L’attenzione e il “rispetto” del contesto in cui ci siamo trovati ad operare, ci ha imposto un intervento che, non alterando la facciata dell’immobile, si sviluppasse all’interno dell’unità immobiliare e fosse caratterizzato dalla fornitura di un arredo e impianti, il cui eventuale smontaggio, non compromettesse parti strutturali e decorative dell’edificio. L’intento è quello di “invitare”, all’interno dell’allestimento, la clientela che sta visitando l’area monumentale, in un percorso espositivo nel quale, gli oggetti venduti, sono inseriti in un arredo connesso architettonicamente con l’esterno. “Invito” realizzato con un ingresso “sempre aperto”, senza ulteriori infissi, utilizzando il portone esistente, restaurato e l’uso di colori e materiali presenti nell’adiacente piazza “dei Miracoli”: il prato, il grigio della pietra “serena” e del marmo Bardiglio, il bianco del marmo di Carrara. Il negozio è un percorso, delimitato a terra da un prato artificiale, ad una quota rialzata rispetto alla pavimentazione. Alle pareti laterali sono appese delle “nicchie”, con andamento curvilineo, che accompagnano il cliente nell’acquisto e nell’osservazione dei prodotti, fino alla cassa, posta nella stanza successiva a quella di ingresso. Gli espositori, sospesi da terra, sono progettati come un “nastro” continuo dove si inseriscono nicchie con archi a tutto sesto, ricordo degli archetti ciechi e delle lesene appartenenti agli edifici della piazza.

Il fabbricato posto a Pisa in via Gioberti 39 è un edificio con pianta irregolare, di due piani fuori terra ed un piano interrato, destinato a biblioteca, uffici ed altri spazi polivalenti con un ampio giardino esterno ed una Piazza pubblica antistante. L’edificio è caratterizzato da un involucro trasparente articolato intorno ai due blocchi scala e servizi. La trasparenza delle pareti vetrate è stata concepita nel rispetto del grande valore delle mura urbane poste dietro l’edificio e che così possono essere viste dalla via pubblica. La struttura è di tipo reticolare a ponte con funzione di sostegno dell’involucro trasparente che rende possibile una flessibilità totale dello spazio. La zona centrale dell’atrio al piano terra risulta libera da pilastri in quanto gli orizzontamenti sono sostenuti da tre travate reticolari tipo Warren di altezza pari all’interpiano tra piano primo e copertura. Gli elementi rigidi sono costituiti dai due corpi scala in c.a. La parete vetrata esterna è ancorata attraverso montanti ai solai. Il volume dell’auditorium al piano primo è l’elemento che concilia massa e leggerezza di forma a parallelepipedo appeso e rivestito in legno. Questa “scatola volante” può essere osservata dalla sala polifunzionale posta al piano terra. Il piano seminterrato assume la valenza di piastra distributiva di servizi, canalizzazioni e reti tecniche che attraverso i cavedi dipartono da questo livello rendendo facilmente manutenibile e gestibile l’intero complesso.

Hidden Eggs

L’opera è situata nel sottosuolo di una villetta a Luciana (Fauglia). Era possibile accedere dal Soggiorno alle Cantine mediante una scala in pietra chiusa da una grata in ferro; le cantine avevano un solaio in legno (quota -2.97 mt) poggiato su travi in acciaio, da una botola con scala a pioli era possibile accedere al livello sottostante (quota – 5.27 mt). Il livello di umidità era tale da aver corroso i solai e compromesso l’impianto elettrico delle cantine. L’Opera Hidden Eggs ha previsto una nuova chiusura delle scale composta da tre vetrate con infisso in acciaio e maniglia a scomparsa poste a livello del pavimento del soggiorno. E’ stato quindi realizzato un impianto di aerazione forzata utilizzando tubazioni in Pvc per le cantine ed in acciaio inox a vista in Cucina regolate da un ventilatore con motore posto all’esterno del fabbricato. Sono stati realizzati nuovi solai e scale a chiocciola mediante profili in acciaio e lamiere grecate (per garantire maggiore passaggio d’aria). La Cantina di destra, utilizzata per i vini, è visibile dal lucernario in Soggiorno e presenta un solaio composto da lamiere tagliate a spicchi che proseguono l’andamento della scala a chiocciola, ha sia illuminazione scenica realizzata mediante led colorati che illuminazione tecnica per l’utilizzo della cantina stessa. La Cantina di sinistra, utilizzata come ripostiglio, ha scale decentrate e solaio composto da lamiere tagliate irregolarmente, presenta illuminazione tecnica a tenuta stagna.

