Un fortino nelle campagne senesi, un’architettura povera ma massiccia nata dalla vita e dalla tradizione contadina, che si presentava come il tipico insieme di elementi tipologici dell’edilizia rurale toscana. L’intervento di riorganizzazione evita ogni tentativo di ricreare il falso: ripulito l’involucro esterno in pietra e mattoni, vengono introdotti con decisione elementi brutalisti in cemento armato a vista, dalle geometrie semplici ma caratterizzanti, corredati da infissi ed elementi funzionali in acciaio corten. L’architettura contemporanea non si nasconde, ma dialoga con i materiali tipici della tradizione toscana: cotto, pietra e legno si alternano al vetro, alle bruniture dei metalli e alle finiture del cemento. La rilettura dei prospetti ha permesso l’aumento dell’interazione interno-esterno, secondo una continua connessione con il paesaggio. In adiacenza alla casa principale, l’ex annesso agricolo viene rivisitato con una struttura in cemento e vetro a creare una piccola piscina coperta, un calidarium, foderato in travertino, che apre lo sguardo sui vigneti circostanti. Un sentiero tra ulivi, piante aromatiche e graminacee, raggiunge l’agriturismo, dove tradizione costruttiva locale, cromie del territorio e paesaggio si fondono attraverso il calore degli intonaci, il riordino delle aperture vetrate dei prospetti e le pensiline in corten e legno che disegnano una geometria di ombre su luoghi di sosta pavimentati in cotto.

Premio Architettura Toscana

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