Romanico Automatico

Romanico è un intervento realizzato nel centro storico di Pistoia, in un’area a lungo dimenticata. Il processo di recupero di questo spazio, a cura dell’associazione Spichisi, intende valorizzare l’area di Piazzetta Sant’Atto e Vicolo dei Bacchettoni attraverso un programma di residenze artistiche ed eventi correlati. Questo luogo oggi, grazie ad un patto di collaborazione e gestione dei beni comuni, stretto tra l’associazione, alcuni residenti e l’amministrazione comunale, prende il nome di Giardino di Cino. Il progetto fa forza sulla particolare scala di questo luogo, trasformandolo da vicolo dimenticato in spazio pubblico, intimo e raccolto, una sorta di giardino inaspettato popolato da interventi artistici e dispositivi di aggregazione sociale. La prima fase, Romanico Automatico, consiste nella realizzazione di un disegno a terra frutto di un’astratta, seppur rigorosa, manipolazione dei temi compositivi dell’architettura romanica. L’intervento si pone l’obiettivo di rafforzare l’identità dell’area mediante l’uso di una matrice grafica ben radicata nell’immaginario comune dei cittadini pistoiesi, instaurando un dialogo di continuità e trasformazione con i numerosi esempi di architettura romanica del centro storico. La seconda fase, realizzata a distanza di due anni a causa dell’emergenza Covid, ha visto l’installazione di dispositivi pensati per la seduta e funzionali allo svolgimento degli eventi curati dall’associazione in programma per primavera 2022.

Il nostro progetto per ETRA, nuovo brand di hospitality nel campo del lusso, nasce al piano nobile di Palazzo Paggi-Tainti, raro esempio di architettura Liberty nel panorama fiorentino collocato ad un passo dal complesso monumentale del Duomo di Firenze. Alla ricchezza dell’apparato decorativo di facciata abbiamo abbinato un linguaggio architettonico contemporaneo fatto di pochi segni essenziali, di pieni e di vuoti, di superfici materiche esaltate dallo studio della luce capace di dare significato agli spazi interni completamente distrutti nel corso degli anni. La percezione del lusso nasce non da un’ostentata opulenza ma dall’utilizzo di materiali pregiati, dalla ricerca del dettaglio e dalla sperimentazione di nuove forme di artigianalità capaci di rendere materiali semplici unici e preziosi. Citazioni di artisti dell’epoca o di paesaggi storici, si alternano all’utilizzo di tecnologie contemporanee che creano effetti inaspettati. L’uniformità e il controllo cromatico di tutti gli ambienti consente l’esaltazione di alcuni particolari trattati con finiture preziose senza mai cedere all’esaltazione del decoro. Ogni dettaglio è stato meticolosamente disegnato o integrato con componenti di serie prodotti dalle eccellenze dell’Industrial Design italiano. Particolare rilevanza è stata data all’utilizzo della luce, componente determinante del progetto architettonico in quanto capace di sottolinearne i tagli più significativi e di creare scenari inaspettati.

NEST

NEST, acronimo di New Enginery Solution Technology. NEST, in inglese NIDO. Il progetto, per questa Società che opera nel settore chimico-farmaceutico, prende spunto dall’idea di creare con linee semplici e moderne un ambiente di lavoro confortevole, luminoso, ben organizzato e decisamente proiettato verso il futuro, NEXT appunto! Gli spazi sono stati predisposti per creare una immediata, chiara lettura del percorso distributivo. All’ingresso, disimpegnata, la stanza delle riunioni con accanto una piccola sala di attesa e l’ufficio dell’amministrazione caratterizzato da una grande parete vetrata che si affaccia sul largo corridoio centrale. Con l’ausilio di una pensilina bianca, lungo l’asse di distribuzione, inscatolato il NIDO, uno spazio avvolgente al di sotto del quale sono riuniti gli uffici dei quattro soci fondatori allitterati sia nella forma sia nella funzione. Ogni ambiente, di colore grigio scuro, si distingue per la presenza di una grande lettera in acciaio satinato e i quattro uffici, in prospettiva, compongono la parola NEST. In fondo al corridoio, superata l’area break, l’ampio open space con le postazioni dei giovani collaboratori trova la centralità operativa con “l’isola grigia”, composta da due piccoli nidi al cui interno è possibile svolgere attività lavorative più privatizzate e direzionali.
NEST = NIDO = NEXT…LAVORO = COMFORT = FUTURO

