Un intervento contenuto, se opportunamente ideato, ha il potere di innescare meccanismi dalle ricadute ben più ampie, capaci di risvegliare l’interesse e la curiosità degli individui e potenziare la comprensione di un determinato contesto. L’installazione in località Arginvecchio consiste nella creazione di un padiglione espositivo temporaneo, un elemento effimero nato da un’urgenza creativa in grado di stimolare una riflessione sul ruolo poetico e fondativo dell’architettura. È questo un recinto che, come uno scrigno, ospita al suo interno un piccolo annesso rurale abbandonato, testimonianza, nella sua semplicità, dell’autenticità e del valore archetipo dell’edilizia minore. Il padiglione, fatto di teli traslucidi composti su uno scheletro ligneo, reinterpretazione di materiali locali, crea uno spazio interno, un luogo neutrale di giudizio il cui unico accesso guida alla scoperta di un nuovo microcosmo. Questo luogo si contrappone a quello esterno che spesso presenta corpi estranei al paesaggio agricolo tradizionale. Alla mancanza di una forte teoria architettonica del contesto, dove si è persa la conoscenza delle tecniche edilizie legate al territorio, il progetto risponde con un’architettura essenziale fatta di elementi e materiali semplici composti in modo espressivo. Partendo da un oggetto dimenticato, il padiglione sottolinea il rudere e ne amplifica il valore permettendo a questo di imprimersi nella memoria del visitatore.

Posto su un piccolo altopiano boscoso, dal centro si inerpica una strada carrabile che serve il borgo di Nebbiano e prosegue fino a perdersi nel bosco. Un lavoro low cost che si confronta con il concetto di confine di proprietà. Fuori da ogni luogo comune, i confini di proprietà strutturano l’intero progetto di spazio pubblico urbano: i suoi limiti, i diritti di passo, la privacy. Dal primo sopralluogo ci è apparsa l’urgenza della cittadinanza alla realizzazione di questa opera e allo stesso tempo il paesaggio boscoso e agricolo sono apparsi nella loro selvaggia espressione. Il legno con il suo fogliame e la terra sono gli elementi cardine di questo paesaggio. Abbiamo pensato all’arte povera di Jannis Kounellis, come essa sia capace di suscitare un forte impatto emotivo con i suoi assi di legno, le lamiere, le putrelle …. Abbiamo pensato di impiegare un materiale povero e di riciclo come le traversine ferroviarie per strutturare i bordi del parcheggio in un disegno dove la ripetitività del segno metta in primo piano la materia dell’oggetto. Inoltre, un percorso retrostante pavimentato con ciottoli di ghiaia sciolta lo separa dalla proprietà privata. Aiuole piantumate con Cornus alba segnano visivamente l’ingresso al parcheggio. Ci siamo mossi ai margini dell’urbanismo tattico nel disegno pavimentale: linee parallele segnano il diritto di passo e le aree di parcheggio e la strada vicinale di ingresso che diviene anche segnale visivo per l’automobilista.

Parcheggio pubblico

Il piccolo parcheggio che la cittadinanza aveva chiesto da molto tempo all’Amministrazione doveva coniugare le esigenze funzionali con l’inserimento nel paesaggio agricolo di Nebbiano. Le poche case raggruppate a formare il borgo sono densamente popolate tutto l’anno da una popolazione eterogenea. Posto su un piccolo altopiano boscoso, dal centro si inerpica una strada carrabile che serve il borgo e prosegue fino a perdersi nel bosco. Un lavoro low cost che si confronta con il concetto di confine di proprietà. Fuori da ogni luogo comune, i confini di proprietà strutturano l’intero progetto di spazio pubblico urbano: i suoi limiti, i diritti di passo, la privacy. Il legno con il suo fogliame e la terra sono gli elementi cardine di questo paesaggio. Pensando all’arte povera di Jannis Kounellis, e come essa sia capace di suscitare un forte impatto emotivo con i suoi assi di legno, le lamiere, le putrelle …. L’uso di un materiale povero e di riciclo come le traversine ferroviarie che definiscono i bordi del parcheggio in un disegno dove la ripetitività del segno mette in primo piano la materia dell’oggetto. Inoltre, un percorso retrostante pavimentato con ghiaia sciolta lo separa dalla proprietà privata. Aiuole piantumate con cornus alba segnano visivamente l’ingresso al parcheggio. Ci siamo mossi ai margini dell’urbanismo tattico nel disegno pavimentale. Un parcheggio funzionale e al contempo piazza dove ritrovarsi.

Rinnovamento di un appartamento sul lungomare di Lido di Camaiore in Versilia. Un ambiente unico adibito a soggiorno, studio, pranzo e cucina si affaccia sul mare, da questo si può accedere alla camera da letto e ai servizi, un deposito accessibile dal pianerottolo completa l’appartamento. Da ogni ambiente è possibile traguardare il Mar Tirreno. La spiaggia è entrata in casa. Le onde hanno scavato lo spazio e depositato legni chiari portati da lontano. Venti sabbiosi invernali hanno lasciato traccia del loro passaggio sulle facce di due blocchi di pietra, bianchi del marmo delle vicine Alpi Apuane.

Rinnovamento di un appartamento sul lungomare di Lido di Camaiore in Versilia. Un ambiente unico adibito a soggiorno, studio, pranzo e cucina si affaccia sul mare, da questo si può accedere alla camera da letto e ai servizi, un deposito accessibile dal pianerottolo completa l’appartamento. Da ogni ambiente è possibile traguardare il Mar Tirreno. La spiaggia è entrata in casa. Le onde hanno scavato lo spazio e depositato legni chiari portati da lontano. Venti sabbiosi invernali hanno lasciato traccia del loro passaggio sulle facce di due blocchi di pietra, bianchi del marmo delle vicine Alpi Apuane.

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