L’edificio è stato realizzato in una zona di recente espansione nel contesto tipico delle aree di lottizzazione, caratterizzata da residenze in prevalenza isolate. L’area di intervento presenta tuttavia condizioni particolari, attestandosi sul margine dell’insediamento e prospettando sul territorio della Valle del Serchio immediatamente a monte del nucleo urbano di Castelnuovo di Garfagnana. Il sito ha reso dunque la possibilità di stabilire relazioni funzionali e visuali articolate, riferite da un lato al contesto urbano, dall’altro al panorama apuano e l’abitato del capoluogo. La residenza, realizzata con tecnologie idonee ad ottenere una alta performance energetica, è disposta su due livelli organizzati su un volume principale con copertura in legno aggettante sui fronti ed estesa per coprire due logge mediante appoggio delle orditure strutturali su pilastri tubolari in acciaio, mentre un corpo minore, con copertura utilizzata come solarium, accoglie gli spazi accessori. L’impianto geometrico dell’edificio è definito dal volume principale, a pianta quadrata; in elevato, è ridefinito da volumi minori disposti sui fronti, con forme e dimensioni che si pongono come aggregazioni minori sottoposte all’elemento unificante costituito dalla copertura; fra questi, un ruolo particolare è stato attributo al corpo aggettante della camera principale dell’abitazione, che si espone con una apertura vetrata a tutta parete verso il panorama montano e le aree agricole prospicienti.

Il Casale “Bovalico” è situato a sud-est di Castelfalfi; nel cuore della Toscana, aperto su una meravigliosa vallata. L’edificio di 680 mq, circondato da 4.300 mq di verde privato è posto all’interno del golf e si sviluppa su tre piani ed una porzione minore ad un piano ammezzato. Trovato abbandonato ed in stato di avanzato degrado, con solai pericolanti o tetto quasi inesistenti e ampie porzioni di muratura crollate è stato completamente demolito. La nuova costruzione è stata realizzata con muratura portante in laterizio “poroton” rivestita esternamente con muratura in pietrame faccia vista, rispettando i requisiti antisismici e quelli di efficienza energetica. Il casale è stata realizzato nel rispetto dell’ambiente e della tradizione storica della Toscana, in armonia con le proporzioni, i materiali (cotto, pietra e legno) ed i cromatismi dell’antico complesso pur rinnovandolo con una loggia e una terrazza panoramica verso il Castello. Il tetto ed i solai sono stati realizzati con struttura a vista consistente in travi e correnti in legno e scempiato in mezzane di cotto. Il Casale è stato suddiviso in quattro unità immobiliari, la cui estensione varia dai 90 ai 150 mq. Ciascun appartamento ha un accesso ed un giardino privato, ognuno dispone di una cantina privata con proprio locale tecnico e di posto auto esterno coperto da pergola. La piscina condominiale, ampia e perfettamente attrezzata, è circondata da alberi da frutto ed essenze tipiche locali.

L’edificio esistente non è mai stato un esempio significativo di archeologia industriale. Il progetto propone di enfatizzare la più importante delle sue qualità che è la dimensione. L’idea è quella di trattare in modo uniforme l’intero volume con un rivestimento in alluminio anodizzato color bronzo con l’obiettivo però di non cancellare completamente la preesistenza. Questa nuova pelle metallica avvolge interamente l’edificio rafforzando la sua grande volumetria e il suo essere “un fuori scala” nel contesto urbano ma, allo stesso tempo, grazie all’effetto di trasparenza consente di mantenere parzialmente visibili le caratteristiche architettoniche dell’edificio esistente. La nuova immagine che la Camera di Commercio di Prato offre alla città è una sorta di sfocatura dell’edificio industriale del quale si continuano a vedere gli elementi principali: la serialità delle aperture, le cornici marcapiano e gli elementi decorativi rappresentativi. Una sorta di vedo-non vedo che moltiplica le possibilità di percezione del nuovo edificio contemporaneo.

