Il tema della semplicità in architettura non è nuovo. Dibattuto da Loos a Pawson, da Mies a Siza, è stato perlopiù limitato a questioni di ordine formale e costruttivo rendendo di fatto il minimalismo architettonico uno stile linguistico tra i tanti. Nel contesto attuale, in un momento in cui è evidente che l’economia globale ha ecceduto la capacità portante del pianeta, è un imperativo etico recuperarne il significato in un’accezione in cui la riduzione formale degli elementi sia affiancata dalla ricerca di sostenibilità e compatibilità ambientale. Nel caso degli alloggi per giovani coppie a Tavola si tratta di praticare una filosofia di design che persegua un pensiero sostenibile ai diversi livelli di cui è costituito un intervento di questo tipo: sociale, economico, compositivo, tecnologico, energetico, ambientale. Si tratta di un minimalismo di necessità da applicare al disegno, al programma e all’uso degli spazi, intimi e collettivi. Aumentare la qualità di un comparto di edilizia sovvenzionata riducendo forme, materiali e risorse energetiche attraverso un progetto di architettura contemporanea sostenibile, quale tentativo per definire alcune leggi della semplicità (Maeda 2006) fondate su: omettere il superfluo, progettare la semplicità nella complessità, incentivare nuove pratiche di vita a basso consumo, pensare come un architetto del paesaggio.

L’area dello Scalo Merci a Siena, con il suo vuoto urbano di grandi dimensioni, si presta decisamente a divenire un luogo di sperimentazione di tipologie edilizie innovative e contemporanee, finalmente libere da costrizioni storicistiche che in questa zona risulterebbero assolutamente forzate e fuori tema. Infatti, seppur vicina, la città storica non risulta avere alcuna influenza diretta su questa zona che deve la sua genesi urbanistica maggiormente a fattori legati alla viabilità piuttosto che a dinamiche legate allo sviluppo urbano. Questo isolato racchiuso tra l’arteria stradale di Viale Sardegna e i binari della ferrovia si presta ad una visione quasi esclusivamente dinamica ed in movimento, infatti manca lo spazio frontale almeno su Viale Sardegna per un’osservazione statica. Il progetto nasce proprio da queste caratteristiche specifiche dell’area: i segni dei binari del vecchio scalo merci si trasformano negli elementi generatori della composizione, la loro simbolica estrusione determina la forma dell’edificio, della piazza podio e del verde. Le relazioni reciproche generano spazi verdi che filtrano gli edifici dalle strade, piazze rialzate in cui si affacciano i negozi, giardini più intimi tra i blocchi residenziali. La forma allude al movimento di un treno lanciato alla massima velocità attraverso l’esasperazione degli elementi orizzontali rafforzati dalla netta bicromia.

L’edificio,progettato seguendo i criteri della architettura bioclimatica,si confronta con l’edificato storico di Montepulciano. E’ ricercata una sintesi tra tecnica ed estetica adottando forme,materiali,colori propri della tradizione locale e moderne tecnologie che coniugano le esigenze espresse dalla destinazione d’uso con l’inserimento nel contesto. Da citare,in proposito,l’uso del mattone e del travertino nonché la serra solare,fulcro della articolazione dei corpi di fabbrica.Come anche il contrasto,nel fronte principale, tra la plasticità delle forme chiuse laterali, con la linearità e trasparenza dell’elemento centrale,legame visivo con la Val di Chiana ed i laghi di Montepulciano,Chiusi e Trasimeno. Articolato su tre corpi di fabbrica disposti su cinque livelli complessivi l’edificio lascia inalterate le quote altimetriche esistenti. Esposti a sud gli uffici,circa 40 posti operatore su due livelli. Al centro la serra solare,un unico volume alto 4 piani. A nord lo sportello bancario di superficie pari a 300 mq,al di sopra,una sala conferenze da 150 posti articolata su un volume a doppia altezza.All’ultimo livello una saletta per corsi di aggiornamento e la sala del consiglio di amministrazione. L’edificio in Classe A,è dotato di impianto di climatizzazione alimentato da pompe di calore aria-acqua con motore endotermico a gas,di un impianto fotovoltaico da 20 KWh,di un accumulo delle acque meteoriche da 300 mc. Sono stati realizzati circa 500 mq di verde pensile.

