Un nuovo angolo di oriente dal sapore contemporaneo ed elegante, Bund ristorante cinese situato sul lungofiume di Firenze, racconta i molteplici modi di vivere la cultura culinaria orientale. Gli oltre 250 mq di superficie articolata su due piani, sono fortemente connotati dalla combinazione dei materiali, dai contrasti cromatici e dalla attenta regia della luce. Il piano terra enfatizzato da ampi spazi voltati è caratterizzato da un bancone semicircolare in ottone e marmo, palcoscenico ideale per la preparazione dei dim sum, sul quale domina lo chandelier elegante e raffinato ispirato al design anni ’50. Il piano interrato è caratterizzato dal susseguirsi di sale, le cui volte in mattoni di colore bianco contrastano con il rivestimento delle pareti in ferro nero e inserti in ottone. Le lampade a braccio in ottone satinato permettono di avere una luce puntuale sui tavoli e di creare un’atmosfera discreta e sofisticata, sottolineando l’opacità del ferro e la lucentezza dell’ottone. La sala privè, alla quale si accede attraverso due ampie porte scorrevoli in legno intarsiato, consente di ospitare eventi privati garantendo discrezionalità in un’atmosfera elegante e unica.

La Ménagerè

La Ménagère è viaggio, racconto, narrazione, letteratura, mondi variegati e mutevoli, ricchi o ruvidi, delicati o graffianti, luminosi, freschi e naturali o intriganti, segreti, oscuri, odori, gusti, luce, ombra, materiali, colori, lingue e linguaggi. L’intervento è stato guidato dal desiderio di abbandono delle formule che componevano il precedente spazio, abbandono di qualsiasi formula che è diventata nel frattempo standard, come i luoghi scorticati, e anche un po’ i bellissimi e religiosi mix romantici di industrial, design e vintage. Da questi contesti la ricerca, quasi ossessiva per i materiali e gli arredi. Un’avvolgente, estenuante e ininterrotta esplorazione di velluti, motivi floreali, carta da parati, ma anche cemento, cementine, ferro crudo, legno, cristallo moderno, moquette, decorazioni geometriche, legni ebanizzati, arredi di ogni epoca (30/40/50/60/70) e di altri disegnati appositamente che danno vita ad un intreccio di molti mondi diversi, abbandonando il linguaggio personale e autoreferenziale e inutilmente e dannosamente riconoscibile a favore di un tutto molto incessantemente permeabile. Uno schiudersi, scenario dopo scenario, di una straniante meraviglia.

Villa Bellosguardo è il risultato della profonda riconfigurazione di un edificio preesistente. L’area è situata sulla collina di Bellosguardo, una delle più suggestive di Firenze, che deve alle sue molte qualità, architettoniche e naturalistiche, la classificazione quale area di interesse storico-culturale. Il progetto di Bellosguardo rappresenta un esempio di come si possa introdurre un linguaggio discretamente contemporaneo in uno degli scenari paesaggistici più delicati del territorio fiorentino, nel pieno rispetto del contesto storico e naturalistico. All’edificio originario erano stati aggiunti nel tempo una serie di corpi esterni in modo disorganico e posticcio, mentre i prospetti presentavano aperture casuali e prive di una coerente organizzazione compositiva. Gli spazi interni risultavano segmentati e privi di una visione d’insieme. Gli interventi si sono così concentrati nell’eliminare i segni di un’architettura dimessa e generica, in favore di un linguaggio più moderno ed essenziale, ispirato ai volumi stereometrici dell’architettura mediterranea. Gli obiettivi sono stati: raccogliere i volumi dei precedenti ampliamenti integrandoli organicamente nella volumetria dell’edificio, organizzare un disegno coerente dei prospetti, ripulire i frammentati spazi interni in favore di ambienti più ampi e regolari. Si è inoltre introdotto il tema della Sostenibilità con la creazione di un cappotto termico esterno, l’isolamento della copertura e l’uso di vetri atermici.

