OPPS architettura

Francesco Polci

Numero Trenta   


Opera Prima


Il progetto si concentra in un importante revisione degli interni con l’intento di qualificare e restituire all’abitazione spazi aperti per l’utilizzo conviviale e luoghi privati per esigenze familiari. Dove necessario si rimuove elementi murari incongrui enfatizzando ambienti unici distinti dalle fasce di servizio integrate nella progettazione con rivestimenti e dettagli su misura. Si privilegiano atmosfere differenti nella luminosità e nei colori ma legate da ricordi di finiture e disegno. L’accoglienza della casa avviene in un nucleo centrale costituito dalla sala giorno, luogo unico longitudinale composto da una successione eterogenea di fondali: libreria, studio, diaframma di disimpegno, armadiatura integrata, seduta in pietra e focolare, cassettiera, guardaroba. L’ingresso trasposto in asse si pone come inizio e fine di un concetto di arredo che si prospetta continuum vario nei diversi utilizzi ma uniforme-omogeneizzante nella sua composizione. Il legno di rovere della pavimentazione, che assorbe le ombre sfumandone i bordi, si ritrova nelle superfici degli arredi laccati di bianco o laminati di azzurro nebbia. L’innesto della scala è definito da tre gradini rivestiti in pietra serena spazzolata che continua come grande mensola di appoggio del camino. Il luogo del fuoco descrive un’atmosfera calda e colloquiale grazie ai rapporti tra seduta, illuminazione e poltrone.

Indirizzo

via Fantoni, Arezzo

Progetto dal

2017

al

2017

Realizzazione dal

2017

al

2017

Pescioni   


Allestimento | Interni


La sistemazione di un appartamento su due livelli –secondo e terzo piano– cerca di adattare l’esistente, frutto di continui rimaneggiamenti, alle nuove esigenze abitative. Caratteristica peculiare dello stato di fatto sono gli scarti, le imperfezioni i piccoli e continui cambi di quota che rappresentano sia un ostacolo da arginare che un’occasione per connotare le dinamiche della casa. Questo raumplan naturale generato delle sovrascritture del tempo si manifesta già dall’ingresso, che malgrado si trovi al secondo piano introduce a quattro gradini verso il basso ed alla zona di distribuzione principale, al centro della quale si posiziona la scala. Questa viene pensata come corpo che poggia su di un podio costruito ex novo. L’intervento si incastra all’interno dei dislivelli esistenti come grande meccanismo che attraverso un solo gradino uniforma i flussi del piano. La pavimentazione in corda dell’ingresso interrotta con il parquet, che a sua volta viene posato con diversa orditura in modo da denunciare il dislivello presente. La scala, costruita attraverso un telaio in legno di frassino e tamponata con fogli di paglia di Vienna tirati poggia su un grande podio impiallacciato in legno di rovere. Un elemento in graniglia evidenzia l’imbocco della rampa e si pone come soluzione di continuità tra un piano e l’altro. La camera padronale è il risultato di un’interpretazione radicale nel modo di vivere il tempo del riposo: non avere nient’altro che il letto sul quale dormire.

Indirizzo

via Pescioni, Arezzo

Progetto dal

2018

al

2018

Realizzazione dal

2018

al

2018

Progettisti

Studi e liberi professionisti partecipanti al Premio.

AGA architettura e gestione ambientale

Barbara Lami

AGA architettura e gestione am…
Cooperativa Civile stp soc. coop.

Alba Lamacchia

Cooperativa Civile stp soc. co…
Alessandro Bernardini Architetto

Alessandro Bernardini

Alessandro Bernardini Architet…
Area Progetti, UNA2 architetti associati, Neutrostudio, Laura Ceccarelli

Andrea Michelini

Area Progetti, UNA2 architetti…
MABS Studio

Antonio Marcon

MABS Studio
Studio b-arch

Alessandro Capellaro

Studio b-arch
Antonella Cacciato

Antonella Cacciato

Antonella Cacciato
AMDB Architetti

Alessandro Marcattilj

AMDB Architetti
Premio Architettura Toscana

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