Polimoda

Il progetto del Nuovo Centro per l’Alta Moda nel Comune di Scandicci fa parte di un PIUSS approvato e finanziato dalla Regione Toscana. Scandicci in questi anni ha scommesso sulla contemporaneità per riqualificare e rigenerare gli spazi architettonici della città fino ad allora “periferia di Firenze” senza avere una propria e autonoma identità: il nuovo Centro civico di Richard Rogers, il programma direttore di Rogers ed il nuovo Polimoda. La tipologia scolastica per una didattica speciale, come un centro per l’Alta Moda, presuppone una ricerca attenta degli spazi e della comunicazione interna per un pubblico di tipo internazionale. Il tessuto connettivo dell’edificio scolastico, ad esempio, è ampio come dimensione e trattato come “stanza” proprio per superare la mera funzione di collegamento ,a divenire in modo flessibile uno spazio aggiuntivo per gli studenti. La scelta dei colori, il nero interno e il bianco esterno, segue una logica precisa per lasciare spazio alla creatività del singolo senza sovrapporsi sulla creatività della didattica. Una sorta di tela bianca su cui far emergere i colori, le composizioni del singolo oggetto come una sorta di museo per la Moda. L’edificio è ruotato secondo l’orientamento est/ovest del sole per una gestione sostenibile del complesso e lasciare in ombra soprattutto nei mesi estivi le parti più colpite dal sole.I paramenti esterni sono stati pensati come un “abito” che senza gridare riesce a dare un’immagine contemporanea.

Sala Don Zeno

La sala polivalente”Don Zeno”è stata realizzata a Nomadelfia,una località a pochi chilometri da Grosseto,abitata da una comunità cattolica,organizzata in Gruppi Familiari,che vuole costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo ed è aperta all’accoglienza di figli in affido.Il padre fondatore di Nomadelfia è Don Zeno Saltini,un sacerdote di Carpi che,dopo varie vicissitudini,ha trasferito la comunità da Fossoli,dove era nata,a Batignano,nella Maremma Grossetana.La sala polivalente prende il nome del fondatore ed è destinata ad accogliere le attività collegate alla vita ed alle necessità degli abitanti.La sala,infatti,oltre che luogo di culto,dovrà ospitare convegni, riunioni,celebrazioni,eventi musicali e teatrali,come le famose”Serate di Nomadelfia”,spettacolo di balli e danze interpretato dai ragazzi e dalle ragazze di Nomadelfia e rappresentato ogni anno in varie località italiane per far conoscere il messaggio di Don Zeno.Per questo motivo e per l’importante funzione assegnata a questi spettacoli,il padre fondatore aveva sempre sognato di poter realizzare a Nomadelfia un teatro tenda,per dare una sede più stabile alle”serate”e poter ospitare all’interno della Comunità eventi e manifestazioni.Il linguaggio architettonico adottato nella progettazione si ricollega a questa tradizione di Nomadelfia,alle strutture circolari o semicircolari, quasi sempre temporanee e mobili,che hanno fino ad oggi ospitato le “Serate” e gli eventi più significativi della Comunità.

Il Centro Direzionale Forti ospita la sede operativa del gruppo aziendale.L’edificio rappresenta un esempio di architettura sostenibile su grande scala:le sue performance energetiche infatti sono il risultato di una progettazione attenta agli aspetti bioclimatici mentre il susseguirsi delle superfici opache e trasparenti è stato studiato in base al loro specifico orientamento. Una hall a tripla altezza accoglie i visitatori aprendosi in una facciata ventilata.La facciata sud-est è invece caratterizzata da grandi vetrate continue schermate da frangisole lineari a passo variabile:queste scelte donano agli ambienti di lavoro una vista aperta sul paesaggio,mentre giardini pensili e terrazze contribuiscono alla regolazione del microclima.Infine,il lato sud ospita una grande facciata ventilata in pannelli fotovoltaici architettonicamente integrati che copre gran parte dei consumi di condizionamento e illuminazione. Grazie allo sviluppo di soluzioni architettoniche ad hoc,l’involucro diventa il primo impianto tecnologico dell’edificio. Parallelamente,è stato sviluppato un apparato impiantistico all’avanguardia, che impiega diverse tecnologie tra cui un sistema geotermico per la climatizzazione degli spazi interni e ricuperatori di calore e illuminazione LED. Il mix di fonti rinnovabili e strategie di contenimento dei consumi fanno di questo complesso un punto di riferimento per l’edilizia sostenibile in Toscana,candidato alla certificazione di sostenibilità LEED,Gold rating.

