I tre lotti numerati come A20, A21 e A22 fanno parte della lottizzazione chiamata Città Giardino, in particolare per la parte di residenze bifamiliari e trifamiliari. Si tratta di un intervento di ampliamento della zona residenziale di Terranuova Bracciolini, Arezzo. Il progetto si pone come obbiettivo l’integrazione con il paesaggio, il linguaggio architettonico composto da forme semplici, richiamano la forma “a capanna” e cerca di semplificare al massimo l’intervento, arrivando a realizzare tre volumi disposti seguendo l’andamento della collina e orientati verso il panorama. Le sue forme minimaliste si fondono armoniosamente con l’ambiente grazie all’uso di materiali e colori locali, la scala cromatica prende come riferimento i calanchi delle Balze che si trovano dietro la collina oggetto di intervento. Le ampie finestre in vetro permettono alla luce naturale di penetrare negli spazi interni, creando un legame diretto con il paesaggio esterno. I colori utilizzati richiamano le tonalità della terra, conferendo al progetto un senso di appartenenza al luogo. In questo modo, l’architettura si integra perfettamente con il contesto territoriale, creando un’esperienza unica e coinvolgente per chiunque la incontri.

I nuovi uffici di Città Giardino sono il punto di riferimento per la realizzazione di nuove residenze private e plurifamiliari nella lottizzazione di ampliamento della zona residenziale di Terranuova Bracciolini, Arezzo. Questo spazio è stato pensato come punto di incontro tra professionisti, imprese e acquirenti per una progettazione su misura e una direzione dei lavori efficace. Di fatto la sua posizione all’interno della lottizzazione è stata pensata per poter ridurre al minimo la distanza tra la teoria del progetto e la praticità della realizzazione in cantiere, un posto dove centralizzare l’informazione e gestire al meglio il lavoro. La struttura è realizzata in acciaio e rivestita con pannelli sandwich isolanti. Per la realizzazione degli interni sono stati utilizzati dei Pannelli a scaglie orientate OSB, un materiale generalmente ad uso cantieristico che in questo caso è stato utilizzato per pavimenti, pareti, rivestimenti, porte, arredi e tavoli.

L’edificazione di un nuovo polo industriale ha suggerito lo spunto per il restauro ambientale di un luogo contaminato da un insediamento industriale anni ’70 che provocò la lastricatura dell’intera estensione dell’area.Il progetto ripropone il declivio agricolo/boschivo perduto, fasciando con verde pensile e rampicanti lo zoccolo in primo piano contenente gli impianti tecnologici per un fronte di oltre 250 mt. Tale zoccolo, sagomato a gradoni, accoglie spalliere di vitis vinifera.L’edificio retrostante affiora così solo al piano superiore, aggettando verso l’Autosole con tre lame, immediatamente percepibili a chi percorre l’autostrada.La rinaturazione si estende anche verso la collina, dove il declivio franoso è consolidato da estese terre armate ricoperte da vegetazione boschiva autoctona.L’intervento non consuma ex novo alcuna porzione di suolo in quanto utilizza un appezzamento già manomesso.Entro l’edificio, coperture fasciate di verde; giardini pensili ritagliati tra i laboratori; patii e specchi d’acqua negli interstizi tra gli edifici, anche con funzione di riserva energetica; roof garden sugli uffici; shed con futuribile copertura di rampicanti. Affinchè la rinaturazione confermasse la specificità non solo dell’orografia, ma anche della vegetazione, si sono scelte essenze abituali nelle coltivazioni locali. Oltre a vitis vinifera e prati, anche citazioni dalla tradizione contadina come ficus carica, punica granatum, zizyphus sativa e filari di populus nigra italica

Demoliti i vecchi capannoni anni Settanta, si avvia la costruzione di un complesso industriale che vuole mitigare la volumetria necessaria e riproporre il declivio agricolo-boschivo perduto. Allineato al lotto, lo stretto corpo in calcestruzzo degli impianti si materializza come zoccolo a gradoni fasciato da pergolati di vite. Da qui aggettano tre lame, segnali immediati per chi percorre l’autostrada. In secondo piano, un parallelepipedo in prefabbricato pesante allineato al lotto, accoglie i magazzini. Sopra, al primo piano, padiglioni in carpenteria metallica ruotano di quarantacinque gradi per orientare a nord gli shed lunghi trentacinque metri definiti ai bordi da travi a cassone contenenti i cunicoli impianti. I triangoli ritagliati tra il piano terra e il primo, diventano giardini protetti. Ovunque, illuminazione diffusa e percezione dell’esterno. I tentacoli che collegano la collina al bordo autostradale reggono l’involucro degli shed ed appaiono le passerelle, percorsi di accesso e vie di fuga La mensa e gli uffici, blocchi indipendenti a struttura metallica, staccano dai magazzini grazie a sottili patii. Nella mensa per trecento posti, copertura con unico lucernario, sopra schermato da pergolato completamente fasciato da pergolati di vite. Negli uffici, tre piani aperti verso una hall centrale a tutt’altezza, fulcro dei percorsi, coperta anch’essa da un lucernario totale a pergolato. Da ogni postazione, vista a trecentosessanta gradi sui giardini, verso nord attraverso una vetrata totale, verso ovest attraverso una seconda pelle verdeggiante.

Premio Architettura Toscana

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