Sala Oro

Il Teatro della Pergola è una “cattedrale” fatta di legno, teli, corde, stucchi, suoni e voci che si rincorrono attraverso scale e corridoi: un bellissimo labirinto dove convivono linguaggi e materiali diversi, macchine e ingranaggi che permettono di trasformare gli ambienti in qualcos’altro, montando e smontando velocemente strutture che ne modificano la percezione, senza perdere l’identità e la forma. Il progetto di un nuovo sistema espositivo per allestimenti temporanei realizzato per la Sala Oro – una galleria stretta e lunga come una strada, decorata come un salone per le feste – muove da queste osservazioni e si confronta con i vincoli e le caratteristiche del suo spazio. Come spesso accade, è il luogo che suggerisce ipotesi e soluzioni: il progetto sviluppa la suggestione della strada e la trasforma nell’idea di un “percorso abitato” che ne occupa il vuoto con rispetto; un insieme di elementi che assumono via via le sembianze di una quinta, di una colonna, di un portale, montati su un basamento che attraverso una “griglia di fori” li organizza entro un sistema geometrico variamente componibile, in grado di assumere molte e diverse configurazioni. La struttura, molto semplice e a basso costo, è stata pensata e realizzata per essere composta, smontata e stoccata con relativa facilità. Ogni elemento del sistema è un modulo progettato in modo da poter essere utilizzato modificando all’occorrenza posizione, colore e grafica, adattandosi ai diversi contenuti di una mostra.

Dai colori, gli odori e i sapori del territorio nascono le linee, le forme e i luoghi. Il percorso del visitatore si snoda all’interno di questa antica residenza fra la storia e la contemporaneità. I materiali, i tessuti, gli oggetti di recupero e l’artigianato identificano gli ambienti privilegiandone l’unicità. Il progetto di interior è incentrato sull’integrazione tra i valori ed i caratteri del contesto storico, artistico, paesaggistico, umano ed il linguaggio architettonico contemporaneo per creare ambienti accoglienti, che avvolgano ed emozionino. L’ospite vive l’esperienza del viaggio nel cuore dell’antico borgo di Montalcino all’interno di uno spazio, raffinato, confortevole, genuino, permeato da tradizione e contemporaneità. La cura e l’attenzione al contesto si concretizza nella scelta dei materiali, dei colori, delle forme. In tutte le stanze sono restaurati i soffitti originali in legno di castagno e mezzane in cotto, le pareti sono trattate con finitura a calce e dove possibile sono state mantenute le originali pareti in pietra. Gli altri materiali sono il travertino toscano, il rovere miele, il ferro. Il vetro, l’acciaio e l’illuminazione led conferiscono un tono contemporaneo e delicato in armonia con la storicità della struttura. Grande importanza è attribuita all’artigianalità, al materico, al “su misura”, alla tradizione, integrando questi temi con gli elementi più interessanti e qualificanti dell’innovazione.

Fil Rouge

L’idea: un involucro contemporaneo che potesse contenere oggetti datati. Un gioiello nel centro di Firenze che doveva essere giovane e dinamico, ma allo stesso tempo anche elegante e rispettoso nei confronti del passato. Il contrasto è più importante dell’armonia. Forme, colori e materiali sono in contrasto e mai in conflitto. “Un interno è come un orchestra sinfonica, ogni oggetto ha un ruolo preciso e molto importante, anche il più piccolo, tutto deve essere in prefetto equilibrio.” Il grigio assume il ruolo del bianco, ma più presente e porta una compattezza e un unità nella stanza di cui approfittano tutti i complementi”, mentre i toni intensi e saturati danno agli elementi anche un significato architettonico. I colori giocano un ruolo decisivo in questo progetto, le tende di velluto rosso rendono gli ambienti scenografici, come in un teatro, per dare ai mobili un palcoscenico, mentre le stoffe e i tappeti sono gli elementi che coniughino l’architettura e gli ambienti. La carta da parati e il murale alle pareti hanno una tematica, la foresta, che ha un rapporto diretto con il background del proprietario, gli alberi sono i presupposti di tutta la produzione di cui sono la personificazione. Anche molti elementi d’arredo nell’appartamento sono parte di questo omaggio alle origini del proprietario.

Beauty Salon VG

Il Beauty Salon VG Make-Up Artist and Eye Designer nasce nel quartiere Cure di Firenze. Attraverso una corte interna si accede ad un luogo magico che rifacendosi all’identità artistica della committenza formatasi in Accademia e Teatro, si ispira alle scenografie teatrali anni’30 rivisitate con caratteri contemporanei. Questa mixité insieme all’estrema cura dei dettagli ha generato un’atmosfera calda, avvolgente che porta il visitatore in una dimensione esotica, onirica e raffinata, in un viaggio nella bellezza senza tempo. Lo spazio si articola in un ambiente principale dove la parete a specchi amplifica lo sguardo moltiplicando l’effetto avvolgente ed elegante dato da materiali preziosi, finiture in ottone brunito, dettagli oro su nero, colori scuri e caldi, superfici e illuminazione, essenze noce canaletto lucido e opaco, marmo di carrara, laccature e dettagli cannettati, velluto per i drappeggi ed alcuni arredi vintage originali. La copertura originale con capriata e travicelli è stata valorizzata in chiave contemporanea laccandola del colore blu verde delle pareti ed enfatizzandone volumi e ombre con l’illuminazione. L’armonia di forme spazio e materiali, l’eleganza di finiture e colori, l’immagine coordinata dei dettagli stimolano una partecipazione emotiva dello spazio, un’esperienza sensoriale e percettiva unica di bellezza nata dalla cura e dall’amore messo da tutti gli attori che hanno condiviso un approccio tailor made al fare bene insieme, all’eccellenza artigiana.