Casa S+D

La casa monofamiliare sorge ad Empoli, in località Marcignana trenta chilometri ad ovest di Firenze; è stata costruita per sostituzione edilizia con stuttura portante in acciaio e pannelli in Xlam. L’idea insediativa attorno alla quale si è sviluppata la progettazione è l’integrazione con l’ambiente naturale e l’orientamento. Le viste sul paesaggio circostante sono state tenute in grande considerazione, in particolare le grandi aperture della sala sono rivolte ed incentrate sui tramonti particolarmente spettacolari che questa zona è capace di donare. I pilotis in acciaio che sostengono il volume del primo piano sono stati incrociati in maniera apparentemente casuale per ricordare le canne che ricoprono gli argini del torrente Elsa che corre a pochi metri di distanza, ma anche le sostruzioni realizzate dai contadini per sostenere le piante di pomodoro in estate. Ottantaquattro metri quadrati di spazio al primo piano, settantacinque metri quadrati al piano terra, settanta metri quadri di terrazze, cinquanta metri quadri di loggia. Tre camere, tre bagni, soggiorno, cucina, tinello e garage. Sessantacinque metri cubi di legno di abete, cinquantanove metri cubi di fibra di legno di legno, cinque tonnellate di acciaio e trenta metri cubi di calcestruzzo per le fondazioni.. Un albero di albicocche e un tramonto al giorno. Un sogno che diviene realtà.

L’idea del progetto della Cappella Memoriale nasce dalla volontà di racchiudere in un disegno l’essenza dei luoghi ai quali Pino si era così profondamente legato nei suoi ultimi anni. La campagna di Magliano con il suo semplice fascino doveva costantemente dialogare con il gesto progettuale e la sua luce entrare all’interno del sepolcro in tutte le fasi della giornata, illuminandolo dai primi chiarori dell’alba fino al tramonto. L’intervento è stato realizzato in un piccolo spazio al quale si accede al termine di una breve ascesa, durante della quale si intravedono i segni della campagna circostante. Voltandosi poi verso valle lo sguardo si ampia e possono scorgersi in lontananza colline e coltivi. La struttura di progetto poggia su una parte basamentale che stacca da terra il luogo del riposo e risulta rivestita in travertino bianco locale, lo stesso che fu scelto dai frati Benedettini per la realizzazione del vicino San Bruzio, del quale la cappella cerca di raccogliere lo spirito di mistica connessione tra architettura, cielo e natura. Il pavimento interno e l’altare sono stati realizzati in marmo di Carrara, la venature del quale scorrono sul pavimento invitando lo sguardo a dirigersi verso l’altare che contiene l’urna cineraria. Internamente si trova una pala d’altare connessa con la sommità del muro retrostante: la luce scende morbidamente su di essa entrando dalle grandi vetrate, creando un fondale dolcemente illuminato che ospita un’immagine del musicista.

Lo spazio centrale chiuso da partizioni trasparenti e opache intorno al quale si snoda un unico spazio divisibile da pareti mobili che individuano l’area riposo, l’area pranzo e i laboratori. Le partizioni mobili consentono di utilizzare questi spazi in modo diverso a seconda del progetto didattico, del numero di bambini presenti, della possibilità di ospitarvi eventi che coinvolgano bambini e genitori .La forma sferica e la presenza di ambienti che si aggregano intorno all’aula centrale creano una distribuzione estremamente fluida e una maggiore facilità nel controllo dei bambini da parte degli educatori. Spazi interni: didattico per i bambini dai 18 mesi ai 6 anni, servizi igienici, il laboratorio/atelier centrale,gli ambienti polifunzionali (riposo/laboratori), il refettorio, cucina, lavanderia, dispensa, locale tecnico Progettazione integrata e studio bioclimatico dell’architettura Geotermia Pannelli solari Pannelli fotovoltaici Recupero acqua piovana impianto di ventilazione interna (in mq) superfice lotto 1186,Sul 418,giardino 424,Volume 1566 mc