Il progetto Area Marketing e Factory Museum Ginori 1735 è parte di una più ampia campagna di riqualificazione degli stabilimenti storici Ginori, affidati allo studio b-arch, tuttora in corso di realizzazione. Comprende uffici/headquarter, outlet, spazi aperti e restauro della torre dell’acqua, vero e proprio landmark territoriale dell’azienda sestese. Il progetto prevede la valorizzazione delle campate e delle lievi strutture in cemento armato della navata centrale, che diventano uno spettacolare contenitore di ampi spazi aperti, dedicati ad attività didattiche, espositive e di marketing, e di una trama di volumi chiusi che ospitano attività più raccolte: auditorium/multimedia, show-kitchen, meeting room e box didattici. Il brief proposto prevede la realizzazione dello spazio in due step successivi, concepiti in modo che la conclusione del primo si presenti comunque come un’opera compiuta e funzionale. B-arch concepisce un progetto dove la conclusione del primo capitolo dimostri tuttavia la sua caratteristica di “non finito”, pur fornendo tutte le funzionalità richieste. La superficie grezza del cartongesso diventa una texture pittorico-gestuale a cui viene sovrapposta la grafica gigante del marchio aziendale, fresco di re-branding. Le strutture espositive sono realizzate in blocchi grezzi di gasbeton, che al termine del loro utilizzo temporaneo potranno tornare alla funzione originale di materiale da costruzione, completando i contenuti di sostenibilità del progetto.

Golden View

La volontà del cliente era di riorganizzare gli spazi (modificati con più interventi che si sono succeduti negli anni) in modo più funzionale e rendere più omogenei gli interni. L’aspirazione era quella di ottenere un locale caldo e subito identificabile come ristorante di classe, e allo stesso tempo mettere in risalto la magnifica vista sul Ponte Vecchio da cui il ristorante prende il nome. Dopo un’attenta analisi del brand, si è deciso di riprendere e dare nuova vita e valore a quegli elementi del ristorante che nel tempo sono entrati nell’immaginario collettivo dei clienti così come dei semplici passanti: il marmo di Carrara che aveva caratterizzato l’area pescheria, l’ingresso e il bancone bar; i mobili contenitori per l’importante collezione di vini; i ricercatissimi prodotti gastronomici in bella vista.  Il marmo di Carrara è stato utilizzato per costruire il frontale del nuovo bancone, con un gioco di sovrapposizione di volumi semplici tra lastre di alto spessore e tavolati di legno d’ulivo, utilizzati per il top. Il ritmo delle lastre di marmo, disposte con tre dimensioni diverse alternate, viene sottolineato da listelli anch’essi in legno d’ulivo. Sia il marmo che il legno rimandano al territorio, alla Toscanità, perché è da qui che il ristorante attinge i suoi ingredienti e la sua tradizione. Per rendere ancora più protagonista la vista, sono stati rimossi tutti gli elementi, murari o di arredo, che potevano essere di ostacolo, rendendola visibile fin dalla strada.

Il restauro del Convento delle Clarisse e dell’adiacente Chiesa dei Bigi per l’allestimento della Collezione Gianfranco Luzzetti ha ripristinato la percorribilità originale del Convento e il collegamento con la Chiesa interrotto nell’ottocento, in una essenzialità narrativa ove i protagonisti sono le opere della Collezione esposte secondo il gusto personale del Collezionista, in continuità con la sua casa museo fiorentina. Grande attenzione è stata posto ai visitatori con mobilità ridotto, i quali possono visitare autonomamente la Collezione grazie a un sistema di rampe esterne e interne che assecondano i cambi di quota dei vari corpi di fabbrica. Visto il valore storico dell’edificio e le idee espositive del Collezionista, il quale concepisce la galleria come una strada aperta, si è deciso di intervenire con un allestimento essenziale: nella galleria che affaccia sul chiostro e in alcune sale, al piede delle opere pittoriche, è stato realizzato un arredo continuo dalle forme nette e pure, per escludere ogni intento di mimesi con l’edificio storico, che nasconde la tecnologia necessaria al museo. Un ruolo di massima importanza è affidato all’illuminazione delle opere, realizzata interamente con sorgenti led che consentono una più elevata resa dei colori, assicurano benefici per la conservazione e abbassano notevolmente i consumi. Le fonti luminose indirette sono calibrate per “accarezzare” gli elementi architettonici, mentre la luce sulle singole opere è morbida e puntuale.

