Il Casale “Bovalico” è situato a sud-est di Castelfalfi; nel cuore della Toscana, aperto su una meravigliosa vallata. L’edificio di 680 mq, circondato da 4.300 mq di verde privato è posto all’interno del golf e si sviluppa su tre piani ed una porzione minore ad un piano ammezzato. Trovato abbandonato ed in stato di avanzato degrado, con solai pericolanti o tetto quasi inesistenti e ampie porzioni di muratura crollate è stato completamente demolito. La nuova costruzione è stata realizzata con muratura portante in laterizio “poroton” rivestita esternamente con muratura in pietrame faccia vista, rispettando i requisiti antisismici e quelli di efficienza energetica. Il casale è stata realizzato nel rispetto dell’ambiente e della tradizione storica della Toscana, in armonia con le proporzioni, i materiali (cotto, pietra e legno) ed i cromatismi dell’antico complesso pur rinnovandolo con una loggia e una terrazza panoramica verso il Castello. Il tetto ed i solai sono stati realizzati con struttura a vista consistente in travi e correnti in legno e scempiato in mezzane di cotto. Il Casale è stato suddiviso in quattro unità immobiliari, la cui estensione varia dai 90 ai 150 mq. Ciascun appartamento ha un accesso ed un giardino privato, ognuno dispone di una cantina privata con proprio locale tecnico e di posto auto esterno coperto da pergola. La piscina condominiale, ampia e perfettamente attrezzata, è circondata da alberi da frutto ed essenze tipiche locali.

L’intervento generale di riordino dell’impianto sportivo pubblico ASSI GIGLIO ROSSO di Firenze è stato attuato per fasi successive che si sono concluse nel marzo 2013. Atto finale dell’intervento generale è la cosiddetta “Nuova Sede” della Soc.tà Sportiva ASSI. Il manufatto si inserisce nel delicato contesto ambientale con scelte planimetriche e altimetriche che richiamano allineamenti ed assi delle preesistenze. Il coraggio formale di alcune soluzioni intende esaltare la dinamicità ed il movimento pur rimanendo ancorato a una composizione geometrica semplice e a una formalità legata alla piu’ recente tradizione architettonica fiorentina. I nuovi materiali usati non contrastano con lo specialissimo ambiente definibile come vero e proprio “parco sportivo”. L’accesso all’edificio avviene da valle, attraverso gli storici ingressi lungo il viale Michelangelo e dal piano pista. Il primo livello comprende oltre un locale ufficio-reception, una palestra ed i relativi spogliatoi. Il secondo livello, posto a quota di poco superiore al piano della pista di atletica, è occupato dagli uffici della società sportiva e dai locali necessari all’organizzazione e la gestione dell’attività agonistica. Sono state utilizzate soluzioni impiantistiche volte al contenimento dei consumi ed all’efficienza energetica del fabbricato attraverso un impianto geotermico e solare, con riduzione annuale di CO2 stimabile in 7,25 ton. Tutto il fabbricato è accessibile ai DA.

Maremma House

L’edificio è posto su un poggio circondato da olivi e vigneti nelle vicinanze di Pereta, nella Maremma toscana. Lo sviluppo lineare della casa si associa alla dominante orizzontalità del paesaggio e alla fluida sinuosità delle colline che degradano verso il mare. La distribuzione su tre piani suggerisce una metaforica stratificazione di significati. Lo strato inferiore con le camere e i servizi tecnici presenta una facciata rivolta a oriente e rivestita da ricorsi in blocchi di tufo provenienti da cave presenti sul territorio. Questo livello costituisce la base radicata nel terreno dell’edificio rifacendosi alle centenarie tradizioni costruttive della Maremma incentrate sull’uso del tufo. Al piano intermedio il salone e la cucina si aprono su una loggia adiacente la piscina. Le facciate in intonaco bianco e la predominanza della massa muraria sui vuoti delle aperture si ispirano alla tipica architettura mediterranea. Dalla loggia una scala in metallo conduce alla terrazza superiore e alla camera padronale, a sua volta collegata alla sala con una scala interna. Il rivestimento in legno del terzo livello evoca un’architettura di tipo nautico, tale da dare all’edificio, per analogia, la forma di una nave interrata. Scale, balaustre, travature e solai esterni sono in acciaio zincato. Per contrasto gli elementi in metallo utilizzati all’interno, quali lampade, battiscopa e radiatori per riscaldamento disegnati su misura, sono in ottone o rame.

