L’intervento consiste nella ricostruzione dell’antico “Palazzo sulla Fonte” parzialmente distrutto durante il bombardamento della città nel 1943. Il palazzo costituisce l’angolo di un isolato nel cuore del centro storico dirimpetto all’antica pieve di S.Maria. Il progetto, rappresenta un tema estremamente delicato sia dal punto di vista architettonico che civile. Al “ripristino architettonico”, che tra l’altro richiedeva particolari soluzioni strutturali antisismiche, si accompagnava infatti la “ricomposizione urbanistica” con la ricostruzione delle cortine edilizie dell’isolato e la loro ricomposizione volumetrica al fine di ricostituire l’ambiente urbano con i suoi scorci e le sue caratteristiche. L’intervento doveva anche mirare ad un recupero della valenza storico-culturale del luogo a fronte del degrado fisico, considerato, col tempo, quasi una preesistenza “neo-archeologica” a cui gli aretini si erano abituati. Così l’aspetto “non finito” delle facciate, sottolineato dall’uso materico del mattone scialbato, rimarca la contemporaneità dell’intervento, evita il rischio di un “falso storico” del “dove era e come era” e ricorda quei drammatici eventi pur armonizzandosi con l’ambiente circostante. La sua destinazione finale, poi, ad ampliamento della “Casa-Muse Bruschi” accresce il significato simbolico di centro dell’antiquariato aretino: da ciò l’inserimento in facciata di alcune riproduzioni di reperti archeologici per evidenziarne la nuova funzione.

Casa TLI è un’unità abitativa di piccole dimensioni che fa parte di un blocco di appartamenti risalente ai primi anni settanta del secolo scorso e di conseguenza, l’involucro non avrebbe potuto essere modificato. Lo sforzo maggiore dunque è stato dedicato alla creazione di spazi dinamici all’interno di un contenitore rigido che potessero soddisfare le esigenze di un gruppo familiare di quattro persone stimolando nel contempo, uno stile di vita improntato alla libertà e alla naturalezza d’uso degli ambienti. In altre parole, la volontà di creare uno spazio domestico creativo, a dispetto anche delle dimensioni molto limitate, ha indotto ad evitare quanto più possibile le partizioni cieche che ne avrebbero ridotto il “respiro”; la necessaria definizione funzionale, è stata ottenuta articolando le superfici orizzontali le cui forme scultoree sono enfatizzate da tagli ed asole illuminate da strisce di luce che creano scenari diversi. Gli spazi di connessione e l’ampio soggiorno sono stati trattati in modo da renderli il più possibile multifunzionali con aree specializzate contenute e ampie porte scorrevoli che, a seconda delle necessità, funzionano come pareti divisorie a scomparsa modificando sensibilmente l’ambiente.

VILLA N è un’unità abitativa monofamiliare organizzata intorno ad una corte centrale; la trasparenza totale delle pareti di due dei tre piani che vi si affacciano, consente una reciprocità complessa ed una ricchezza di relazioni tra i vari ambienti diurni, con assi visivi obliqui e spazi passanti molto profondi. Una notevole permeabilità visiva che mette in contatto diretto il living, l’ingresso principale e la zona cucina-pranzo tra sé e con l’esterno in un tutt’uno, privo di destinazioni funzionali troppo rigide; questa attitudine “introversa” della casa garantisce la necessaria protezione dal tessuto urbano circostante, vicinissimo e di bassissima qualità architettonica. La zona notte al primo piano è formata da ambienti intimi ma ugualmente luminosi, connotati dalla loro sensibilità per le variazioni della luce naturale, ottenuta con asole lineari ritagliate nella copertura che li mettono in contatto diretto con il cielo. In generale, il linguaggio espressivo dell’opera è stato condizionato dalla decisa predilezione della committenza per il nitore dei materiali ma soprattutto, per gli angoli retti e le superfici lisce e planari, che ha spinto gli architetti a cercare di superarne la staticità implicita, disarticolando e frammentando strategicamente le masse. Le soluzioni energetiche di carattere puramente tecnologico sono state ridotte al minimo possibile a vantaggio di sistemi “low tech” che controllano il microclima interno in maniera passiva.

La prima casa in Toscana ad ottenere la certificazione Energy Pass “Superior – e – ClimAbita”, un edificio residenziale isolato che sostituisce il volume pre-esistente. La bellezza è anche sostenibile!L’edificio ha una struttura portante in legno, con pareti esterne a telaio, coibentazione interna in canapa e cappotto esterno in sughero, mentre sulla copertura piana l’inserimento di un tetto verde consente un grande miglioramento del comportamento estivo dell’edificio, per un involucro dalle elevatissime performance. Le pareti della “torretta”, rivestita in lastre di zinco-titanio, hanno facciata e copertura ventilata. La tonalità delle lastre di rivestimento evoca il calore del legno, esprimono al tempo stesso un carattere contemporaneo, che si integra armoniosamente con l’altro materiale che caratterizza i rivestimenti esterni, la pietra locale recuperata. I materiali naturali impiegati sono legno, sughero e canapa, tutti materiali totalmente ecologici, che garantiscono una buona traspirabilità e che non contengono additivi chimici, per un ambiente interno che risulta salubre e con un confort abitativo elevato. Per quanto riguarda l’impiantistica, il riscaldamento a pavimento è alimentato da pompa di calore integrata ad un impianto fotovoltaico, sono installati dei pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria. L’edificio è dotato di un impianto meccanizzato di ricambio dell’aria, così da garantire costantemente condizioni igrotermiche ottimali.

Premio Architettura Toscana

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