Restauro | Recupero
Il progetto riesuma un vecchio granaio dell’antica Fegghine, costruito con materiali ancestrali provenienti dalle rive dell'Arno e dalle vecchie fornaci. Svariate sono le volte presenti nel susseguirsi di stante, così come le altezze delle pareti che le sorreggono. L’intervento svolge un ruolo determinante nella valorizzazione degli antichi spazi. La nuova pavimentazione non vuole avvicinarsi all’esistente, in segno di rispetto. Tutto è staccato per permettere all’illuminazione di svolgere un ruolo fondamentale nella resa percettiva della storicità materica. Il moderno innesto che insegue la totalità delle stanze non vuole nascondersi, bensì mostrarsi, attraverso la sua lucentezza. La prima stanza è il risultato di un susseguirsi di necessità funzionali che hanno portato ad una totale asimmetria, delle superfici, delle pareti, dei soffitti, persino dell’accesso. In questo contatto ottico tra nuovo e antico, erompono quattro pietre porta botti, riesumate dagli stessi pavimenti preservati, dimostrazione delle innumerevoli funzioni succedute. Con la stessa delicatezza con la quale viene trattata la superficie muraria dell’intero spazio, l’espositore avvicina alle pareti illuminate le 964 bottiglie di vino, che seguono con una forma sinuosa e regolare gli archi creati dalla copertura. Centinaia di specchi riflettono la bellezza del pavimento originario, vagheggiando l’antico pozzo presente nella stanza adiacente. La bellezza è ciò che ha a che fare con la forma.
Indirizzo
piazza Marsilio Ficino 64a, Figline e Incisa Valdarno, FirenzeProgetto dal
2018al
2019Realizzazione dal
2019al
2021Allestimento | Interni
L'idea: un involucro contemporaneo che potesse contenere oggetti datati. Un gioiello nel centro di Firenze che doveva essere giovane e dinamico, ma allo stesso tempo anche elegante e rispettoso nei confronti del passato. Il contrasto è più importante dell'armonia. Forme, colori e materiali sono in contrasto e mai in conflitto. “Un interno è come un orchestra sinfonica, ogni oggetto ha un ruolo preciso e molto importante, anche il più piccolo, tutto deve essere in prefetto equilibrio.” Il grigio assume il ruolo del bianco, ma più presente e porta una compattezza e un unità nella stanza di cui approfittano tutti i complementi”, mentre i toni intensi e saturati danno agli elementi anche un significato architettonico. I colori giocano un ruolo decisivo in questo progetto, le tende di velluto rosso rendono gli ambienti scenografici, come in un teatro, per dare ai mobili un palcoscenico, mentre le stoffe e i tappeti sono gli elementi che coniughino l'architettura e gli ambienti. La carta da parati e il murale alle pareti hanno una tematica, la foresta, che ha un rapporto diretto con il background del proprietario, gli alberi sono i presupposti di tutta la produzione di cui sono la personificazione. Anche molti elementi d'arredo nell'appartamento sono parte di questo omaggio alle origini del proprietario.
Indirizzo
via della Colonna, FirenzeProgetto dal
2018al
2019Realizzazione dal
2018al
2020Opera Prima
Ogni progetto è caratterizzato da una molteplicità di progetti. Questo è il principio con il quale Villa Parapei è stata ideata internamente. La distribuzione del progetto architettonico è finalizzata alla scoperta di innumerevoli e consecutive vedute sulle colline del Valdarno aretino, rese possibili grazie alle grandi pareti vetrate. Considerando il contesto come un comune denominatore, il progetto d’interni cerca di attribuire ad ogni stanza, e quindi ad ogni vista, un carattere proprio con una ricerca emotiva profondamente affondata nell’esperienza quotidiana degli ambienti. Instaurare una connessione con la natura, cercando, possibilmente, di essere abbracciati da essa, dal movimento degli alberi e dal suo colore tipico, il verde, presente fortemente nella camera da letto. Il riflesso creato dalla luce, muove i toni passando fino al blu della cabina armadio per poi colpire il marmo verde alpi del bagno. Scendendo al piano terra la luce irrompe nell’area living incontrando le sfere galleggianti del lampadario, cristalli, metalli e legni che rendono ogni stanza una connessione diversa con l’esterno. Nel seminterrato il collegamento è inverso, dovuto all’assenza di luce. In questi ambienti bui il caldo sapore del legno dilaga su ogni forma, definendo precisamente lo spazio in ogni piccolo dettaglio, dalla zona fitness fino scandire il ritmo delle bottiglie di vino della cantina. Infine, il colpo di luce dato dal rame nella zona bar, il cuore pulsante del progetto che splende.
Indirizzo
via di Caspri, Castelfranco Piandiscò, ArezzoProgetto dal
2018al
2021Realizzazione dal
2018al
2021Studi e liberi professionisti partecipanti al Premio.
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