Hidden Eggs

L’opera è situata nel sottosuolo di una villetta a Luciana (Fauglia). Era possibile accedere dal Soggiorno alle Cantine mediante una scala in pietra chiusa da una grata in ferro; le cantine avevano un solaio in legno (quota -2.97 mt) poggiato su travi in acciaio, da una botola con scala a pioli era possibile accedere al livello sottostante (quota – 5.27 mt). Il livello di umidità era tale da aver corroso i solai e compromesso l’impianto elettrico delle cantine. L’Opera Hidden Eggs ha previsto una nuova chiusura delle scale composta da tre vetrate con infisso in acciaio e maniglia a scomparsa poste a livello del pavimento del soggiorno. E’ stato quindi realizzato un impianto di aerazione forzata utilizzando tubazioni in Pvc per le cantine ed in acciaio inox a vista in Cucina regolate da un ventilatore con motore posto all’esterno del fabbricato. Sono stati realizzati nuovi solai e scale a chiocciola mediante profili in acciaio e lamiere grecate (per garantire maggiore passaggio d’aria). La Cantina di destra, utilizzata per i vini, è visibile dal lucernario in Soggiorno e presenta un solaio composto da lamiere tagliate a spicchi che proseguono l’andamento della scala a chiocciola, ha sia illuminazione scenica realizzata mediante led colorati che illuminazione tecnica per l’utilizzo della cantina stessa. La Cantina di sinistra, utilizzata come ripostiglio, ha scale decentrate e solaio composto da lamiere tagliate irregolarmente, presenta illuminazione tecnica a tenuta stagna.

Hidden Eggs

L’opera è situata nel sottosuolo di una villetta a Luciana (Fauglia). Era possibile accedere dal Soggiorno alle Cantine mediante una scala in pietra chiusa da una grata in ferro; le cantine avevano un solaio in legno (quota -2.97 mt) poggiato su travi in acciaio, da una botola con scala a pioli era possibile accedere al livello sottostante (quota – 5.27 mt). Il livello di umidità era tale da aver corroso i solai e compromesso l’impianto elettrico delle cantine. L’Opera Hidden Eggs ha previsto una nuova chiusura delle scale composta da tre vetrate con infisso in acciaio e maniglia a scomparsa poste a livello del pavimento del soggiorno. E’ stato quindi realizzato un impianto di aerazione forzata utilizzando tubazioni in Pvc per le cantine ed in acciaio inox a vista in Cucina regolate da un ventilatore con motore posto all’esterno del fabbricato. Sono stati realizzati nuovi solai e scale a chiocciola mediante profili in acciaio e lamiere grecate (per garantire maggiore passaggio d’aria). La Cantina di destra, utilizzata per i vini, è visibile dal lucernario in Soggiorno e presenta un solaio composto da lamiere tagliate a spicchi che proseguono l’andamento della scala a chiocciola, ha sia illuminazione scenica realizzata mediante led colorati che illuminazione tecnica per l’utilizzo della cantina stessa. La Cantina di sinistra, utilizzata come ripostiglio, ha scale decentrate e solaio composto da lamiere tagliate irregolarmente, presenta illuminazione tecnica a tenuta stagna.

Per il progetto, finalizzato alla realizzazione della nuova sede direzionale e commerciale di una giovane e dinamica realtà imprenditoriale pisana, la casa farmaceutica Pharmanutra, è stato scelto questo fabbricato isolato, contraddistinto dai connotati di casa rurale, anche se in realtà generato dalla ristrutturazione di un capannone negli anni ’90, perché al di là dei contenuti volumetrici e formali erano state viste le potenzialità in esso contenute. L’intervento è sostanzialmente conservativo, attuato con semplici opere di ristrutturazione interna, per adeguare i locali alle nuove esigenze funzionali, ma il vero intervento è teso alla creazione di un fabbricato ad emissioni zero, energeticamente autosufficiente. La proprietà, operando nel campo della ricerca avanzata è indirizzata a tutto ciò che è all’avanguardia per tecnologia e sensibilità all’ambiente. Da queste premesse ed in considerazione della felice ubicazione del manufatto, libero sui quattro lati e posizionato longitudinalmente secondo l’asse est/ovest, è stato possibile ipotizzare un sistema passivo di climatizzazione, in particolare ricorrendo ad una “serra solare”. L’intervento è assolutamente ecosostenibile, tutti i materiali principalmente utilizzati: ferro, vetro ed alluminio, sono riutilizzabili o riciclabili al 100%. Questo intervento frutto di una attenta combinazione di soluzioni passive, la serra solare e attive, pompa di calore, risponde a pieno titolo ai principi delle “green city”; la sfida

