Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

La cantina

Il progetto riesuma un vecchio granaio dell’antica Fegghine, costruito con materiali ancestrali provenienti dalle rive dell’Arno e dalle vecchie fornaci. Svariate sono le volte presenti nel susseguirsi di stante, così come le altezze delle pareti che le sorreggono. L’intervento svolge un ruolo determinante nella valorizzazione degli antichi spazi. La nuova pavimentazione non vuole avvicinarsi all’esistente, in segno di rispetto. Tutto è staccato per permettere all’illuminazione di svolgere un ruolo fondamentale nella resa percettiva della storicità materica.
Il moderno innesto che insegue la totalità delle stanze non vuole nascondersi, bensì mostrarsi, attraverso la sua lucentezza. La prima stanza è il risultato di un susseguirsi di necessità funzionali che hanno portato ad una totale asimmetria, delle superfici, delle pareti, dei soffitti, persino dell’accesso. In questo contatto ottico tra nuovo e antico, erompono quattro pietre porta botti, riesumate dagli stessi pavimenti preservati, dimostrazione delle innumerevoli funzioni succedute. Con la stessa delicatezza con la quale viene trattata la superficie muraria dell’intero spazio, l’espositore avvicina alle pareti illuminate le 964 bottiglie di vino, che seguono con una forma sinuosa e regolare gli archi creati dalla copertura. Centinaia di specchi riflettono la bellezza del pavimento originario, vagheggiando l’antico pozzo presente nella stanza adiacente. La bellezza è ciò che ha a che fare con la forma.

Premio Architettura Toscana

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