Il Messori Suites è un B&B di lusso situato in uno dei quartieri residenziali più esclusivi ed eleganti della città di Firenze. Dispone di camere con superfici che variano dai 25 ai 55 mq e di un giardino interno che si configura come un’oasi di pace, lontana dai rumori e dal caos della città diventando un posto ideale per rilassarsi, fare colazione e vivere il privilegio di soggiornare in una casa fiorentina. Il B&B è situato in un palazzo degli anni ’30 appartenuto alla famiglia Messori. Le camere sono accomunate dalla ricerca di uno stile contemporaneo, elegante ed accogliente. Studiate in modo da soddisfare le diverse esigenze dei propri clienti ed offrirgli un’esperienza che unisce autenticità e lusso, sono caratterizzate da letti a baldacchino, specchi fumè con dettagli in ottone spazzolato, arredi artigianali in legno realizzati appositamente per Messori Suites, rivestimenti decorativi ed accessori di pregio. Lo stile contemporaneo dei materiali e delle pregiate tappezzerie, che si intonano perfettamente ai colori dei parati decorativi delle camere e dei mosaici delle stanze da bagno, contribuiscono a creare un’atmosfera calda e accogliente, rendendo gli ambienti perfettamente integrati nel contesto di questa residenza fiorentina. In alcune camere, il bagno e la zona notte sono in stretta connessione, separati solo da vetrate fumè che garantiscono la giusta privacy alle due zone senza rinunciare ad una continuità visiva.

Il Messori Suites è un B&B di lusso situato in uno dei quartieri residenziali più esclusivi ed eleganti della città di Firenze. Dispone di camere con superfici che variano dai 25 ai 55 mq e di un giardino interno che si configura come un’oasi di pace, lontana dai rumori e dal caos della città diventando un posto ideale per rilassarsi, fare colazione e vivere il privilegio di soggiornare in una casa fiorentina. Il B&B è situato in un palazzo degli anni ’30 appartenuto alla famiglia Messori. Le camere sono accomunate dalla ricerca di uno stile contemporaneo, elegante ed accogliente. Studiate in modo da soddisfare le diverse esigenze dei propri clienti ed offrirgli un’esperienza che unisce autenticità e lusso, sono caratterizzate da letti a baldacchino, specchi fumè con dettagli in ottone spazzolato, arredi artigianali in legno realizzati appositamente per Messori Suites, rivestimenti decorativi ed accessori di pregio. Lo stile contemporaneo dei materiali e delle pregiate tappezzerie, che si intonano perfettamente ai colori dei parati decorativi delle camere e dei mosaici delle stanze da bagno, contribuiscono a creare un’atmosfera calda e accogliente, rendendo gli ambienti perfettamente integrati nel contesto di questa residenza fiorentina. In alcune camere, il bagno e la zona notte sono in stretta connessione, separati solo da vetrate fumè che garantiscono la giusta privacy alle due zone senza rinunciare ad una continuità visiva.

Durante i lavori di recupero degli ambienti sottostanti al “Cortile di Michelozzo” sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici che hanno reso necessario rivedere concettualmente il progetto nella sua complessità oltre alle opportune revisioni dei progetti impiantistico e strutturale. Le linee guida condivise tra la committenza, le soprintendenze e i progettisti hanno previsto di recuperare e quindi musealizzare l’intero “quadrilatero” che corrisponde al cortile, compresa la cosiddetta “Rampa dei Muli” accesso privilegiato ai locali sotterranei. Grandi lastre in acciaio Corten coprono la zona degli scavi: la loro divisione, oltre a configurare un disegno che ricalca il rilievo e le annotazioni degli archeologi, lascia intravedere, come e dove rinvenuti, i ritrovamenti di maggior rilevanza a testimoniare e “raccontare se stessi”. La valorizzazione passa dall’esposizione ragionata dei reperti, indispensabilmente mediata da un apparato didattico/didascalico attento alle “percezioni sensoriali” dei visitatori. Concentrando le teche in un’area dedicata è stato possibile organizzare i reperti non solo per la loro datazione e/o luogo di provenienza ma anche in un confronto comparativo con i grandi temi: la casa, la cucina, l’architettura, ecc. Una volta fruito l’insieme dei reperti l’approfondimento delle informazioni è affidato a uno strumento multimediale con display touchscreen, “estensione fisica” delle vetrine ma distinto in un momento di sintesi del percorso espositivo