Oggetto del presente intervento è un immobile ubicato in località Cedri, Comune di Peccioli. Il fabbricato, già presente nelle mappe della cartografia del catasto leopoldino, risale al XIX secolo e originariamente aveva funzioni agricole; nella seconda metà del XX secolo era già impiegato ad uso esclusivo di civile abitazione. E’ stata eseguita una riqualificazione dell’intero edificio, mantenendo gli elementi architettonici e i materiali originali che lo caratterizzano. Internamente sono stati parzialmente ridistribuiti gli ambienti, unendo due piccoli ambienti in un unico salone e adeguando i servizi igienici ad esigenze abitative più moderne. Si è scelto di demolire parte del controsoffitto non strutturale, al fine di recuperare la spazialità tipica dei fabbricati di questo tipo, valorizzando le travi in legno originali riportate a vista; le pareti del salone sono state stonacate fino a far riaffiorare la pietra originale, che ripulita e imbiancata restituisce all’ambiente interno la vera essenza materica; in questo ambiente sono stati posizionati due lucernari per incrementare l’illuminazione e l’aerazione del locale. Nella camera-studio l’altezza recuperata è stata sfruttata per realizzare un soppalco in legno e ferro a vista, illuminato tramite l’apertura di un lucernario in copertura. Per quanto riguarda i lavori esterni, oltre alla revisione delle facciate e delle coperture, è stato riqualificato il sistema del verde.

Oggetto del presente intervento è un immobile ubicato in località Cedri, Comune di Peccioli. Il fabbricato, già presente nelle mappe della cartografia del catasto leopoldino, risale al XIX secolo e originariamente aveva funzioni agricole; nella seconda metà del XX secolo era già impiegato ad uso esclusivo di civile abitazione. E’ stata eseguita una riqualificazione dell’intero edificio, mantenendo gli elementi architettonici e i materiali originali che lo caratterizzano. Internamente sono stati parzialmente ridistribuiti gli ambienti, unendo due piccoli ambienti in un unico salone e adeguando i servizi igienici ad esigenze abitative più moderne. Si è scelto di demolire parte del controsoffitto non strutturale, al fine di recuperare la spazialità tipica dei fabbricati di questo tipo, valorizzando le travi in legno originali riportate a vista; le pareti del salone sono state stonacate fino a far riaffiorare la pietra originale, che ripulita e imbiancata restituisce all’ambiente interno la vera essenza materica; in questo ambiente sono stati posizionati due lucernari per incrementare l’illuminazione e l’aerazione del locale. Nella camera-studio l’altezza recuperata è stata sfruttata per realizzare un soppalco in legno e ferro a vista, illuminato tramite l’apertura di un lucernario in copertura. Per quanto riguarda i lavori esterni, oltre alla revisione delle facciate e delle coperture, è stato riqualificato il sistema del verde.

UN NUOVO SPAZIO A SERVIZIO DELLA PARROCCHIA E DELLA COMUNITÀ’ TORNA A PRENDERE VITA ALL’INTERNO DEL COMUNE DI BIENTINA IN PROVINCIA DI PISA. LA SALA E’ DEDICATA A SAN GIOVANNI BOSCO, IL SANTO PATRONO DELLA GIOVENTÙ’. IL FABBRICATO, DENOMINATO EX CINEMA ‘LA TORRE’, OGGETTO DI RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO, COMPLETATO ORIGINARIAMENTE NEL 1958, RIMASE RIFERIMENTO STORICO DEL TEMPO; INIZIO’ COSI’, UN PERIODO DI CRISI DELLE SALE PARROCCHIALI E FU DEFINITIVAMENTE CHIUSO ALLA FINE DEGLI ANNI ’70. NEL 1988, LA ‘BANCHINA’ DI BIENTINA LO RICEVETTE IN COMODATO GRATUITO PER LE NECESSITA’ DELLA ASSOCIAZIONE ‘FILARMONICA BIENTINESE. RIMASTO POI CHIUSO PER DIVERSI ANNI, NEL 2013 LA PARROCCHIA SI E’ RIVOLTA ALLA STUDIO TECNICO TONI E SONO COSI’ COMINCIATI I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE, ATTRAVERSO L’AUSILIO DI MAESTRANZE LOCALI. L’INTERVENTO, CONCLUSOSI CON L’INAUGURAZIONE DEI LOCALI, NEL FEBBRAIO 2017, SI E’ POSTO COME OBIETTIVO QUELLO DI RI-FUNZIONALIZZARE L’EX CINEMA, CON L’ADEGUAMENTO COMPLETO DI TUTTI GLI IMPIANTI , COMPRESO L’INSTALLAZIONE DI UN IMPIANTO AUDIO-VIDEO DIGITALIZZATO, CREANDO COSI’ UNO SPAZIO POLIFUNZIONALE DI AGGREGAZIONE. LO SPAZIO E’ COMPOSTO DA: INGRESSO, PLATEA CON PALCOSCENICO E GALLERIA (PIU’ ALTRI SERVIZI ANNESSI) E ACCOGLIE UN MAX DI 157 POSTI A SEDERE. IN QUANTO SALA POLIFUNZIONALE PER RAGAZZI IL RESTYLING INTERNO HA CERCATO DI CREARE UN AMBIENTE, FRESCO, COLORATO E ACCOGLIENTE CERCANDO ANCHE SOLUZIONI E MATERIALI INNOVATIVI.

