Un cubo di cemento appoggiato su di una lama d’acqua ed un muro a secco, sospeso su un campo di ulivi e affacciato sulla pianura che vede Firenze all’orizzonte. Concrete Barn è un edificio destinato al tempo libero ed alla convivialità. È il fienile contemporaneo di una residenza tradizionale appoggiata sulle colline del Montalbano; costruito come un tubo di cemento, aperto sullo spettacolare paesaggio che lo fronteggia, il cui cannocchiale ottico è filtrato da una membrana costruita prendendo a prestito le trame di mezzane di laterizio che ombreggiano gli interni dei fienili tradizionali. Al suo interno spazi dedicati alla convivialità, al tempo libero ed alla contemplazione. Una cucina, un forno a legna, un tavolo, un piccolo servizio sono tutto quello che serve. Il paesaggio è parte dell’architettura, reso ancora più interessante dalla vibrazione imposta dalla trama di laterizio. All’esterno il volume del forno e del camino sono rivestiti della stessa pietra dei muri a secco della campagna circostante. Cemento, pietra e laterizio si completano nel segno d’acqua della piscina, scavata nella superficie netta dell’aia, rivolta verso le colline vicine ed il lontano orizzonte della pianura. Aia di pietra chiara e di legno grigio, ombreggiata da una pergola leggera e circondata da un giardino naturale e stagionale (landscape arch. Bellesi-Giuntoli). Acqua e cemento, mattone e pietra, superfici lisce soleggiate che dialogano con facciate ombrose e materiche.

Il progetto ha visto la realizzazione di un nuovo centro direzionale, in ampliamento dei locali della sede centrale della Banca Alta Toscana – Credito Cooperativo, con il fine di realizzare un polo di aggregazione a favore sia della stessa banca che della comunità di Quarrata (Pistoia). Al piano primo del nuovo edificio si trovano uffici (circa 750 mq) che si sviluppano sui fronti est – sud – ovest, ovvero sopra l’atrio d’ingresso ed il corpo servizi dell’auditorium, in corrispondenza del prospetto posteriore della Sede della banca, cui si collega con una passerella sospesa in acciaio e vetro, nonché sopra il deposito e l’archivio cartaceo. L’accesso avviene dal vano scale/ascensore e blocco servizi posto in posizione baricentrica, vano che si sviluppa poi – per permetterne l’accesso agli addetti alla manutenzione – fino alla copertura, ove sono collocati i vani tecnici – in parte coperti ed in parte a cielo aperto – e la schiera dei pannelli fotovoltaici. Al vano scala d’accesso principale si aggiungono altre due scale aperte, quali vie di esodo a norma di legge, in acciaio, collocate alle due estremità del piano primo. Il piano terra invece è destinato a funzioni per la collettività ed il sociale; vi troviamo infatti la grande aula/auditorium con capienza di 850 posti, per conferenze, assemblee, mostre, esposizioni temporanee e manifestazioni della Banca, mentre sul fronte della viabilità pubblica, si trovano altri spazi con funzioni collegabili all’attività sociale.

La proprietà si trova nel centro del paese e vi insistono la “chiesa vecchia”, un edificio di cui si hanno notizie già nel 1383 e la “chiesa nuova”, ultimata nei primi anni Settanta. Il rapporto tra i due edifici non è mai risultato armonico. I nuovi locali di ministero pastorale oggetto dell’intervento sorgono in aderenza e direttamente collegati alla chiesa nuova. L’intento del progetto è stato quello di generare aree esterne di cerniera, ricucendo le zone di relazione e creando un continuum tra chiesa vecchia, sagrato, ampliamento, chiesa nuova e giardino, in modo da imprimere valenza urbana e vitalità all’intero organismo, come fulcro socio-religioso e luogo di aggregazione. Davanti alla chiesa vecchia si apre ora una sorta di piazza, un nuovo nucleo. Un grande portale incornicia la vetrata che fronteggia e riflette l’antico portico; ampie aperture mettono i nuovi locali in diretto contatto con lo spazio a verde retrostante; si aprono interessanti scorci prospettici. Dal punto di vista compositivo, è stato reinterpretato il linguaggio architettonico della chiesa nuova: volumi netti, grandi falde in contropendenza, pareti inclinate, patii. Il rivestimento metallico esterno, la tipologia degli infissi, i materiali interni per esprimere leggerezza e semplicità. Contestualmente si è provveduto al recupero delle pareti della chiesa nuova, caratterizzate da importanti episodi di deterioramento, rivestendole con la medesima tecnologia dell’ampliamento, ma variandone cromia e orditura secondo il disegno preesistente.

La proprietà si trova nel centro del paese e vi insistono la “chiesa vecchia”, un edificio di cui si hanno notizie già nel 1383 e la “chiesa nuova”, ultimata nei primi anni Settanta. Il rapporto tra i due edifici non è mai risultato armonico. I nuovi locali di ministero pastorale oggetto dell’intervento sorgono in aderenza e direttamente collegati alla chiesa nuova. L’intento del progetto è stato quello di generare aree esterne di cerniera, ricucendo le zone di relazione e creando un continuum tra chiesa vecchia, sagrato, ampliamento, chiesa nuova e giardino, in modo da imprimere valenza urbana e vitalità all’intero organismo, come fulcro socio-religioso e luogo di aggregazione. Davanti alla chiesa vecchia si apre ora una sorta di piazza, un nuovo nucleo. Un grande portale incornicia la vetrata che fronteggia e riflette l’antico portico; ampie aperture mettono i nuovi locali in diretto contatto con lo spazio a verde retrostante; si aprono interessanti scorci prospettici. Dal punto di vista compositivo, è stato reinterpretato il linguaggio architettonico della chiesa nuova: volumi netti, grandi falde in contropendenza, pareti inclinate, patii. Il rivestimento metallico esterno, la tipologia degli infissi, i materiali interni per esprimere leggerezza e semplicità. Contestualmente si è provveduto al recupero delle pareti della chiesa nuova, caratterizzate da importanti episodi di deterioramento, rivestendole con la medesima tecnologia dell’ampliamento, ma variandone cromia e orditura secondo il disegno preesistente.

Premio Architettura Toscana

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