Il Piano Nobile di Palazzo Capponi alle Rovinate ospita la sede della Stanford University da circa dieci anni. Il progetto di ampliamento, concepito durante il primo lockdown, recepisce il tema della flessibilità richiesto inizialmente dalla Committenza allargandolo al tema delle distanze fisiche necessarie per garantire il corretto svolgimento in sede della didattica. Ecco quindi che gli ambienti, caratterizzati da altezze importanti e soffitti affrescati, diventano il contenitore da rispettare e in cui inserire arredi e dotazioni impiantistiche necessarie. Gli arredi sono concepiti come moduli da assemblare e collocare a seconda delle esigenze didattiche, con la massima flessibilità. Arredi leggeri che richiamano il tema dei banchi di scuola e le cui forme spezzate ne evidenziano la modularità e le varie configurazioni. A partire dagli affreschi presenti, restaurati nell’ambito dell’intervento, sono stati individuati i temi cromatici che hanno dettato la scelta progettuale. La teoria dei 3 colori ha permesso di condurre la continuità tra i vari ambienti, garantita anche dalla presenza di un tappeto continuo in appoggio sagomato sul perimetro, funzionale alla preservazione dei pavimenti storici decorati presenti nel Palazzo. Il “fil rouge” formale è dato dal tema ricorrente della linea spezzata che consente di leggere con facilità gli arredi come elementi da accoppiare e posizionare in funzione delle esigenze didattiche.

Casa LIM

Un appartamento degli anni ’50, luminoso e con spazi generosi la cui organizzazione non rispecchiava le esigenze dei nuovi inquilini. I clienti esigevano un intervento radicale ed il cambio di funzione di praticamente tutti gli ambienti; il programma, preciso e complesso (cucina aperta su zona giorno separabile all’occorrenza, grande zona giorno, camera degli ospiti, un bagno in più, ingresso luminoso e spazio per organizzare) necessitava un completo ripensamento degli spazi. Le caratteristiche costruttive permettevano un certo grado di libertà nella riconfigurazione dello spazio senza compromettere la struttura. Il progetto si basa su due elementi: La realizzazione di una zona giorno unica su cui affaccia la cucina e la riconfigurazione della zona notte. Per fare questo, abbiamo deciso di realizzare un unico grande intervento unitario, un elemento funzionale e distributivo allo stesso tempo. Le partizioni del corridoio della zona notte sono state sostituite da profondi armadi; porte e ante, senza soluzione di continuità, definiscono un ambiente distributivo e funzionale allo stesso tempo. La transizione tra zona giorno e zona notte è determinata, oltre che da una porta scorrevole, da un cambio materico: le ante in doghe di legno naturale invece che porte laccate. La cucina, nella prima parte della zona notte, è divisa dal corridoio solo da un armadio e dalla zona giorno da tre grandi pannelli scorrevoli che danno continuità materica al corridoio.

In una splendida location nel cuore di Firenze nasce in nuovo negozio di parrucchieri CIVICO 13R. Il fondo è all’interno di un edificio vincolato dalla soprintendenza con volte a crociera ed un’ampia la corte interna. Gli interni sono stati concepiti in collaborazione con Leonardo di Bottega di Corte, alternando elementi moderni e altri dal gusto retrò.

Ardengo

Il principio cardine dell’approccio progettuale è stato quello di rendere vita e dignità ad un fondo desueto nel centro storico di Prato attraverso la riscoperta delle sue memorie storiche. Su tutte, le ampie volte a crociera e una colonna tardo medievale che silenziosamente, da sempre, sorveglia i locali. Le pareti perimetrali hanno subito interventi puntuali di recupero dell’intonaco ammalorato, mentre le ampie volte sono state restaurate e tinteggiate in modo tale da creare una sorta di “cappello” percepibile all’interno dell’intero fondo. La cucina a vista, oltre a far leggere l’attività lavorativa del ristorante, dona profondità e facilità di lettura del soffitto voltato.

