DUNO

Stand per la fiera PITTI IMMAGINE UOMO. Lo spazio, per un totale di circa 100 mq, era suddiviso in 4 differenti ambienti e l’utilizzo di una parete flessibile in materiale plastico ci ha permesso di vincere la divisione e trasformare lo stand in un unico spezio espositivo fluido. Le luci a terra, sottolineando la parete stessa, hanno contribuito ad enfatizzare l’effetto ed a guidare i visitatori all’interno dell’esposizione.

Dentro o fuori?

I giovani committenti si sono affidati al nostro supporto per ristrutturare completamente 2 dei 4 piani del fabbricato, oltre che il giardino nella corte privata. Gli input che ci sono stati forniti erano piuttosto chiari: spostare gli ambienti di vita principali al piano seminterrato e il piano terra, così da vivere a pieno il giardino e la sua nuova piscina. Abbiamo deciso di posizionare la cucina e realizzare il soggiorno sul lato del fabbricato a ridosso del giardino, mettendoli in comunicazione tra di loro grazie alla realizzazione di un’apertura nella parete; questa operazione ci ha permesso di creare una nuova zona giorno a diretto contatto con il verde e la natura. Al di fuori è stata installata una pergola bioclimatica, come elemento di filtro tra esterno ed interno; grazie a questa, il soggiorno e la cucina, si espandono creando così una “stanza all’aperto”. Il resto del piano è stato rimodellato per ritrovare una serie di spazi utili alla vita quotidiana, come una libreria/cantinetta su disegno di colore blu, mentre il disimpegno è stato sfruttato per inserire un mobile spogliatoio, anch’esso su disegno, posizionato a fianco della scala di collegamento al piano terra. Il piano terra accoglie la zona notte. La parte a sud del fabbricato, dove prima erano presenti un soggiorno ed una seconda cucina, viene occupato dalla camera da letto padronale ed il suo bagno. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali, dell’illuminazione e degli arredi.

Dentro o fuori?

I giovani committenti si sono affidati al nostro supporto per ristrutturare completamente 2 dei 4 piani del fabbricato, oltre che il giardino nella corte privata. Gli input che ci sono stati forniti erano piuttosto chiari: spostare gli ambienti di vita principali al piano seminterrato e il piano terra, così da vivere a pieno il giardino e la sua nuova piscina. Abbiamo deciso di posizionare la cucina e realizzare il soggiorno sul lato del fabbricato a ridosso del giardino, mettendoli in comunicazione tra di loro grazie alla realizzazione di un’apertura nella parete; questa operazione ci ha permesso di creare una nuova zona giorno a diretto contatto con il verde e la natura. Al di fuori è stata installata una pergola bioclimatica, come elemento di filtro tra esterno ed interno; grazie a questa, il soggiorno e la cucina, si espandono creando così una “stanza all’aperto”. Il resto del piano è stato rimodellato per ritrovare una serie di spazi utili alla vita quotidiana, come una libreria/cantinetta su disegno di colore blu, mentre il disimpegno è stato sfruttato per inserire un mobile spogliatoio, anch’esso su disegno, posizionato a fianco della scala di collegamento al piano terra. Il piano terra accoglie la zona notte. La parte a sud del fabbricato, dove prima erano presenti un soggiorno ed una seconda cucina, viene occupato dalla camera da letto padronale ed il suo bagno. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali, dell’illuminazione e degli arredi.

L’appartamento oggetto della ristrutturazione è sito nel cuore del quartiere di Statuto. Il progetto ha avuto come intento primario la realizzazione di una nuova spazialità, rivelando gli interventi operati sulle murature -tutte portanti- in un processo che non vuole nascondere o dissimulare ma, con un’opera di riscrittura sull’esistente, mostra le tracce del nuovo, lasciando a vista le architravature. Elemento fulcro è un grande mobile realizzato in legno di rovere che, come un nastro avviluppato su se stesso, mette in connessione fisica e spaziale tutti gli ambienti. Il mobile è composto da una sequenza alternata di listelli che amplificano gli accetti chiaroscurali e celano in questa ritmicità ininterrotta anche le aperture. Se dall’esterno il mobile, raggiungendo l’imposta delle cerchiature, appare nella sua imponente struttura stereometrica, al suo interno è interamente ‘scavato’ a diverse profondità per accogliere spazi e oggetti di vita quotidiana, come i fusuma nella casa tradizionale giapponese. Nella zona giorno un pannello incassato nel muro e della stessa struttura del mobile, si apre come una porta, dividendo il soggiorno dal resto della casa. La presenza centrale del mobile trova uno specifico riferimento proprio nella città di Firenze nello studiolo pensato da Vasari per Francesco I, dove le pannellature che foderano le pareti, al pari del mobile della casa oggetto dell’intervento, talora contengono oggetti, talora, aprendosi come porte, connettono altri spazi.

