La volontà – per la realizzazione di uno studio medico – era quella di creare un ambiente accogliente e calmo, dalle linee pulite e semplici, che attraverso pochi gesti riuscisse a tenere insieme le necessitò di professionisti e pazienti. La struttura è caratterizzata da una forma pressoche regolare, con ampie aperture sull’esterno. I vincoli pogettuali erano alcune partizioni esistenti, un forte ribassamento del solaio di copertura nella zona di accesso e la necessità di poter accedere alla zona privata, che si sviluppa come un’appendice nell’angolo nord-est. Il programma funzionale (una sala d’aspetto, due ambulatori medici, un ambulatorio polivalente, un ufficio e due studi diagnostici) e la necessità di penombra per il corretto funzionamento degli studi diagnostici, hanno definito in maniera piuttosto automatico la nuova organizzazione spaziale. La sala di aspetto, di forma pressoché quadrata, fa da fulcro e da snodo per le diverse funzioni, distribuite sui suoi quattro lati. La diversa conformazione e il diverso uso di questi ambienti, hanno determinato una forte disuniformità dei quattro prospetti interni. Si è deciso quindi di insistere su questo elemento, cercando di dare identità e carattere ad ognuno di essi. Una linea orizzontale immaginaria – prolungamento del ribassamento della zona di accesso verso la sala d’attesa – li tiene insieme tutti e crea una cesura tra la parete bianca (che vi sta al di sopra) e tutto il resto (porte, armadi, boiserie), al di sotto

Edificio residenziale, certificato CasaClima A.

L’intervento riguarda la realizzazione della nuova sede della System Line, sita in una delle arterie stradali più importanti di Empoli. A seguito dell’acquisizione dei nuovi locali si è deciso di realizzare un unico ambiente nel quale sistemare sia la sede operativa sia quella amministrativa della società d’informatica. La consolidata esperienza dei proprietari, unita a precise esigenze affrontate nella precedente gestione, hanno imposto una serie di punti fermi quali: l’esigenza di avere una cassa dalla quale si potesse contemporaneamente controllare l’intero locale e gli ingressi ed una seconda zona di appoggio per il controllo delle macchine a seguito di riparazione. L’intero intervento presenta una connotazione propriamente industriale, anche nella scelta dei materiali: pavimentazione in gres porcellanato, impianti a vista e illuminazione con sistemi lineari a vista.

Casa Fru

Ristrutturazione di appartamento al piano terra, ampliamento e frazionamento di fabbricato esistente.

Un inedito percorso progettuale contraddistinto da forme eleganti, colori luminosi e oggettistica contemporanea. Lo spazio è stato completamente riconfigurato per ricavare una camera da letto, un bagno, una cabina armadio e una zona living caratterizzata da una cucina a scomparsa all’interno di una boiserie di legno che nasconde anche la porta d’ingresso. Tutti i dettagli architettonici mantengono un aspetto retrò, come le boiserie che corrono lungo le pareti del living e le porte bianche a riquadri simmetrici. Le linee pulite sono bilanciate dal pavimento in materiale marmoreo che ricorda la pavimentazione del Battistero di Firenze. Così in cucina al disegno decor del rivestimento è abbinato un arredo su misura, studiato per recuperare ogni centimetro, in legno laccato grigio, piano di lavoro in granito nero e acciaio a vista, dalle linee pulite e contemporanee. Nella zona notte, e stata creata una camera matrimoniale e una cabina armadio, oltre che ad un bagno completo di tutti i servizi. In questo contesto l’intento era quello di creare un look originale che è stato raggiunto con un mix eclettico di luci, arredi e complementi, ma anche con punte di colore che si ritrovano ovunque e impreziosiscono lo spazio.

Palazzo nero

L’opera è un edificio in linea, composto da 4 piani fuori terra, piano terreno ad uso direzionale p1/2/3 uso residenziale, 15 unità immobiliari. L’edificio è stato realizzato in sostituzione di un edificio preesistente ad uso commerciale, non più idoneo funzionalmente e strutturalmente al nuovo uso, con lo stesso ingombro planivolumetrico. L’edificio si caratterizza per un volume compatto e massivo ma, allo stesso tempo, dinamico. L’opera è rivestita con un “materiale povero”, il cappotto termico,utilizzato come materiale massivo, in maniera scultorea, creando campiture e volumi compatti. L’edificio è a due facce, progettate in base alla loro collocazione e funzione. Quella lungo la strada è compatta e chiusa, direzionale, per fare cortina con gli edifici adiacenti e come barriera contro i rumori. Il fronte interno è più aperto e articolato,residenziale, vivibile anche all’esterno attraverso grandi logge silenziose. La tecnologia costruttiva è: struttura antisismica travi e pilastri in C.A, tamponamento in Poroton, cappotto termico in polistirene con spessori da 10 a 20 cm e uso di strutture steel frame per le facciate, materiali a secco per i divisori interni e le contropareti in cartongesso a 2 lastre; insieme con l’eliminazione dei ponti termici, infissi in alluminio ad alte prestazioni ed un impianto di climatizzazione centralizzato per ottenere la classe energetica “A”. Finiture:pavimentazione interna in gres nero, esterna in cls a vista e ghiaia.