L’intervento generale di riordino dell’impianto sportivo pubblico ASSI GIGLIO ROSSO di Firenze è stato attuato per fasi successive che si sono concluse nel marzo 2013. La prima fase ha avuto come oggetto la ristrutturazione dello storico fabbricato “Casa del Custode” per uso spogliatoi atleti e la realizzazione della Club House a servizio sia dell’impianto sportivo che della città. È seguito il recupero delle aree verdi con l’eliminazione delle superfetazioni e delle strutture distrutte dall’incendio del ’73 con la realizzazione del percorso accessibile perimetrale all’impianto anche per utenti DA. Ultima fase la “Nuova Sede” ed il blocco servizi igienici della tribuna spettatori. I nuovi manufatti si inseriscono nel delicato contesto ambientale con scelte sia planimetriche sia altimetriche che richiamano allineamenti ed assi delle preesistenze. Il coraggio formale di alcune soluzioni intende esaltare la dinamicità ed il movimento pur rimanendo ancorato ad una composizione geometrica semplice e ad una formalità legata alla tradizione architettonica fiorentina. I nuovi materiali usati, granito ceramico e rame, non contrastano con lo specialissimo ambiente definibile come vero e proprio “parco sportivo”. Un modo nuovo, su un contesto antico, di concepire l’attività sportiva come elemento di aggregazione sociale attraverso la rilettura architettonica dei luoghi intesi ora non più come un parco di episodi ma di nuovi spazi tra loro interagenti.

L’intervento generale di riordino dell’impianto sportivo pubblico ASSI GIGLIO ROSSO di Firenze è stato attuato per fasi successive che si sono concluse nel marzo 2013. Atto finale dell’intervento generale è la cosiddetta “Nuova Sede” della Soc.tà Sportiva ASSI. Il manufatto si inserisce nel delicato contesto ambientale con scelte planimetriche e altimetriche che richiamano allineamenti ed assi delle preesistenze. Il coraggio formale di alcune soluzioni intende esaltare la dinamicità ed il movimento pur rimanendo ancorato a una composizione geometrica semplice e a una formalità legata alla piu’ recente tradizione architettonica fiorentina. I nuovi materiali usati non contrastano con lo specialissimo ambiente definibile come vero e proprio “parco sportivo”. L’accesso all’edificio avviene da valle, attraverso gli storici ingressi lungo il viale Michelangelo e dal piano pista. Il primo livello comprende oltre un locale ufficio-reception, una palestra ed i relativi spogliatoi. Il secondo livello, posto a quota di poco superiore al piano della pista di atletica, è occupato dagli uffici della società sportiva e dai locali necessari all’organizzazione e la gestione dell’attività agonistica. Sono state utilizzate soluzioni impiantistiche volte al contenimento dei consumi ed all’efficienza energetica del fabbricato attraverso un impianto geotermico e solare, con riduzione annuale di CO2 stimabile in 7,25 ton. Tutto il fabbricato è accessibile ai DA.

La Petite

“La Petite” è un cocktail-restaurant nel centro storico di Firenze. Al piano terra si trova il cocktail-bar, mentre la sala al primo piano è adibita a ristorante. Gli interni sono stati progettati e disegnati in ogni dettaglio: il rivestimento parietale, la scala, tutti gli arredi (ad eccezione delle sedute), i corpi illuminanti. Elemento focale del locale è la scultura parietale in pietra chiara, mutevole con la luce grazie al disegno delle ombre. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni elemento. La struttura della scala in lame di acciaio rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli del locale. Il cordino in pelle rende vibrante il parapetto e contribuisce a smaterializzare visivamente la struttura metallica. I tavolini alti da bar rispondono a due necessità diverse: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono invece una mensola su cui appoggiare i drinks. Al livello superiore, la saletta offre uno spazio raccolto: una panca sottolinea la parete centrale, un sistema di mensole all’altezza dei tavoli riequilibra le proporzioni della stanza affrescata, grandi specchi ingrandiscono l’ambiente, a terra un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande tappeto. I corpi illuminanti sono orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa

L’arena spettacoli e l’area mercatale del Parco Centrale sono gli interventi che hanno trasformato l’area dell’ex Ippodromo dei Pini, realizzando il processo di trasformazione urbana più esteso (P.I.U.S.S.) della città di Follonica. Il paesaggio urbano oggetto d’intervento è stato risolto in relazione alla città e al suo territorio ovvero al sistema del verde, a quello insediativo e a quello del paesaggio. Il progetto si fa catalizzatore della storia urbana della città e dell’esigenza ecologica di continuità del verde, dell’integrazione dei sistemi della mobilità, dei bisogni urbani e delle esigenze del quartiere. Il progetto non propone un modello ma un processo che interpreti tutte le componenti del paesaggio come un tutt’uno: un sistema di elementi tra loro connessi così che tutte le strutture rappresentino un unico assetto. L’arena spettacoli si conforma come collina artificiale a forma di “U” dando vita ad uno spazio aperto nella natura dove poter svolgere concerti per un grande pubblico. L’area mercatale oltre a ricoprire il ruolo tecnico di luogo per il commercio, grazie alla diffusa vegetazione arborea e arbustiva diviene vero e proprio polmone verde della città. Dove prima, c’era il vuoto urbano della pista da corsa dei cavalli, adesso c’è un vero e proprio parco da vivere sia di giorno sia di notte in cui i cittadini possono passeggiare nel verde e riscoprire il paesaggio naturale del fiume Petraia e della Gora che attraversa la città.

La Petite

“La Petite” è un cocktail-restaurant nel centro storico di Firenze. Al piano terra si trova il cocktail-bar, mentre la sala al primo piano è adibita a ristorante. Gli interni sono stati progettati e disegnati in ogni dettaglio: il rivestimento parietale, la scala, tutti gli arredi (ad eccezione delle sedute), i corpi illuminanti. Elemento focale del locale è la scultura parietale in pietra chiara, mutevole con la luce grazie al disegno delle ombre. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni elemento. La struttura della scala in lame di acciaio rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli del locale. Il cordino in pelle rende vibrante il parapetto e contribuisce a smaterializzare visivamente la struttura metallica. I tavolini alti da bar rispondono a due necessità diverse: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono invece una mensola su cui appoggiare i drinks. Al livello superiore, la saletta offre uno spazio raccolto: una panca sottolinea la parete centrale, un sistema di mensole all’altezza dei tavoli riequilibra le proporzioni della stanza affrescata, grandi specchi ingrandiscono l’ambiente, a terra un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande tappeto. I corpi illuminanti sono orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa

Progetto di allestimento della mostra di Nino Migliori – Lumen – Ilaria del Carretto, svoltasi a Lucca presso l’Oratorio di San Giuseppe, Museo della Cattedrale, dal 13 settembre 2016 al 25 ottobre 2016. Con l’estensione a Ilaria del Carretto, il lavoro fotografico di Migliori ispirato alla scultura, illuminata a fiamma di candela, ha preso la figura di un ciclo unitario dal titolo LUMEN, comprendendovi anche la serie precedenti: Leoni e metope del Duomo di Modena (già presentata a Modena, Galleria Civica, marzo – giugno 2016) e il Compianto di Nicolò dell’Arca di Santa Maria della Vita (in corso di completamento a Bologna). Tutte sviluppano l’idea avviata con lo Zooforo del Battistero di Parma del 2006. LUMEN è ora un ciclo che si compone di più atti, prodotti da una pluralità di soggetti istituzionali e finanziari, distinti per ogni luogo, ma integrati tra loro dall’unitarietà della ricerca formale su opere scultoree della storia dell’arte, illuminate a lume di candela. La serie di fotografie da Ilaria del Carretto a lume di candela entra dunque oggi nel patrimonio d’arte contemporanea dello Stato, con assegnazione alla Soprintendenza ABAP di Lucca.