Il Centro Direzionale Forti ospita la sede operativa del gruppo aziendale.L’edificio rappresenta un esempio di architettura sostenibile su grande scala:le sue performance energetiche infatti sono il risultato di una progettazione attenta agli aspetti bioclimatici mentre il susseguirsi delle superfici opache e trasparenti è stato studiato in base al loro specifico orientamento. Una hall a tripla altezza accoglie i visitatori aprendosi in una facciata ventilata.La facciata sud-est è invece caratterizzata da grandi vetrate continue schermate da frangisole lineari a passo variabile:queste scelte donano agli ambienti di lavoro una vista aperta sul paesaggio,mentre giardini pensili e terrazze contribuiscono alla regolazione del microclima.Infine,il lato sud ospita una grande facciata ventilata in pannelli fotovoltaici architettonicamente integrati che copre gran parte dei consumi di condizionamento e illuminazione. Grazie allo sviluppo di soluzioni architettoniche ad hoc,l’involucro diventa il primo impianto tecnologico dell’edificio. Parallelamente,è stato sviluppato un apparato impiantistico all’avanguardia, che impiega diverse tecnologie tra cui un sistema geotermico per la climatizzazione degli spazi interni e ricuperatori di calore e illuminazione LED. Il mix di fonti rinnovabili e strategie di contenimento dei consumi fanno di questo complesso un punto di riferimento per l’edilizia sostenibile in Toscana,candidato alla certificazione di sostenibilità LEED,Gold rating.

Lo spazio centrale chiuso da partizioni trasparenti e opache intorno al quale si snoda un unico spazio divisibile da pareti mobili che individuano l’area riposo, l’area pranzo e i laboratori. Le partizioni mobili consentono di utilizzare questi spazi in modo diverso a seconda del progetto didattico, del numero di bambini presenti, della possibilità di ospitarvi eventi che coinvolgano bambini e genitori .La forma sferica e la presenza di ambienti che si aggregano intorno all’aula centrale creano una distribuzione estremamente fluida e una maggiore facilità nel controllo dei bambini da parte degli educatori. Spazi interni: didattico per i bambini dai 18 mesi ai 6 anni, servizi igienici, il laboratorio/atelier centrale,gli ambienti polifunzionali (riposo/laboratori), il refettorio, cucina, lavanderia, dispensa, locale tecnico Progettazione integrata e studio bioclimatico dell’architettura Geotermia Pannelli solari Pannelli fotovoltaici Recupero acqua piovana impianto di ventilazione interna (in mq) superfice lotto 1186,Sul 418,giardino 424,Volume 1566 mc

Il fabbricato che ospita la filiale e sede legale della Banca di Pisa e Fornacette si trova nel centro di Pisa, in via Lungarno Pacinotti, vicino al Ponte di Mezzo. Il progetto interessa alcuni locali del piano terra e del piano primo di un edificio storico e si articola su una superficie complessiva di circa 650 mq. Il piano terra ospita la hall di ingresso, il salone con le casse ed il caveau. Attraverso l’ingresso si entra in uno spazio a doppia altezza, attraversato da due ponti colorati, al cui interno si sviluppa una comoda scala in legno di teak, che sale al piano superiore. Il piano primo, con una superficie di circa 500 mq, ospita gli uffici della direzione, la segreteria, la sala riunioni, la sala per conferenze, archivi e locali tecnici, uniti tra loro da una “catena”di corridoi, slarghi e spazi di attesa. L’intervento di restauro ha lasciato invariata la distribuzione dei locali e la loro dimensione, prevedendo un’opera di consolidamento delle strutture e il ridisegno dei percorsi di distribuzione. All’esterno l’edificio mantiene un aspetto omogeneo e si integra con il resto dei prospetti affacciati sul fiume. All’interno il progetto ammicca ai decori tradizionali delle mattonelle in graniglia degli anni ’50, ingigantiti attraverso la lente della rivisitazione pop. Così dove il pavimento prende colore gli arredi si fanno più tenui, al contrario nelle stanze in cui il rivestimento è bianco e nero gli armadi, i tavoli e le sedie si accendono con i colori intensi.

Premio Architettura Toscana

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