Cinerario comune. Tra le dotazioni previste al D.P.R. 10/11/1990, n. 285 e s.m. art. 80, comma 6 “ogni cimitero deve avere un cinerario comune per la raccolta e la conservazione in perpetuo e collettiva delle ceneri provenienti dalla cremazione delle salme (…).” Nonostante la norma l’adeguamento degli impianti non è stato prodotto un numero di installazioni sufficienti alla definizione di un espressione tipologica del cinerario. Si è ritenuto con l’A.C. di sviluppare e realizzare un progetto che ne definisse l’uso come spazio pubblico definito da alcuni elementi di riconoscibilità e gradevolezza e sopratutto fruibili. E quindi la generazione di una piccola piazza, uno spazio verde all’ombra dove ripararsi nei periodi più caldi, un pozzo dove idealmente restituire la vita ed un piccolo muro della memoria dove il nome dei propri cari possa mantenerne il ricordo. Il cinerario quindi può sfruttare, a differenza degli altri impianti mortuari, una condivisione dello spazio dei vivi nel ricordo dei morti.

Premio Architettura Toscana

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