Il nostro progetto per ETRA, nuovo brand di hospitality nel campo del lusso, nasce al piano nobile di Palazzo Paggi-Tainti, raro esempio di architettura Liberty nel panorama fiorentino collocato ad un passo dal complesso monumentale del Duomo di Firenze. Alla ricchezza dell’apparato decorativo di facciata abbiamo abbinato un linguaggio architettonico contemporaneo fatto di pochi segni essenziali, di pieni e di vuoti, di superfici materiche esaltate dallo studio della luce capace di dare significato agli spazi interni completamente distrutti nel corso degli anni. La percezione del lusso nasce non da un’ostentata opulenza ma dall’utilizzo di materiali pregiati, dalla ricerca del dettaglio e dalla sperimentazione di nuove forme di artigianalità capaci di rendere materiali semplici unici e preziosi. Citazioni di artisti dell’epoca o di paesaggi storici, si alternano all’utilizzo di tecnologie contemporanee che creano effetti inaspettati. L’uniformità e il controllo cromatico di tutti gli ambienti consente l’esaltazione di alcuni particolari trattati con finiture preziose senza mai cedere all’esaltazione del decoro. Ogni dettaglio è stato meticolosamente disegnato o integrato con componenti di serie prodotti dalle eccellenze dell’Industrial Design italiano. Particolare rilevanza è stata data all’utilizzo della luce, componente determinante del progetto architettonico in quanto capace di sottolinearne i tagli più significativi e di creare scenari inaspettati.

Un unico pattern definisce la nuova piazza per l’Isolotto: un tappeto continuo, capace di rendere le differenze delle variazioni su un tema. Sono trame diverse che partecipano alla definizione di un disegno unico, comune dove ciò che prevale è il valore simbolico del “noi”, noi tutti insieme. Un flying magic carpet, capace di rendere vicini luoghi e persone lontane; è l’immagine simbolica della volontà di rendere vicino ciò che oggi è distante: le opinioni, i valori culturali, le etnie. Per questo il simbolo principale diventa rispecchiarsi nella copertura della grande pensilina, insieme. La vivibilità di una città oggi si misura innanzitutto sulla capacità che essa ha di invitare le persone a percorrerla, ad attraversarla in bicicletta, a sostare nei suoi spazi. Camminare è il punto di partenza, perché una città è tanto più ospitale ed accogliente quanto più è disponibile a farsi attraversare, così sono stati immaginati spazi che possono essere percorsi da tutti e guardati da tutti. Quello che abbiamo indagato con questo progetto quindi, è un’idea di città come luogo d’incontro, all’interno della quale lo spazio vuoto viene considerato un’opportunità di disegnare le relazioni tra cose diverse (edifici, persone, attività, flussi ecc.), di raccontare la qualità della vita che si svolge all’interno, attraverso un’idea che tenga insieme una sequenza di spazi del fuori, quelli di tutti, dove ogni individualità si riconosce come parte di una comunità, come parte di un “Noi”.

Lottozero

La funzionalizzazione del complesso di Palazzo Buontalenti si inserisce nel programma di espansione di EUI con la realizzazione di una nuova e prestigiosa sede. Il rapporto tra EUI e Firenze è consolidato da molti anni in un percorso di continua crescita che ha visto progressivamente aumentare il numero delle sedi: Badia Fiesolana, Villa Salviati, Villa Schifanoia, adesso Palazzo Buontalenti. Questo programma ha permesso negli anni l’instaurarsi di un virtuoso processo di valorizzazione di immobili demaniali prestigiosi e un loro utilizzo appropriato. Il primo passo per la realizzazione di questo programma è il restauro di una porzione del complesso buontalentiano, il cosi detto LOTTOZERO: il recupero di una porzione di circa 2000 mq al fine di allocarvi gli spazi della School of Transnational Governance. L’intervento prevede la creazione di spazi condivisi destinati allo staff di lavoro e spazi destinati ai ricercatori, impostati su modelli di co-working e corredati da aree per lo scambio tra persone e spazi attrezzati per ospitare incontri e riunioni. Il Lottozero è composto da un corpo di fabbrica su due livelli e un ammezzato (1600 mq), un cortile (600 mq) e il piano terra della ala nord del casino mediceo (400 mq). Ha accesso indipendente da via Cavour con il grande portale ad arco realizzato nel 1850. Si tratta sostanzialmente di una operazione di restauro, condotta in accordo con la Soprintendenza nel rispetto degli elementi costitutivi della architettura originale.