L’appartamento fa parte di un edificio degli anni ’60 completamente risanato dalle fondazioni alla copertura. Trattandosi dell’ultimo dei tre piani che compongono l’edificio, è stato scelto di abbattere parte del solaio che divideva l’appartamento dal sottotetto per creare un unico spazio aperto, collegando i piani con una scala in struttura d’acciaio e parapetto in vetro. Pur essendo un attico, non disponeva di nessuna terrazza, pertanto la scelta focale è stata apportare un’illuminazione diffusa in tutto lo spazio: quella naturale attraverso le due grandi vetrate prospicienti al soggiorno, attraverso l’apertura di lucernari in ogni camera, nella cucina e nella zona soppalco; quella artificiale invece è stata apportata attraverso l’installazione di velette illuminate con strip-led per enfatizzare il rivestimento a parete in bassorilievo dei bagni e della cucina. Inoltre, sopra le due grandi vetrate, sono stati inseriti dei faretti che proiettano la luce verso l’alto, quasi come un esterno, per sottolineare la verticalità del doppio volume. Seppur in stile contemporaneo, si è cercato di trovare un giusto equilibrio tra le linee regolari dello spazio, la matericità degli elementi (pietra naturale e legno) e lo stile classico della boiserie che divide la zona giorno dalla zona notte e nasconde al suo interno spazi guardaroba e la zona lavanderia. Il pavimento, in grès effetto cemento, si sviluppa su tutta la superficie calpestabile, con continuità tra tutti gli spazi.

L’appartamento fa parte di un edificio degli anni ’60 completamente risanato dalle fondazioni alla copertura. Trattandosi dell’ultimo dei tre piani che compongono l’edificio, è stato scelto di abbattere parte del solaio che divideva l’appartamento dal sottotetto per creare un unico spazio aperto, collegando i piani con una scala in struttura d’acciaio e parapetto in vetro. Pur essendo un attico, non disponeva di nessuna terrazza, pertanto la scelta focale è stata apportare un’illuminazione diffusa in tutto lo spazio: quella naturale attraverso le due grandi vetrate prospicienti al soggiorno, attraverso l’apertura di lucernari in ogni camera, nella cucina e nella zona soppalco; quella artificiale invece è stata apportata attraverso l’installazione di velette illuminate con strip-led per enfatizzare il rivestimento a parete in bassorilievo dei bagni e della cucina. Inoltre, sopra le due grandi vetrate, sono stati inseriti dei faretti che proiettano la luce verso l’alto, quasi come un esterno, per sottolineare la verticalità del doppio volume. Seppur in stile contemporaneo, si è cercato di trovare un giusto equilibrio tra le linee regolari dello spazio, la matericità degli elementi (pietra naturale e legno) e lo stile classico della boiserie che divide la zona giorno dalla zona notte e nasconde al suo interno spazi guardaroba e la zona lavanderia. Il pavimento, in grès effetto cemento, si sviluppa su tutta la superficie calpestabile, con continuità tra tutti gli spazi.

Palazzo nero

L’opera è un edificio in linea, composto da 4 piani fuori terra, piano terreno ad uso direzionale p1/2/3 uso residenziale, 15 unità immobiliari. L’edificio è stato realizzato in sostituzione di un edificio preesistente ad uso commerciale, non più idoneo funzionalmente e strutturalmente al nuovo uso, con lo stesso ingombro planivolumetrico. L’edificio si caratterizza per un volume compatto e massivo ma, allo stesso tempo, dinamico. L’opera è rivestita con un “materiale povero”, il cappotto termico,utilizzato come materiale massivo, in maniera scultorea, creando campiture e volumi compatti. L’edificio è a due facce, progettate in base alla loro collocazione e funzione. Quella lungo la strada è compatta e chiusa, direzionale, per fare cortina con gli edifici adiacenti e come barriera contro i rumori. Il fronte interno è più aperto e articolato,residenziale, vivibile anche all’esterno attraverso grandi logge silenziose. La tecnologia costruttiva è: struttura antisismica travi e pilastri in C.A, tamponamento in Poroton, cappotto termico in polistirene con spessori da 10 a 20 cm e uso di strutture steel frame per le facciate, materiali a secco per i divisori interni e le contropareti in cartongesso a 2 lastre; insieme con l’eliminazione dei ponti termici, infissi in alluminio ad alte prestazioni ed un impianto di climatizzazione centralizzato per ottenere la classe energetica “A”. Finiture:pavimentazione interna in gres nero, esterna in cls a vista e ghiaia.

Casa S+D

La casa monofamiliare sorge ad Empoli, in località Marcignana trenta chilometri ad ovest di Firenze; è stata costruita per sostituzione edilizia con stuttura portante in acciaio e pannelli in Xlam. L’idea insediativa attorno alla quale si è sviluppata la progettazione è l’integrazione con l’ambiente naturale e l’orientamento. Le viste sul paesaggio circostante sono state tenute in grande considerazione, in particolare le grandi aperture della sala sono rivolte ed incentrate sui tramonti particolarmente spettacolari che questa zona è capace di donare. I pilotis in acciaio che sostengono il volume del primo piano sono stati incrociati in maniera apparentemente casuale per ricordare le canne che ricoprono gli argini del torrente Elsa che corre a pochi metri di distanza, ma anche le sostruzioni realizzate dai contadini per sostenere le piante di pomodoro in estate. Ottantaquattro metri quadrati di spazio al primo piano, settantacinque metri quadrati al piano terra, settanta metri quadri di terrazze, cinquanta metri quadri di loggia. Tre camere, tre bagni, soggiorno, cucina, tinello e garage. Sessantacinque metri cubi di legno di abete, cinquantanove metri cubi di fibra di legno di legno, cinque tonnellate di acciaio e trenta metri cubi di calcestruzzo per le fondazioni.. Un albero di albicocche e un tramonto al giorno. Un sogno che diviene realtà.

Premio Architettura Toscana

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