Il progetto ristabilisce la consistenza originaria di un appartamento, affacciato sulla chiesa di Santo Spirito nel centro storico fiorentino, alterato negli anni da frazionamenti, modifiche e usura. L’intervento consiste in una totale revisione del layout della casa, diretto a soddisfare le esigenze dell’abitare contemporaneo di una giovane famiglia, in parallelo al consolidamento e restauro delle strutture del fabbricato storico in cui è inserito. La nuova distribuzione prevede una chiara divisione tra gli ambienti della zona giorno, posizionati nelle stanze più grandi e con le visuali migliori, e della zona notte, collocati nella parte più silenziosa e raccolta della casa. La zona giorno, attraverso l’apertura di grandi varchi nelle murature esistenti, si presenta come un continuum di spazi unificati da una ristretta palette di materiali (graniglia in grande formato, travertino, legno laccato, tinteggiatura). La zona notte presenta maggiore variazione nei colori e nelle materie, con pavimenti in parquet di tek per le camere da letto e microcemento e calce in toni caldi per i bagni.

Piazza del Tiratoio. In quella che fu la zona destinata alla lavorazione della lana nell’Oltrarno fiorentino, un nuovo cocktail bar trova collocazione all’interno di un grande spazio voltato a più campate, già rimessaggio per barche. La zona di somministrazione è filtrata da uno spazio di soglia destinato a giardino d’inverno. Il bancone domina lo spazio e gerarchizza le funzioni svelandosi dietro a un infisso vetrato centinato. I servizi igienici e i locali accessori sono dietro a una parete espositiva che fa da sfondo al locale. Terracotta nera, tinteggiature a calce e ottone spazzolato garantiscono un’atmosfera accogliente e delicata che accompagna i clienti nei sapori della miscelazione senza sopraffarli. Credits Cliente: Bi.Bi & co s.r.l Anno: 2021-2022 Luogo: Firenze, Italia Dimensione: 150 mq Team: AFSa (Antonio Acocella, Alessandro Falaschi, Pietro Seghi) Collaboratori: Paolo Buti, Clemente Nativi Imprese: Idealforme 2000, Malte Storiche, ACS automatismi, CM Clima Fornitori: Fameg, Ceramica Cielo, Cotto Manetti, Ciulli, CIAM Fotografia: Fabio Semeraro

Il progetto sviluppa alcune principali tematiche volte alla definizione della soluzione progettuale più rispondente agli obiettivi posti, sia in termini di fattibilità e funzionalità, sia in termini di inserimento nel contesto preesistente, oltre che di espressività di un’architettura che è anche il simbolo di un’istituzione pubblica di grande importanza quale quella universitaria pediatrica. Gli obbiettivi che hanno guidato la progettazione sono stati di vario genere: – FUNZIONALITA’ e VIVIBILITA’; – COMFORT; – ESTETICA; – TECNOLOGIA. A partire da tali acquisizioni, si è esplorata la soluzione progettuale più rispondente agli obiettivi prefissati, caratterizzata inoltre dall’approfondimento dei seguenti ulteriori aspetti: ricercare una integrazione architettonica con il carattere estetico dell’edificio esistente; creare ambienti logisticamente e funzionalmente fruibili dall’utenza e dal personale; utilizzare principi di architettura sostenibile, per limitare l’impatto ambientale, ponendo come finalità progettuale l’efficienza energetica; il miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti mediante l’integrazione, nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate.

L’Istituto Ortopedico Toscano, il celebre ospedale fiorentino del viale dei Colli, noto anche come Istituto Piero Palagi, sorse durante gli anni Venti del Novecento nei locali di una villa della famiglia Serristori, il più antico edificio di questa casata del quale ci siano notizie. L’adeguamento funzionale degli spazi della Villa Margherita per renderli consoni al nuovo utilizzo sanitario quale poliambulatorio odontostomatologico può essere riassunto nei seguenti macro-interventi edilizi ed impiantistici, rilevanti ai fini di una valutazione di coerenza con l’impianto architettonico dell’edificio storico su cui insistono: 1. Demolizione delle sopraelevazioni del piano 2° e ricostruzione delle falde di copertura; 2. Realizzazione di una nuova scala interna metallica dal piano terreno a piano 2°; 3. Realizzazione di un percorso esterno di sicurezza sulla copertura del corpo est della villa; 4. Installazione di nuovi impianti meccanici, elettrici e rete dati; 5. Interventi di risanamento conservativo e restauro delle facciate, dei pavimenti e degli spazi interni.

Il progetto nasce dalla volontà di ristrutturare e rendere contemporaneo un tipico lotto gotico, situato nell’Oltrarno fiorentino. Da Via dei Serragli, in un contesto prevalentemente residenziale costituito da palazzine alte quattro o cinque piani fuori terra, si ha accesso all’appartamento posto al primo piano. La distribuzione degli ambienti è caratterizzata dal lungo corridoio che collega l’ampia zona giorno nella parte terminale del lotto con le due zone notte ben divise: la camera del figlio su Via dei Serragli e la camera matrimoniale che affaccia sull’interno. La corte privata al centro dell’immobile permette di accedere al giardino esclusivo posto al piano inferiore. Le finiture e i materiali scelti hanno un linguaggio contemporaneo: superfici orizzontali e verticali mono-materiche con microcemento per la pavimentazione e intonaco lasciato a velo con uno strato di fissativo per le pareti; i nuovi infissi con profili minimali in ferro; la cucina in acciaio. Per evidenziare le stratificazioni storiche sono stati eliminati i controsoffitti della zona giorno e di parte del corridoio (esaltando così la struttura lignea dei solai) oltre a riportare alla luce alcune decorazioni pittoriche in prossimità della cucina. Un elemento di vanto della proprietà è senz’altro il giardino esclusivo che prima dei lavori era invaso dalla vegetazione; è stato ripulito dalle piante incolte e allestito con pochi arredi funzionali ricreando inoltre una piccola zona d’ombra.