Golden View

La volontà del cliente era di riorganizzare gli spazi (modificati con più interventi che si sono succeduti negli anni) in modo più funzionale e rendere più omogenei gli interni. L’aspirazione era quella di ottenere un locale caldo e subito identificabile come ristorante di classe, e allo stesso tempo mettere in risalto la magnifica vista sul Ponte Vecchio da cui il ristorante prende il nome. Dopo un’attenta analisi del brand, si è deciso di riprendere e dare nuova vita e valore a quegli elementi del ristorante che nel tempo sono entrati nell’immaginario collettivo dei clienti così come dei semplici passanti: il marmo di Carrara che aveva caratterizzato l’area pescheria, l’ingresso e il bancone bar; i mobili contenitori per l’importante collezione di vini; i ricercatissimi prodotti gastronomici in bella vista.  Il marmo di Carrara è stato utilizzato per costruire il frontale del nuovo bancone, con un gioco di sovrapposizione di volumi semplici tra lastre di alto spessore e tavolati di legno d’ulivo, utilizzati per il top. Il ritmo delle lastre di marmo, disposte con tre dimensioni diverse alternate, viene sottolineato da listelli anch’essi in legno d’ulivo. Sia il marmo che il legno rimandano al territorio, alla Toscanità, perché è da qui che il ristorante attinge i suoi ingredienti e la sua tradizione. Per rendere ancora più protagonista la vista, sono stati rimossi tutti gli elementi, murari o di arredo, che potevano essere di ostacolo, rendendola visibile fin dalla strada.

Il progetto, nel centro storico di Firenze, mira a trasformare una cappella rinascimentale quattrocentesca in uno showroom sperimentale per un’azienda di cucine – Officine Gullo. L’edificio, parte del complesso della chiesa di Ognissanti, ricca di dipinti di famosi maestri come Giotto, Ghirlandaio e Botticelli, nei secoli ha ricoperto le più disparate funzioni, da cappella funeraria, a cinema, da ristorante a night club. Il progetto vuole riportare questo spazio alla semplicità e purezza originali, senza rimuovere le alterazioni del passato. Con pochi interventi e modifiche specifiche ai materiali e al layout della circolazione, il progetto separa ciò che è vecchio da ciò che è nuovo, sottolineando la diversa storia dei singoli elementi. Il volume triangolare al centro, aggiunto negli anni ’80, viene liberato dai rivestimenti e mostra la sua struttura, dichiarando la propria diversità dalle parti originali della cappella e offrendo l’opportunità di creare uno spazio polifunzionale, trasformabile ed estremamente flessibile. Le scale vengono invece riportate nell’intercapedine tra la cappella e la chiesa di Ognissanti, originariamente staccate tra loro. Il concetto di showroom viene quindi reinterpretato, esponendo un’unica cucina attiva al centro dello spazio. La visita diventa un’esperienza museale, dove il visitatore prima ancora di conoscere i prodotti, viene a contatto con la storia della cucina italiana attraverso oggetti antichi esposti e video multimediali.

Progetto di ristrutturazione edilizia e cambio d’uso de complesso edilizio “Granaio dell’Abbondanza” per la realizzazione di incubatore startup, coworking, scuola di alta formazione. Il nucleo originario, che comprendeva l’edificio sulla Piazza del Cestello e l’intero isolato destinato ai Granai Medicei, silos per il deposito del grano, fu costruito dal 1695 al 1697, da Cosimo III de’ Medici su progetto di Giovan Battista Foggini, sottoposto alla Magistratura dell’Abbondanza, dalla quale prese il nome. Nel 1800, passò all’Ordine di Santo Stefano, come Caserma dei Cavalieri. Fu sede delle truppe Napoleoniche e Spagnole e, nel 1860-1871, diventa Caserma Cavalli. Progetto di ristrutturazione e riqualificazione. Granaio dell’Uccello, Granaio dell’Abbondanza, Panificio Militare, Caserma Guidobono, Caserma Cavalli che oggi rinasce come “granaio delle idee- innovation center”. Un intervento, che interessa una superficie di oltre mq 5.000, teso alla ristrutturazione non solo delle parti storiche ed architettoniche del Complesso quanto ad una sua riqualificazione funzionale con destinazioni innovative, culturali e didattiche che portano nel Centro di Firenze, qualità e recupero, storia e tecnologia, giovani e progettisti di nuove forme di scienza, tecnologia, ricerca di alta qualità. Le nuove destinazioni, Startup di Nana Bianca, Sale convegni, Scuola di Alta Formazione-42 Luiss Firenze, fanno di questo luogo un Polo dell’Innovazione a livello internazionale.

Premio Architettura Toscana

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