VILLA N è un’unità abitativa monofamiliare organizzata intorno ad una corte centrale; la trasparenza totale delle pareti di due dei tre piani che vi si affacciano, consente una reciprocità complessa ed una ricchezza di relazioni tra i vari ambienti diurni, con assi visivi obliqui e spazi passanti molto profondi. Una notevole permeabilità visiva che mette in contatto diretto il living, l’ingresso principale e la zona cucina-pranzo tra sé e con l’esterno in un tutt’uno, privo di destinazioni funzionali troppo rigide; questa attitudine “introversa” della casa garantisce la necessaria protezione dal tessuto urbano circostante, vicinissimo e di bassissima qualità architettonica. La zona notte al primo piano è formata da ambienti intimi ma ugualmente luminosi, connotati dalla loro sensibilità per le variazioni della luce naturale, ottenuta con asole lineari ritagliate nella copertura che li mettono in contatto diretto con il cielo. In generale, il linguaggio espressivo dell’opera è stato condizionato dalla decisa predilezione della committenza per il nitore dei materiali ma soprattutto, per gli angoli retti e le superfici lisce e planari, che ha spinto gli architetti a cercare di superarne la staticità implicita, disarticolando e frammentando strategicamente le masse. Le soluzioni energetiche di carattere puramente tecnologico sono state ridotte al minimo possibile a vantaggio di sistemi “low tech” che controllano il microclima interno in maniera passiva.

La prima casa in Toscana ad ottenere la certificazione Energy Pass “Superior – e – ClimAbita”, un edificio residenziale isolato che sostituisce il volume pre-esistente. La bellezza è anche sostenibile!L’edificio ha una struttura portante in legno, con pareti esterne a telaio, coibentazione interna in canapa e cappotto esterno in sughero, mentre sulla copertura piana l’inserimento di un tetto verde consente un grande miglioramento del comportamento estivo dell’edificio, per un involucro dalle elevatissime performance. Le pareti della “torretta”, rivestita in lastre di zinco-titanio, hanno facciata e copertura ventilata. La tonalità delle lastre di rivestimento evoca il calore del legno, esprimono al tempo stesso un carattere contemporaneo, che si integra armoniosamente con l’altro materiale che caratterizza i rivestimenti esterni, la pietra locale recuperata. I materiali naturali impiegati sono legno, sughero e canapa, tutti materiali totalmente ecologici, che garantiscono una buona traspirabilità e che non contengono additivi chimici, per un ambiente interno che risulta salubre e con un confort abitativo elevato. Per quanto riguarda l’impiantistica, il riscaldamento a pavimento è alimentato da pompa di calore integrata ad un impianto fotovoltaico, sono installati dei pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria. L’edificio è dotato di un impianto meccanizzato di ricambio dell’aria, così da garantire costantemente condizioni igrotermiche ottimali.

L’edificio realizzato è la nuova sede direzionale e amministrativa della Banca di Pisa e Fornacette e costituisce l’ultimo tassello di un più generale progetto di riqualificazione urbana, oltre che funzionale-operativa per la parte costruente, che vede sorgere, in prossimità della vecchia sede, un nuovo fabbricato, una piazza e nuovi spazi verdi aperti anche alla fruizione collettiva. Sull’area precedentemente occupata da un fabbricato commerciale degli anni Settanta si è costruito il nuovo edificio secondo un più elevato profilo qualitativo e tecnico-prestazionale, nel rispetto dei più stringenti parametri in merito ad impegno energetico di esercizio e sostenibilità generale dell’intera opera. Ne è risultato un edificio contemporaneo nell’aspetto, nei materiali e nel rapporto che esso instaura con il territorio e con l’ambiente in genere, caratterizzato anche dal ridotto impatto energetico-ambientale e per lo spiccato efficientamento termico ed acustico (Classe A/A+). L’edificio realizzato consta di complessivi 4500 mq e si sviluppa su 3 piani fuori terra e uno seminterrato. Ai piani superiori si trovano gli uffici direzionali e amministrativi, gli spazi della distribuzione, quelli di relazione, i locali di servizio e i collegamenti verticali; al piano seminterrato si trovano l’auditorium con circa 300 posti e un ampio spazio adibito ad area espositiva e per eventi. All’interno, trovano spazio sedute e “pezzi” storici del design italiano, frutto di una selezione mirata.

Premio Architettura Toscana

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