Scrittura, pittura e architettura: 100 note a margine dell’anonimo del XX secolo” “In Paolo … non il subcosciente ma il razionale, partendo da cognizioni scientifiche, si trasfigura in un mondo astratto e fantastico, e trae dall’accidentale e dal mutevole della realtà l’eterno e il perfetto”1 “Prospettiva vuol dire l’uomo diventato centro delle cose, l’uomo misura del mondo, l’uomo che tenta la propria libertà”2 Ricomporre e raccontare la vita e l’opera di Ricci pone interrogativi metodologici non indifferenti. Una figura dalle molteplici sfumature, che ha costantemente indagato la sua stessa opera in un dialogo interiore ed esteriore senza sosta e che ha fatto proprio ogni medium, dalla pesantezza della pietra fino alla leggerezza della parola scritta, per esprimere la sua filosofia. Una eredità che, a cento anni dalla sua nascita, sembra ancora vibrare e fuggire interpretazioni univoche, cangiante e dinamica come le figure antropomorfe che popolavano le sue visioni pittoriche. Da qui la volontà di tradurre in configurazione spaziale, in promenade, la sua opera manifesto, “Anonimo del XX Secolo”. Esporre l’intreccio inestricabile di pensiero e massa che ha caratterizzato e plasmato la sua opera ripercorrendone il percorso. 1 – M. Salmi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, Domenico Veneziano, 1938. 2 – L. Ricci, “Sensazione degli oggetti” in Anonimo del XX Secolo, Il Saggiatore Firenze, 1965

La definizione del nuovo concept e il progetto della nuova biglietteria di Autolinee Toscane SPA, in Colle val d’Elsa, è stato concepito a partire dai valori e identità della società di trasporto. L’identità locale è il punto di partenza per sottolineare i valori radicati nel territorio toscano. La versatilità diventa il mezzo a supporto di una soluzione che si adatti ai diversi contesti e situazioni senza tradirne l’immagine. La volontà è quella di allestire lo spazio mediante singoli elementi dalla forte identità visiva ed evocativa e creare non solo un isolato luogo di attesa o di servizio. Gli archi richiamano infatti i porticati delle piazze italiane, e toscane, da sempre luogo di passaggio, incontro e confronto. La stessa biglietteria si affaccia sulla principale piazza della città definita da importanti porticati. Gli elementi principali dell’allestimento richiamano le forme architettoniche delle volte e degli archi per individuare le attività principali: la biglietteria e le aree di attesa e informazione. I colori identificativi della società e dei messaggi di comunicazione si ritrovano nei dettagli, negli arredi e negli elementi del progetto. Il banco biglietteria diventa il primo elemento di servizio e viene individuato da un arco e ripiano in arancio da cui è possibile interloquire con l’operatore. L’area di attesa e informazione si articola entro uno spazio definito da elementi ad arco, una seduta e una libreria, e panche in legno con dettagli in azzurro e verde.

Serghej Vasiliev

Prima mostra antologica in Italia dedicata al fotoreporter russo Serghej Vasiliev, vincitore per 5 anni del World Press Photo Award. In un luogo di grande suggestione, un ex monastero divenuto caserma e infine struttura di detenzione fino alla metà degli anni Ottanta, si realizza un percorso che in circa settanta immagini intende riassumere e sottolineare lo sguardo penetrante di Vasiliev nel quotidiano di una metropoli negli Urali meridionali, Čelyabinsk, ai tempi dell’ex Unione Sovietica: detenuti, partorienti, ginnaste, il disastro di Ufa, è la storia nuda, vera, della gente russa, scrutata e indagata con un formalismo mai retorico, a comporre una cronaca avara di colore e di grande impatto.

L’intervento riguarda la realizzazione della nuova sede della System Line, sita in una delle arterie stradali più importanti di Empoli. A seguito dell’acquisizione dei nuovi locali si è deciso di realizzare un unico ambiente nel quale sistemare sia la sede operativa sia quella amministrativa della società d’informatica. La consolidata esperienza dei proprietari, unita a precise esigenze affrontate nella precedente gestione, hanno imposto una serie di punti fermi quali: l’esigenza di avere una cassa dalla quale si potesse contemporaneamente controllare l’intero locale e gli ingressi ed una seconda zona di appoggio per il controllo delle macchine a seguito di riparazione. L’intero intervento presenta una connotazione propriamente industriale, anche nella scelta dei materiali: pavimentazione in gres porcellanato, impianti a vista e illuminazione con sistemi lineari a vista.