Residenze urbane

L’intervento ha previsto la realizzazione di 8 villini trifamiliari isolati, situati lungo il crinale affacciato su una vallata di una zona a sud-est di Siena di particolare rilievo sia paesaggistico che storico, in prossimità delle mura, vicino ad una porta d’accesso alla città, Porta Pispini. La conformazione della città storica e delle appendici di più recente edificazione, è legata sicuramente alle caratteristiche territoriali; i tre crinali su cui si adagia Siena hanno determinato uno sviluppo urbanistico, in cui ampie zone verdi si insinuano con estrema armonia nel tessuto edificato. Questa particolarità si riscontra sia all’interno delle mura che all’esterno, dove l’edificazione si è concentrata lungo le strade principali d’ ingresso alle porte, quindi lungo i crinali, nel tentativo di tutelare sempre le vallate verdi che si sviluppano tra un crinale e l’altro e che creano un legame indissolubile tra città e campagna. Nell’intento di contenere il terreno, di “ridisegnare” questa parte di territorio senese, all’interno dei lotti, le diverse zone pavimentate ed a verde, hanno modificato l’area con una serie di scatti di quota trattati anch’essi a verde; l’effetto d’insieme è uno spazio dove zone verdi e costruite si fondono piacevolmente . Gli 8 edifici pur presentando differenze planivolumetriche generate dall’andamento altimetrico del terreno, mantengono un’uniformità di linguaggio architettonico evidenziato dalle finestre a nastro e dai bowindows di valle.

Il fabbricato posto a Pisa in via Gioberti 39 è un edificio con pianta irregolare, di due piani fuori terra ed un piano interrato, destinato a biblioteca, uffici ed altri spazi polivalenti con un ampio giardino esterno ed una Piazza pubblica antistante. L’edificio è caratterizzato da un involucro trasparente articolato intorno ai due blocchi scala e servizi. La trasparenza delle pareti vetrate è stata concepita nel rispetto del grande valore delle mura urbane poste dietro l’edificio e che così possono essere viste dalla via pubblica. La struttura è di tipo reticolare a ponte con funzione di sostegno dell’involucro trasparente che rende possibile una flessibilità totale dello spazio. La zona centrale dell’atrio al piano terra risulta libera da pilastri in quanto gli orizzontamenti sono sostenuti da tre travate reticolari tipo Warren di altezza pari all’interpiano tra piano primo e copertura. Gli elementi rigidi sono costituiti dai due corpi scala in c.a. La parete vetrata esterna è ancorata attraverso montanti ai solai. Il volume dell’auditorium al piano primo è l’elemento che concilia massa e leggerezza di forma a parallelepipedo appeso e rivestito in legno. Questa “scatola volante” può essere osservata dalla sala polifunzionale posta al piano terra. Il piano seminterrato assume la valenza di piastra distributiva di servizi, canalizzazioni e reti tecniche che attraverso i cavedi dipartono da questo livello rendendo facilmente manutenibile e gestibile l’intero complesso.

Si trattava di intervenire con attenzione sovrapponendo segni nuovi a quelli esistenti, frutto di una pratica agricola e architettonica basata sul rispetto del paesaggio. L’impianto generale si affida ad una serie di muri di sostegno rivestiti in pietra, che rendono il profilo del terreno più razionale e adatto ad accogliere i volumi compatti delle abitazioni. Tre blocchi stereometrici si appoggiano, o meglio si intersecano con i muri di sostegno, e affondano le ‘radici’ nel terreno, assumendo la tettonica quale valore fondante del progetto. Il rapporto tra geometria e materia, che accompagna tutta la storia dell’architettura di questa regione, finisce qui, per assumere il ruolo di paradigma. I prospetti hanno poche aperture, di forma e dimensione variabile, disposte secondo un’apparente casualità che rimanda al disegno spontaneo dell’architettura rurale esistente. Il rivestimento in lastre di travertino a ricorsi variabili esalta il principio di sedimentazione e stratificazione litica. Un piccolo scavo, sottrazione materica, realizza in ogni abitazione una piccola corte centrale attorno alla quale si struttura in orizzontale e in verticale lo spazio della casa. La narrazione del progetto propone quale atto conclusivo la negazione consapevole della consueta copertura a falde, qui sostituita da una terrazza belvedere, segnando un tratto di discontinuità con la pratica costruttiva e compositiva tradizionale: essa è luogo privilegiato da cui tornare ad osservare il paesaggio.