La Boutique Pantano è stata progettata con l’obiettivo di esaltare la qualità del prodotto e creare una forte identità al brand Pantano attraverso l’offerta di un’esperienza di conoscenza e d’acquisto del prodotto carne innovativa. Uno spazio che mette al centro della narrazione prodotti di alta qualità, esposti in teche refrigerate circondate da un allestimento in legno che trova la sua massima rappresentatività nel soffitto, un’architettura parametrica che impiega 3668 listelli in legno naturale che lo ricoprono totalmente creando la metafora visiva di onde di messi di grano un’allusione alle coltivazioni che circondano gli allevamenti e che forniscono gran parte dei mangimi selezionati alla base della filiera di qualità del marchio. Il progetto si compone di una parte frontale pubblica e una semi privata in cui la clientela potrà “testare” i prodotti Pantano. La palette scelta: nero e legno naturale, richiama i colori istituzionali e contribuisce a dare profondità con un gioco di chiaro/scuro a tutto l’allestimento. Il controsoffitto in legno, è modulato in pannelli di un metro per un metro, in cui sono state preinseriti 81 bulloni su cui sono avvitati listelli di sezione quadra, ognuno con lunghezza diversa a formare le onde/campi di grano precedentemente modellati. Tutte le pareti sono rivestite di pannelli laccati nero e listelli di Ayus al naturale per dare continuità al motivo del controsoffitto.

Il borgo abbandonato di Castelnuovo dei Sabbioni sembra un luogo privo di vita. Nel suo volto in realtà resta impressa la sofferenza, segno di quella forza che anima i luoghi e gli esseri umani. Castelnuovo oggi è esangue per le dolorose ferite che ha conosciuto. Negli anni Ottanta, l’intera popolazione locale è stata strappata dal suo luogo natio e ricollocata in un nuovo centro urbano poco distante, a causa dei pericoli legati a quell’estrazione di lignite che, nei vent’anni precedenti, aveva già stravolto l’aspetto del borgo. Un viaggio a ritroso in una memoria cosparsa di cicatrici, che si spinge sino al 4 luglio 1944, durante l’occupazione nazista, quando settantatré persone furono fucilate e arse nel paese. Oggi, al posto della vecchia miniera sorge un grande lago artificiale, le case del borgo vecchio sono in abbandono e ricoperte di vegetazione, gli ultimi testimoni superstiti sono molto anziani. Albero Infinito, installazione architettonica e audiovisiva, vuole contribuire a vivificare questa memoria. All’opera è dedicata l’ultima stanza del Museo MINE, nel cuore del borgo. È un albero nero, in ferro, dalle venature-ferite del suo tronco fuoriescono come linfa i racconti di chi queste ferite le ha vissute in prima persona. È il risultato di un lavoro collaborativo di ascolto ed elaborazione delle testimonianze, che parla di Castelnuovo e di quei paesi vicini che ne condividono la storia.

Casa Giusta

La semplicità francescana Casa Giusta è il progetto di ristrutturazione di un appartamento degli anni ’70 di circa 120 mq a San Miniato, in Toscana, commissionato da una giovane coppia. Il progetto nasce da una richiesta insolita: creare un appartamento per l’antico tavolo dei bisnonni e portare nella casa la gioia dei pranzi in famiglia dell’infanzia. Il tavolo diventa così unità di misura del progetto che mira a adattare l’appartamento a pianta tradizionale con corridoio centrale ai bisogni del vivere contemporaneo. La strategia progettuale adatta l’appartamento alle esigenze della giovane coppia attraverso ambienti fluidi ottenuti grazie a un’unica parete-arredo che divide la zona giorno-cucina dalla zona notte, permettendo una connessione continua tra gli ambienti e la massima permeabilità dello spazio. L’utilizzo di materiali naturali, come legno e marmo, lo studio della luce naturale e il rigore francescano arricchito dal contrasto con gli arredi di famiglia della zona giorno, trasmettono un senso di semplicità e quiete. Allo stesso modo alcune delle immagini realizzate da Medulla studio includono l’interazione tra performance e spazio e giocano ad invertire il senso di freddezza spesso associato all’architettura contemporanea.

Un nuovo angolo di oriente dal sapore contemporaneo ed elegante, Bund ristorante cinese situato sul lungofiume di Firenze, racconta i molteplici modi di vivere la cultura culinaria orientale. Gli oltre 250 mq di superficie articolata su due piani, sono fortemente connotati dalla combinazione dei materiali, dai contrasti cromatici e dalla attenta regia della luce. Il piano terra enfatizzato da ampi spazi voltati è caratterizzato da un bancone semicircolare in ottone e marmo, palcoscenico ideale per la preparazione dei dim sum, sul quale domina lo chandelier elegante e raffinato ispirato al design anni ’50. Il piano interrato è caratterizzato dal susseguirsi di sale, le cui volte in mattoni di colore bianco contrastano con il rivestimento delle pareti in ferro nero e inserti in ottone. Le lampade a braccio in ottone satinato permettono di avere una luce puntuale sui tavoli e di creare un’atmosfera discreta e sofisticata, sottolineando l’opacità del ferro e la lucentezza dell’ottone. La sala privè, alla quale si accede attraverso due ampie porte scorrevoli in legno intarsiato, consente di ospitare eventi privati garantendo discrezionalità in un’atmosfera elegante e unica.

Premio Architettura Toscana

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