Villa Cinzia

Sulle colline di Careggi a Firenze, a pochi passi dalla Villa Medicea La Petraia, abbiamo realizzato un progetto di ristrutturazione di una villa dei primi del ‘900 immersa nel verde di ettari di oliveta. La villa necessitava di interventi importanti per ridare carattere e dignità ad una struttura originale di grande pregio, ma svilita dal tempo e dagli interventi precedenti. I materiali che abbiamo scelto sono tutti naturali come il bellissimo travertino dalle giunture rustiche ed irregolari che funge da elemento di giunzione tra l’esterno naturale ed irregolare e l’interno elegante e sofisticato. Tutti gli interni seguono un concept caratterizzato da grandi contrasti di colore, materiale e texture: lo scuro del wengé abbinato al chiaro del travertino, il rustico del legno alla raffinatezza del marmo. Abbinamenti che osano come le carte da parati con i marmi, le ceramiche con le resine, i legni con le pietre, che creano un interior di grande eleganza, ma allo stesso tempo caldo e funzionale per essere vissuto da una famiglia. Gli arredi realizzati su disegno da artigiani si accostano a pezzi di design. Nel grande giardino, circondato da cipressi e ulivi è stata restaurata la piscina, i materiali usati trovano traccia nella tradizione toscana, muretti in pietra geo pietra e pavimenti in cotto. Le bellissime lanterne toscane sono gli unici elementi decorativi usati per gli esterni che mantengono colori e finiture tradizionali in una rilettura contemporanea.

Uffici NWG

Il restyling della sede operativa ed amministrativa della NWG spa e della NWG Energia SB, nasce dall’esigenza di dare una nuova veste agli ambienti di lavoro, creando ampi open space per una maggiore interazione, condivisione e dinamicità nella fruizione dello spazio lavoro “aperto”. Inoltre con la realizzazione di un grande soppalco in acciaio sono state ricavare delle zone dedicate alla formazione al piano superiore ed alla progettazione al piano terra. Non solo gli spazi open space ma anche gli uffici direzionali, le sale riunioni e gli spazi a comune, hanno cambiato veste con mobili disegnati su misura, nuova illuminazione e dettagli caratterizzanti ogni singolo ambiente. In sinergia con la mission aziendale un’ attenta progettazione ha riguardato l’aspetto della sostenibilità, con la realizzazione di un sistema di condizionamento e ricambi d’aria ad alta efficienza energetica, la sostituzione di tutti gli apparati illuminanti con l’inserimento di nuovi a basso consumo, la realizzazione di un impianto fotovoltaico in copertura, l’istallazione di colonnine elettriche per 12 postazioni di ricarica, inoltre con la realizzazione di un giardino verticale di 70 mq composto da 2800 piante, che non solo contribuisce a creare un ambiente stress-free per chi lo vive quotidianamente, aiuta insieme agl’altri elementi sopra descritti a ridurre la CO2, rispondendo nel proprio piccolo al progetto Prato Urban Jungle, contenuto all’interno del Piano Operativo della città di Prato.

Oggetto del progetto è l’appartamento di un collezionista d’arte che ha designato lo studio per valorizzare la propria collezione di maestri toscani del ‘900. Lo studio è intervenuto progettando e modificando la distribuzione interna precedente. La scelta di una residenza collocata a distanza dal centro storico è parsa molto stimolante nell’ottica della valorizzazione degli spazi periferici del tessuto urbano. La committenza ha chiesto di rendere protagonista la propria collezione d’arte attraverso lo studio preciso dell’illuminazione. L’attenzione progettuale si è concentrata sulla superficie contenuta dell’appartamento, ponendo il focus su un asse preciso intorno al quale sono stati distribuiti gli spazi domestici. Tale asse è diventato la galleria espositiva. E’ stato eseguito uno studio del colore, pareti, soffitti, infissi e finiture monocromatici: una nuance di grigio intenso e “terroso” per creare un’illusione ottica di dilatamento degli spazi e valorizzare le opere in cui il colore è l’elemento dominante, oltre che mantenere il dialogo monocromatico in tutti gli ambienti. Gli elementi di arredo fissi, compresa la cucina sono stati progettati e realizzati su disegno con attenzione nel lasciare un segno neutro, tranne qualche licenza nella scelta di elementi di design. Le criticità quali superficie contenuta e distribuzione difficile son state superate con un intervento customizzato che fa della neutralità un elemento compositivo e risolutivo formale ed elegante.