Tessuti e forme d’arredo si integrano in un unico Showroom: uno spazio espositivo in cui muoversi fra arte, architettura e tessuti. All’interno di un deposito di marmi si incontrano due tipologie di artigianato: da una parte la candida durezza del marmo di Carrara, dall’altra la morbidezza colorata dei tessuti che convivono in un equilibrio cromatico e tattile. Un contenitore di artigianalità che si affianca al cuore pulsante dell’azienda, il laboratorio tessile, dove avviene la produzione e lavorazione delle stoffe, dove prendono forma complementi di arredo destinati ad arricchire interni ed esterni di abitazioni, alberghi, funzioni commerciali e in ultimo ma non per importanza, i mega-yacht. Proprio in questo campo l’interior design made in Italy ha conquistato la progettazione nautica fino a cambiarne i codici estetici, sempre meno legati al mondo marino e più contemporanei. Un elogio quindi a questa azienda manifatturiera del Made in Italy e alla sua produzione caratterizzata da una continua ricerca e innovazione nel campo tessile. A rendere ancora più suggestivo l’intervento è la sua location: l’intero showroom e il laboratorio si sviluppano all’interno di un piazzale destinato ad ospitare blocchi e lastre di marmo, elementi rappresentativi della città di Carrara. La sensazione è dunque quella di un connubio e di una sinergia unica, dove la materia, la scultura e l’arte si fondono in un continuum indivisibile con la produzione artigianale e il custom made dell’azienda.

Scrittura, pittura e architettura: 100 note a margine dell’anonimo del XX secolo” “In Paolo … non il subcosciente ma il razionale, partendo da cognizioni scientifiche, si trasfigura in un mondo astratto e fantastico, e trae dall’accidentale e dal mutevole della realtà l’eterno e il perfetto”1 “Prospettiva vuol dire l’uomo diventato centro delle cose, l’uomo misura del mondo, l’uomo che tenta la propria libertà”2 Ricomporre e raccontare la vita e l’opera di Ricci pone interrogativi metodologici non indifferenti. Una figura dalle molteplici sfumature, che ha costantemente indagato la sua stessa opera in un dialogo interiore ed esteriore senza sosta e che ha fatto proprio ogni medium, dalla pesantezza della pietra fino alla leggerezza della parola scritta, per esprimere la sua filosofia. Una eredità che, a cento anni dalla sua nascita, sembra ancora vibrare e fuggire interpretazioni univoche, cangiante e dinamica come le figure antropomorfe che popolavano le sue visioni pittoriche. Da qui la volontà di tradurre in configurazione spaziale, in promenade, la sua opera manifesto, “Anonimo del XX Secolo”. Esporre l’intreccio inestricabile di pensiero e massa che ha caratterizzato e plasmato la sua opera ripercorrendone il percorso. 1 – M. Salmi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, Domenico Veneziano, 1938. 2 – L. Ricci, “Sensazione degli oggetti” in Anonimo del XX Secolo, Il Saggiatore Firenze, 1965