Il nuovo complesso si colloca sul fondovalle del fiume Pesa che solca il paesaggio collinare. È articolato in due parti: il capannone e il fabbricato uffici e servizi. Il capannone dei reparti produttivi (un rettangolo di 300×100 metri) è parzialmente incassato nel pendio e ha la copertura metallica color ocra, ritmata dagli shed. Le facciate del capannone, percorse da una striscia finestrata, sono marrone scuro. Tre torri, realizzate con elementi prefabbricati, sporgono dalla lunga facciata verso valle e contengono gli impianti tecnici dell’area produttiva. I colori ocra (del tetto) e marrone (delle facciate) riprendono quelli della terra dei campi circostanti. Il fabbricato uffici e servizi è collocato sulla testata nord del capannone, è di tre piani fuori oltre a un piano interrato per i locali tecnici e gli spogliatoi. Il fabbricato è caratterizzato dalla facciata vetrata curvilinea con un andamento sinuoso che varia ai diversi piani. La facciata è segnata dai nastri in alluminio naturale del marcapiano. Il nastro, in corrispondenza del primo piano, aggetta dalla facciata a formare una gronda curvilinea che segnala l’ingresso e l’innesto del volume murario sporgente della mensa (dove si riprende il colore marrone scuro delle pareti del capannone).

Alloggi ERP

I 22 alloggi, facenti parte del 3° programma comunale P.E.E.P., si trovano in località Tavola nella parte sud-ovest del Comune di Prato, territorio ancora caratterizzato da ampie aree coltivate. Gli alloggi, distribuiti su due edifici, completano un lotto già parzialmente edificato, dove, ad un “muro argine” pubblico, sono affiancate a pettine varie stecche di abitazione per un totale di 72 unità. In questa logica di completamento i due edifici ricavano al centro un’area di verde pubblico a servizio di tutto l’insediamento. Il piano terra a pilotis è dovuto al rischio idraulico rappresentato dal vicino fiume Ombrone, ed ha ricreato un fronte strada al piano primo dove, diramando dal “muro argine”, sulla stecca più lunga (A) vengono disposti 16 alloggi duplex da 70 mq e sulla più piccola (B) 6 simplex da 45 mq. I fronti degli edifici sono in muratura a facciavista eseguita con mattone comune tinteggiato di bianco, compresi i frangisole delle logge di ciascun appartamento. Fanno eccezione i fronti arretrati lungo i ballatoi e i fronti interni alle logge, più protetti e interpretati quali elementi dotati di una maggiore domesticità e per questo intonacati e colorati. Marcapiani, elementi strutturali, vano ascensore e scale esterne sono in c.a. a facciavista, gradini e piani di calpestio delle scale in lamiera zincata antisdrucciolo. Il manto di copertura, a compluvio interno, è anch’esso in lamiera metallica.

Il Forum Bertarelli è il frutto di un percorso partecipativo nel quale progettista e committente si scoprono legati dall’impegno comune nella promozione e riqualificazione del Sasso di Maremma. La proposta di Milesi di sostituire, con un teatro della stessa volumetria e budget, un piano di lottizzazione residenziale viene recepita coraggiosamente dalla famiglia Bertarelli, nonostante il progetto già presentato e oneri pagati. Il Forum trova le sue radici da un approfondito studio delle modalità insediative e instaura con il luogo un rapporto di reciproca valorizzazione. La sala concerti per 300 persone presenta una forma organica perfettamente conchiusa, misurata da proporzioni auree concepite per un’acustica non amplificata meccanicamente. Da lontano come da vicino il Forum non si percepisce come un fabbricato, poiché privo di aperture; le sue superfici scabre in cemento color terra ricordano un tumulo, fortificato dall’ondulata lastra di ferro ossidato che parzialmente lo avvolge. Risalendo la collina e attraversando un uliveto, guidati dalla parete di ferro che asseconda il volume della sala, si entra nel foyer: uno spazio smaterializzato e invaso dalla luce, dal quale torna a essere visibile attraverso una parete vetrata il paesaggio esterno. La sala musica, che si abbraccia con un unico sguardo dall’alto, mostra la superficie unica del tamburo su cui appoggia la copertura, ali incurvate che abbracciano lateralmente le gradinate e celano i collegamenti dei vari livelli.