La progettazione di uno studio odontoiatrico, degli spazi di cura e sanitari in generale, è un tema che richiede attenzione e sensibilità. Nell’immaginario condiviso le esperienze di una persona nello studio di un dentista sono quelle del timore, dell’apprensione e della sofferenza. Il luogo dove queste esperienze sono vissute ha un ruolo determinante nell’accentuare le paure o calmare, rilassare. Lo spazio è uno strumento di lavoro che introduce e accoglie il paziente a questa condizione di fragilità. Ad un luogo di cura viene richiesta un’immagine di pulizia e ordine ma allo stesso tempo di ospitalità e confort, caratteristiche necessarie sia a rassicurare sulle cure sia a sentirsi ospitati in un contesto sereno. Il progetto vuole offrire questa doppia visione di luogo rigoroso, pulito, asettico nella parte medica ma anche accogliente, conviviale e comodo nella parte di attesa e recezione. Una scelta attenta ai materiali rafforza questo concetto. Un ambiente spazioso, materiali caldi come le pannellature in legno e gli arredi ricevono i visitatori in maniera rassicurante. Le forme rigorose e le generose superfici vetrate definiscono la zona tecnica e medica, permettono trasparenza e luminosità, mostrano con chiarezza il contesto al paziente e facilitano l’attività del personale.

Ristrutturazione e completamento di un appartamento immerso nelle verdi colline della Valdelsa. Il Concept è stato quello della valorizzazione contemporanea degli elementi della tradizione rurale Toscana: finiture e arredi in blocchi colore neutri ed il pavimento in parquet completamente bianco lasciano enfatizzare le grintose colorazioni dei soffitti in travi di Castagno e mezzane in cotto, amalgamando armoniosamente elementi della contemporaneità con quelli della tradizione.

Il progetto si trova nel centro storico di Firenze all’interno di una Palazzina Liberty. L’appartamento è un grande loft di oltre 200 mq allestito interamente su misura dall’architetto. Si tratta di un’architettura molto particolare per Firenze, soprattutto per quanto riguarda la luce e la disposizione degli ambienti. Gli spazi sono improntati ad un’interessante pulizia formale, con una planimetria fluida e ariosa, che trae vantaggio dalla grande luminosità dalle enormi finestre che si affacciano su piazza Ognissanti, integrata dalla sapiente illuminazione artificiale progettata su misura. Sono stati utilizzati materiali naturali come il legno rovere antico per i pavimenti e le tende in tessuto per infondere calore e bilanciare i tratti un po’ austeri dello spazio. La casa si sviluppa su due livelli per sfruttare al massimo la vista esterna, la zona giorno è stata collocata al piano superiore e quella più intima, dedicata al riposo, si trova invece al livello inferiore, il tutto collegato da un’importante scala in legno preesistente, recuperato e reinterpretato dell’architetto. La zona giorno ospita una cucina open space, con piani in pietra tamponata con un rivestimento in laminato dall’effetto metallo e un doppio tavolo pranzo-lavoro in MDF. Nella zona notte, i tendaggi in morbido velluto naturale mitigano la luce naturale della vetrata dietro il letto di De Padova, mentre nel bagno l’elemento più significativo è il lavabo in gres porcellanato color sandalo.

Casa Fru

Ristrutturazione di appartamento al piano terra, ampliamento e frazionamento di fabbricato esistente.

La cultura del progetto e il legame tra committente illuminato e creativo libero: investire nell’architettura e nel progetto per dare una nuova immagine ai propri spazi di lavoro. L’immobile oggetto di intervento è risultante di interventi realizzati negli anni ’70 e di successive modifiche esterne ed interne realizzate fino ad oggi. Per adeguarsi alle sempre maggiori sfide future, l’azienda ha deciso di modificare la disposizione di aule, uffici e master-plan aziendale, oltre all’istallazione di un ascensore. Prendendo spunto dal lavoro flessibile si è deciso di cambiare la disposizione degli uffici attuali, le forniture e le attrezzature di quelli futuri per creare uno spazio più agile. In questo sforzo di modernizzazione che ha intrapreso con tanto impegno, l’azienda ha deciso di attrezzarsi per rendere la vita lavorativa più semplice e piacevole, praticando politiche di lavoro flessibili che facciano recuperare alle persone il piacere di lavorare, l’affezione verso il proprio posto di lavoro e una comunanza di intenti con il proprio datore di lavoro. Il committente si è presentato con Il Manifesto della Sede del Futuro nel nostro studio, da qui siamo partiti, destreggiandoci fra le normative e le visioni, fra una struttura esistente e lo spazio che non basta mai, tra i tempi strettissimi e la volontà di chiudere l’azienda meno giorni possibili, fra creare spazi diversi e flessibili, egocentrici, ma la necessità di avere anche zone per la gestione di tutti gli impianti.

Premio Architettura Toscana

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