La definizione del nuovo concept e il progetto della nuova biglietteria di Autolinee Toscane SPA, in Colle val d’Elsa, è stato concepito a partire dai valori e identità della società di trasporto. L’identità locale è il punto di partenza per sottolineare i valori radicati nel territorio toscano. La versatilità diventa il mezzo a supporto di una soluzione che si adatti ai diversi contesti e situazioni senza tradirne l’immagine. La volontà è quella di allestire lo spazio mediante singoli elementi dalla forte identità visiva ed evocativa e creare non solo un isolato luogo di attesa o di servizio. Gli archi richiamano infatti i porticati delle piazze italiane, e toscane, da sempre luogo di passaggio, incontro e confronto. La stessa biglietteria si affaccia sulla principale piazza della città definita da importanti porticati. Gli elementi principali dell’allestimento richiamano le forme architettoniche delle volte e degli archi per individuare le attività principali: la biglietteria e le aree di attesa e informazione. I colori identificativi della società e dei messaggi di comunicazione si ritrovano nei dettagli, negli arredi e negli elementi del progetto. Il banco biglietteria diventa il primo elemento di servizio e viene individuato da un arco e ripiano in arancio da cui è possibile interloquire con l’operatore. L’area di attesa e informazione si articola entro uno spazio definito da elementi ad arco, una seduta e una libreria, e panche in legno con dettagli in azzurro e verde.

Serghej Vasiliev

Prima mostra antologica in Italia dedicata al fotoreporter russo Serghej Vasiliev, vincitore per 5 anni del World Press Photo Award. In un luogo di grande suggestione, un ex monastero divenuto caserma e infine struttura di detenzione fino alla metà degli anni Ottanta, si realizza un percorso che in circa settanta immagini intende riassumere e sottolineare lo sguardo penetrante di Vasiliev nel quotidiano di una metropoli negli Urali meridionali, Čelyabinsk, ai tempi dell’ex Unione Sovietica: detenuti, partorienti, ginnaste, il disastro di Ufa, è la storia nuda, vera, della gente russa, scrutata e indagata con un formalismo mai retorico, a comporre una cronaca avara di colore e di grande impatto.

L’intervento riguarda la realizzazione della nuova sede della System Line, sita in una delle arterie stradali più importanti di Empoli. A seguito dell’acquisizione dei nuovi locali si è deciso di realizzare un unico ambiente nel quale sistemare sia la sede operativa sia quella amministrativa della società d’informatica. La consolidata esperienza dei proprietari, unita a precise esigenze affrontate nella precedente gestione, hanno imposto una serie di punti fermi quali: l’esigenza di avere una cassa dalla quale si potesse contemporaneamente controllare l’intero locale e gli ingressi ed una seconda zona di appoggio per il controllo delle macchine a seguito di riparazione. L’intero intervento presenta una connotazione propriamente industriale, anche nella scelta dei materiali: pavimentazione in gres porcellanato, impianti a vista e illuminazione con sistemi lineari a vista.

Villa Cinzia

Sulle colline di Careggi a Firenze, a pochi passi dalla Villa Medicea La Petraia, abbiamo realizzato un progetto di ristrutturazione di una villa dei primi del ‘900 immersa nel verde di ettari di oliveta. La villa necessitava di interventi importanti per ridare carattere e dignità ad una struttura originale di grande pregio, ma svilita dal tempo e dagli interventi precedenti. I materiali che abbiamo scelto sono tutti naturali come il bellissimo travertino dalle giunture rustiche ed irregolari che funge da elemento di giunzione tra l’esterno naturale ed irregolare e l’interno elegante e sofisticato. Tutti gli interni seguono un concept caratterizzato da grandi contrasti di colore, materiale e texture: lo scuro del wengé abbinato al chiaro del travertino, il rustico del legno alla raffinatezza del marmo. Abbinamenti che osano come le carte da parati con i marmi, le ceramiche con le resine, i legni con le pietre, che creano un interior di grande eleganza, ma allo stesso tempo caldo e funzionale per essere vissuto da una famiglia. Gli arredi realizzati su disegno da artigiani si accostano a pezzi di design. Nel grande giardino, circondato da cipressi e ulivi è stata restaurata la piscina, i materiali usati trovano traccia nella tradizione toscana, muretti in pietra geo pietra e pavimenti in cotto. Le bellissime lanterne toscane sono gli unici elementi decorativi usati per gli esterni che mantengono colori e finiture tradizionali in una rilettura contemporanea.

Premio Architettura Toscana

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