Il progetto riguarda la ristrutturazione e l’allestimento di interni di uno spazio commerciale adibito ad un Atelier di abiti da sposa di alta sartoria made in Italy. La committenza necessitava di uno spazio ampio espositivo e di un camerino che al bisogno potesse anche essere suddiviso in due ambienti, oltre che di una sartoria nello spazio retrostante il negozio, con accesso diretto dalla zona prova. Lo stile dell’Atelier doveva rispecchiare l’eleganza e l’artigianalità del marchio pertanto sono stati volutamente disegnati ad hoc tutti gli arredi interni, le decorazioni in parete ed a soffitto arricchiti con l’uso di cornici applicate, nonché selezionate accuratamente finiture e complementi d’arredo: esempio sono i lampadari della ditta Vistosi, il parquet in rovere posato a spina italiana, la carta da parati di Armani Casa e Casamance. Artigiani locali hanno realizzato con materiali di pregio le appenderie in ferro verniciato bronzo, le pareti divisorie in vetro stratificato fluted e specchio, le porte interne in legno sia bugnate laccate sia a scomparsa filomuro. Attenzione particolare infine alle vetrine come elemento scenografico percepito dall’esterno, di cui inoltre sono stati sostituiti gli infissi con soluzione a tutto vetro extrachiaro. All’interno delle stesse prende la scena una grande quinta realizzata anch’essa su disegno, in ferro e pannelli rivestiti in carta da parati, studiata appositamente per fare da sfondo ai pregiati abiti esposti.

Il progetto riguarda la ristrutturazione e l’allestimento di interni di uno spazio commerciale adibito ad un Atelier di abiti da sposa di alta sartoria made in Italy. La committenza necessitava di uno spazio ampio espositivo e di un camerino che al bisogno potesse anche essere suddiviso in due ambienti, oltre che di una sartoria nello spazio retrostante il negozio, con accesso diretto dalla zona prova. Lo stile dell’Atelier doveva rispecchiare l’eleganza e l’artigianalità del marchio pertanto sono stati volutamente disegnati ad hoc tutti gli arredi interni, le decorazioni in parete ed a soffitto arricchiti con l’uso di cornici applicate, nonché selezionate accuratamente finiture e complementi d’arredo: esempio sono i lampadari della ditta Vistosi, il parquet in rovere posato a spina italiana, la carta da parati di Armani Casa e Casamance. Artigiani locali hanno realizzato con materiali di pregio le appenderie in ferro verniciato bronzo, le pareti divisorie in vetro stratificato fluted e specchio, le porte interne in legno sia bugnate laccate sia a scomparsa filomuro. Attenzione particolare infine alle vetrine come elemento scenografico percepito dall’esterno, di cui inoltre sono stati sostituiti gli infissi con soluzione a tutto vetro extrachiaro. All’interno delle stesse prende la scena una grande quinta realizzata anch’essa su disegno, in ferro e pannelli rivestiti in carta da parati, studiata appositamente per fare da sfondo ai pregiati abiti esposti.

Il Cinema Teatro Odeon, ora GO – Giunti Odeon, si rinnova e dà nuova linfa ad uno dei luoghi socio-culturali più importanti del panorama fiorentino. Il restauro e la riorganizzazione degli spazi permettono un fertile sincretismo tra libri, musica, cinema e teatro, creando uno dei centri culturali del capoluogo toscano. L’architettura liberty del Palazzo dello Strozzino accoglie l’unione tra la vasta libreria firmata Giunti e la storica sala cinematografica, rimodernata in forme e tecnologie. Il progetto nasce da due temi fondamentali: la riscoperta degli spazi originali, con l’eliminazione di ogni superfetazione stratificatasi sulle forme dell’edificio storico; e la ricerca di un dialogo tra vecchio e nuovo che non cede alla cristallizzazione degli spazi nel tempo ma considera il passato come parte fondamentale del futuro. La rimozione della platea che copriva la pavimentazione originale, la riapertura dell’ingresso principale nel foyer, il restauro di fontane e decorazioni, riportano in auge l’eleganza delle forme storiche; lo studio cromatico rispetta i colori tradizionali del Teatro e li risalta per contrasto con il turchese della moquette; il restauro del palcoscenico permette l’istallazione di un ledwall che fa da schermo ai grandi classici; permane lo schermo a rullo del cinema che la sera scende sul palco e dà via alla magia. Il risultato del progetto è uno spazio in cui vecchio e nuovo si confrontano e dialogano, una dimensione altra in cui il tempo sembra sospeso

Premio Architettura Toscana

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