Il nuovo impianto di produzione di energia elettrica da biomasse lignee operante in assetto cogenerativo è previsto nel programma di recupero della Tenuta di Castelfalfi; la sua collocazione prossima all’edificio dell’azienda agricola suggerisce un approccio paesaggistico, fortemente richiesto dall’amministrazione di Montaione per l’intero piano attuativo. L’impianto produce il caldo e il freddo che attraverso una rete si distribuiscono alle abitazioni e alle strutture ricettive. Il progetto del nuovo impianto insieme alla riorganizzazione e rinnovamento dell’azienda agricola esistente, segue due fondamentali principi guida: la suddivisione dei flussi di transito tra addetti/visitatori/mezzi, insieme all’uso di schermi visivi vegetali, per conservare l’identità agricola rispetto alla nuova realtà; particolare attenzione alle nuove coperture con soluzioni di valore estetico, per qualificare la vista dall’alto e attutire l’impatto visivo, attraverso superfici con un’immagine “vibrata”, composita, che le rende omogenee, pur nella loro varietà e sovrapposte ai piazzali di manovra. Una trama disegnata di profili metallici incassati ordina l’intera area e dà forma e proporzioni a superfici caratterizzate da materiali, cromie, disegni e ampiezze differenti;una sorta di mosaico che riproduce in termini artificiali e schematici il più ampio mosaico paesaggistico circostante, accostando elementi minerali (ghiaie con granulometria e cromia differente) alle porzioni vegetali circostanti.

Una “striscia” edificata che richiama l’immagine delle mura urbane e tre elementi che vi si addossano: un elemento “lineare” , un elemento a “capannone industriale” ed un elemento “torre”. I tre elementi sono composti ed uniti a formare una sorta di “trancia” di tessuto urbano caratterizzato proprio dal tema dell'”addossamento”, dalla convivenza simbiotica di quattro parti. Come il Ponte Vecchio che dichiara la compresenza dei due elementi fondanti con identità distinte e diverse quali il corridore e le “casette degli orafi”, Come i centri fortificati nei quali la crescita interna per stratificazioni successive ha condotto le case ad addossarsi alle mura, Come nelle fortezze trasformate in borghi proprio attraverso l’addossamento delle case lungo il perimetro interno delle mura. Da questi “modelli” storici di architettura spontanea si è formato il progetto che tende a regolarizzare quattro elementi “conosciuti” in una composizione tipologico-figurativa analogica. Il progetto si fonda quindi sull’aggregazione di quattro parti singolari, dove ad ogni singola funzione corrisponde una singola “fisionomia” (forma, aperture, colori,etc.). Tre elementi (il “capannone”, la “torre”, il “palazzo” ) sono racchiusi e raccolti da un quarto elemento (il “muro”) e sono rivolti sulla piazzetta nella quale convergono tutti i principali accessi verso l’interno della costruzione che ospita funzioni di accoglienza,uffici amministrativi,residenze provvisorie,mensa, servizi generali.

La necessità di ampliare la scuola primaria I Ciliani nasce per soddisfare la domanda di spazi didattici in quest’area del territorio. E’ stato realizzato un edificio che ha incrementato le aule didattiche, i laboratori, la mensa e un archivio. La superficie è di mq 1300 disposta su due piani oltre al seminterrato e si attesta sulla struttura della scuola esistente su un asse est-ovest a confine con la proprietà. Le aule sul giardino sono dotate di grandi vetrate con lamelle frangisole. Sul lato nord le finestre sono a nastro e sono posti i percorsi distributivi dei piani. In copertura è presente un lucernario che illumina gli ambienti sottostanti fino al piano terra mediante un taglio vetrato nel solaio del piano primo. Le murature esterne hanno caratteristiche termiche ed acustiche rispondenti alle normative, negli ambienti sono presenti pannelli in fibra di legno colorati per eliminare il fenomeno di riverbero del rumore, il riscaldamento è a pannelli radianti a soffitto e tutta la scuola è dotata di connessione wifi. Esternamente sul confine è stato utilizzato un rivestimento in lamiera microforata di alluminio spessore 20/10 anodizzata montata su struttura in acciaio zincata. Vicino all’ingresso e al camminamento pedonale il rivestimento è caratterizzato da un disegno con alcuni alberi che richiamano la vegetazione esistente nel giardino scolastico e dà una propria connotazione all’intervento.

Premio Architettura Toscana

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