Maremma House

L’edificio è posto su un poggio circondato da olivi e vigneti nelle vicinanze di Pereta, nella Maremma toscana. Lo sviluppo lineare della casa si associa alla dominante orizzontalità del paesaggio e alla fluida sinuosità delle colline che degradano verso il mare. La distribuzione su tre piani suggerisce una metaforica stratificazione di significati. Lo strato inferiore con le camere e i servizi tecnici presenta una facciata rivolta a oriente e rivestita da ricorsi in blocchi di tufo provenienti da cave presenti sul territorio. Questo livello costituisce la base radicata nel terreno dell’edificio rifacendosi alle centenarie tradizioni costruttive della Maremma incentrate sull’uso del tufo. Al piano intermedio il salone e la cucina si aprono su una loggia adiacente la piscina. Le facciate in intonaco bianco e la predominanza della massa muraria sui vuoti delle aperture si ispirano alla tipica architettura mediterranea. Dalla loggia una scala in metallo conduce alla terrazza superiore e alla camera padronale, a sua volta collegata alla sala con una scala interna. Il rivestimento in legno del terzo livello evoca un’architettura di tipo nautico, tale da dare all’edificio, per analogia, la forma di una nave interrata. Scale, balaustre, travature e solai esterni sono in acciaio zincato. Per contrasto gli elementi in metallo utilizzati all’interno, quali lampade, battiscopa e radiatori per riscaldamento disegnati su misura, sono in ottone o rame.

Villa M

Villa M, dal passato introverso e buio, ha inaugurato con questo progetto, sensibile alla memoria storica e al tempo stesso espressione di un linguaggio contemporaneo, una nuova stagione della sua vita. In questo scenario il progettista ha trasferito la sua visione di dialogo fra storia e contemporaneità, dalla reinterpretazione degli spazi alla scelta delle finiture, passando per il disegno degli arredi realizzati su misura. La neutralita’ dei colori, il grigio della pietra ed il bianco delle pareti nonche’ la linearita’ degli interventi e dei dettagli stimola il contrasto con il calore del legno rinnovato della scala centrale e degli arredi storici, i quali a loro volta dialogano con quelli contemporanei come la cucina o gli arredi in ferro. La sala centrale, grazie allo spostamento della scala, e’ oggi uno spazio luminoso e pieno di complessita’, vivibile su tutti e tre i suoi livelli e permette inediti scorci sul contesto esterno. Al piano terra tutti gli spazi sono aperti e fruibili fluidamente: ad una parete manovrabile e’ affidata la separazione della cucina per eventi formali. La pavimentazione in pietra serena locale amplifica questa continuita’ fra gli spazi e la estende anche quelli esterni della nuova terrazza. Ai piani superiori si sviluppano le funzioni piu’ private, l’atmosfera si scalda grazie all’uso Di una pavimentazione in rovere termotrattato ed il segno si fa meno rigido concedendo tutti i comfort di una abitare moderno.

Villa M

Villa M, dal passato introverso e buio, ha inaugurato con questo progetto, sensibile alla memoria storica e al tempo stesso espressione di un linguaggio contemporaneo, una nuova stagione della sua vita. In questo scenario il progettista ha trasferito la sua visione di dialogo fra storia e contemporaneità, dalla reinterpretazione degli spazi alla scelta delle finiture, passando per il disegno degli arredi realizzati su misura. La neutralita’ dei colori, il grigio della pietra ed il bianco delle pareti nonche’ la linearita’ degli interventi e dei dettagli stimola il contrasto con il calore del legno rinnovato della scala centrale e degli arredi storici, i quali a loro volta dialogano con quelli contemporanei come la cucina o gli arredi in ferro. La sala centrale, grazie allo spostamento della scala, e’ oggi uno spazio luminoso e pieno di complessita’, vivibile su tutti e tre i suoi livelli e permette inediti scorci sul contesto esterno. Al piano terra tutti gli spazi sono aperti e fruibili fluidamente: ad una parete manovrabile e’ affidata la separazione della cucina per eventi formali. La pavimentazione in pietra serena locale amplifica questa continuita’ fra gli spazi e la estende anche quelli esterni della nuova terrazza. Ai piani superiori si sviluppano le funzioni piu’ private, l’atmosfera si scalda grazie all’uso Di una pavimentazione in rovere termotrattato ed il segno si fa meno rigido concedendo tutti i comfort di una abitare moderno.

Premio Architettura Toscana

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