, mediata da un indispensabile apparato didattico/didascalico attento alle “percezioni sensoriali” e al coinvolgimento dei visitatori, da “contaminare” con un progetto di istallazioni d’arte contemporanea permanenti site specific di Fabrizio Plessi, evocatrici del fuoco e dell’acqua, temi ricorrenti nel percorso. Concentrando le teche in un’area dedicata di nuova acquisizione, è stato possibile organizzare i reperti non solo per la loro datazione e/o luogo di provenienza ma anche in un confronto comparativo con i grandi temi: la casa, la cucina, l’architettura, ecc. Una volta fruito l’insieme dei reperti, l’approfondimento delle informazioni è affidato a uno strumento multimediale con display touchscreen, “estensione fisica” delle vetrine ma distinto in un momento di sintesi del percorso espositivo
Committenza
Città Metropolitana di FirenzeIndirizzo
Museo Palazzo Medici Riccardi, via Cavour 1, FirenzeProgetto dal
2017al
2019Realizzazione dal
2018al
2019Studi e liberi professionisti partecipanti al Premio.
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