L’intervento di restauro di Villa Ceragioli ai Ronchi si confronta con l’edificio degli architetti Aldo Rossi e Leonardo Ferrari, cercando di riportare alla luce i caratteri propri di questo luogo iconico. L’intervento si focalizza su alcuni degli elementi cardine della villa come gli ambienti al piano terra, le grandi vetrate angolari e le finiture sulle facciate, un progetto delicato e attento che ha voluto riproporre fedelmente il disegno originario degli elementi. Nell’ottica di far conoscere la villa, opera prima del famoso premio Pritzker, si è anche prodotta un’installazione-open house in grado di rivelare gli elementi compositivi e teorici alla base del progetto originario. In tale rilettura spaziale, l’impiego di tronchi ricavati da un albero di pino costituisce il mezzo di interazione con la villa e la pineta circostante. Come delle rovine classiche, una colonna è stesa nel giardino, un’altra si erige nell’angolo della casa, una terza si dispone al centro del salone con un capitello vitreo come supporto espositivo, mentre cinque rocchi sono disseminati nel prato.

Casa “La Rocca” Questa casa sulle colline di Lucca rappresenta il consolidamento e la trasformazione di un edificio esistente che comprende anche un ampliamento di circa 50 mq su due piani. Al primo piano una loggia verso Sud ed un portico verso Nord si aggiungono all’ampliamento. Questi due elementi sono costruiti con un carattere “rurale” e un po’ vernacolare usando pilastri massicci e architravi in legno. La parte posteriore della casa è stata risanata e staccata dal monte in modo tale da facilitare il collegamento con la piscina, con l’interno della casa al primo piano e la nuova terrazza. Al piano terreno sono stati fatti nelle murature di spina dei tagli piuttosto ampi per poter ottenere all’interno una vista che attraversasse da parte a parte l’edificio, creando una zona giorno unica. Al piano terreno la pavimentazione è stata realizzata in pietra di Vratza levigata in formato 60×80. Le superfici orizzontali del primo piano sono rivestite in Pastellone della Pennellotto srl. Tutti i bagni sono parzialmente in rivestimenti orizzontali e verticali di Limestone Turco e parzialmente in grassello di calce di tono e colore simile alla pietra. L’area della piscina ha una vista completamente aperta sulla piana di Lucca e ha come fondale visivo proprio le sue torri.

Il cimitero di Castel San Gimignano è un esempio paradigmatico di Camposanto nella campagna Toscana. La forma unitaria conserva visibili i suoi caratteri tipologici: un recinto con muratura in pietrame e campi di sepoltura su quote altimetriche sfalsate a seguire le pendenze del terreno. Il nuovo segno dei muri gabbionati contenenti pietra calcarea locale, dialogano con le sequenza lineari delle murature del recinto di confine e del muro a secco del salto di quota tra il campo superiore e inferiore. La conformazione a cappella dei nuovi loculi determina lo spazio per la preghiera e il ricordo. La massa plastica dei due cubi di pietra compongono dialettici rapporti tra interno e esterno, tra pieni e vuoti, tra memoria e presente. La scelta consapevole di impiegare muri gabbionati, utilizzati di consueto come contenimento di pendii e terre, è stata determinata dalla tensione espressa dal luogo. I muri a secco rappresentano il diretto legame fisico e spirituale con la vita di chi ha vissuto il contesto ambientale, civico e culturale. Luogo carico di storia e di lavoro con e per le terre: materia di sostentamento e di vita. Il muro a secco del terrazzamento tra i due campi è stato restaurato e integrato da una spalletta di protezione con gabbionature naturalizzate con essenze di sedum. Il campo superiore è stato piantumato a prato. Restaurati gli intonaci, la cappella esistente e le murature. Nuovi cipressi attenuano l’impatto visivo con loculi pre-esistenti.

Wood factory

L’edificio oggetto del nostro progetto è situato via Enrico Conti, 21 al margine nord-est del territorio comunale di Scandicci, posizionato all’interno di un’area situata in prossimità del tratto autostradale della A1. Fa parte di un complesso produttivo realizzato alla fine degli anni ’60 composto da tre corpi: un ampio capannone e due volumi tecnici (sala macchine/torre silos). L’intervento riguarda la demolizione e ricostruzione del corpo di fabbrica denominato “sala macchine” ed il recupero funzionale della “torre silos”. In sostituzione del volume demolito è stata realizzata una nuova struttura multipiano (4 piani) in legno, metallo e vetro che ospita uffici, laboratori e archivi. L’intelaiatura portante in acciaio è volutamente lasciata a vista, i solai sono in legno lamellare ed i tamponamenti verticali sono realizzati con struttura a telaio in legno ed ampie vetrate filtrate da brise soleil in legno. La “torre silos” ospita invece i servizi di connessione verticale (scala e ascensori), i servizi igienici ed alcune sale riunione. Sul fronte nord è stata posizionata una scala di sicurezza in metallo che avvolge l’edificio.

Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

Piazza del Tiratoio. In quella che fu la zona destinata alla lavorazione della lana nell’Oltrarno fiorentino, un nuovo cocktail bar trova collocazione all’interno di un grande spazio voltato a più campate, già rimessaggio per barche. La zona di somministrazione è filtrata da uno spazio di soglia destinato a giardino d’inverno. Il bancone domina lo spazio e gerarchizza le funzioni svelandosi dietro a un infisso vetrato centinato. I servizi igienici e i locali accessori sono dietro a una parete espositiva che fa da sfondo al locale. Terracotta nera, tinteggiature a calce e ottone spazzolato garantiscono un’atmosfera accogliente e delicata che accompagna i clienti nei sapori della miscelazione senza sopraffarli. Credits Cliente: Bi.Bi & co s.r.l Anno: 2021-2022 Luogo: Firenze, Italia Dimensione: 150 mq Team: AFSa (Antonio Acocella, Alessandro Falaschi, Pietro Seghi) Collaboratori: Paolo Buti, Clemente Nativi Imprese: Idealforme 2000, Malte Storiche, ACS automatismi, CM Clima Fornitori: Fameg, Ceramica Cielo, Cotto Manetti, Ciulli, CIAM Fotografia: Fabio Semeraro

Il bastione del Parlascio è stato realizzato a ridosso di una delle porte di accesso alla città, facente parte della cinta muraria del XII secolo, che ha subito numerosi interventi di ampliamento. I primi interventi riguardarono la costruzione di una torre portaia del 1320 e di un’antiporta eretta nel 1324, la costruzione di un fortilizio su progetto del Brunelleschi a partire dal 1435 e la costruzione del bastione di Nanni Ungaro eretto tra il 1542 e il 1544. Il bastione perse la sua funzione difensiva nel corso del XVIII secolo, quando venne utilizzato come deposito per il ghiaccio; successivamente durante l’ultimo conflitto, a seguito di modifiche, la struttura è stata usata come rifugio antiaereo. Dagli anni 60 agli anni 90 del secolo passato la struttura è stata usata come autofficina. Il bastione del Parlascio, che è parte integrante e sostanziale del progetto mura, è situato in prossimità dell’area archeologica delle Terme Romane, sul prolungamento dell’asse pedonale di Borgo Stretto e Borgo Largo, risulta un punto strategico dal punto di vista dell’interesse architettonico e dal punto di vista dell’accessibilità al percorso in quota alle mura urbane, in quanto al suo interno è previsto uno dei punti di salita. Il complesso architettonico con il restauro e recupero garantisce un’accoglienza turistica al suo interno con l’utilizzo degli spazi per informazioni, sosta, mostre; inoltre consentirà il suo attraversamento interno con un percorso pedonale pubblico.

La struttura dell’antica stalla di una casa colonica, sulle colline che guardano il golfo di Talamone, è oggetto dell’intervento di restauro “Podere Civitella” che ruota fin da subito su due cardini: la passione dei clienti per il mondo dell’arte e l’importante carattere storico dell’edificio toscano. Nel rispondere alla necessità di inserire tre camere da letto con rispettivi bagni si è deciso di rispettare l’impianto originale a due navate, dedicandone una alla zona notte ed una a quella giorno. Le morbide curve delle pareti, inserite nella rigida struttura rurale, dapprima definiscono con la loro parte concava gli spazi delle camere per poi ricavare con la controparte convessa i bagni, in un flusso sempre più intimo che porta alle ampie docce circolari. Gli spazi giorno si articolano in tre momenti: la cucina con la sala da pranzo, il grande salotto conviviale e la zona del camino. Questa enfilade, scandita dai preesistenti archi a tutto sesto, permette una comunicazione tra gli spazi della vita quotidiana senza mai sovrapporli. I pezzi iconici di Pistoletto o di Ceroli, con gli altri dipinti e sculture, cercano il dialogo con le tonalità e le finiture scelte. Lo storico pavimento in cotto del soggiorno si reinventa nel mosaico color mattone della zona notte, le travi dipinte interagiscono con i toni verdi dei soffitti delle camere, plasmando l’atmosfera della nuova stalla restaurata: rigorosa nelle sue geometrie esterne ed armoniosa nelle forme e tonalità interne.

La casa addossata ad un preesistente edificio si trova nel vecchio borgo di Collodi in prossimità della chiesa di San Bartolomeo.L’edificio su tre livelli, ha dimensioni molto limitate: all’interno 7,7m. di lunghezza, 3m di larghezza, un’ altezza al colmo di 8,80 m: quasi una casa torre.Quando fu acquistata da mio padre per realizzarne una residenza estiva era inabitabile; tetto, pareti e solai era crollati.La presenza di questo vuoto è stato l’elemento conduttore del progetto di recupero.La finalità era quella di esaltare il vuoto e la luce, favorire la trasparenza tramite l’eliminazione di tutte le pareti lasciando visibili tutti i locali. All’interno di questo vuoto un cubo sospeso, rivestito completamente in legno di rovere accoglie al suo interno la camera;sotto la cucina e sopra al secondo piano con la camera-studio. La scala e la passerella che collegano i livelli, in grigliato con zincatura nera, si sviluppano intorno a questo vuoto, permettendo di esplorarlo e viverlo. La trasparenza viene esaltata dal solaio del secondo piano in metallo che permette la vista della copertura già dall’ingresso. Relativamente alla tipologia costruttiva è stata scelta un soluzione completamente ‘a secco ‘ realizzando solai in travicelli di legno lamellare poggiati su profili perimetrali di acciaio che determinano la cerchiatura orizzontale interna. Le pareti esterne e interne sono state lasciate conpietre a vista.infissi di legno. Fine lavori 19.04.2021 Prot.13149

L’Istituto Ortopedico Toscano, il celebre ospedale fiorentino del viale dei Colli, noto anche come Istituto Piero Palagi, sorse durante gli anni Venti del Novecento nei locali di una villa della famiglia Serristori, il più antico edificio di questa casata del quale ci siano notizie. L’adeguamento funzionale degli spazi della Villa Margherita per renderli consoni al nuovo utilizzo sanitario quale poliambulatorio odontostomatologico può essere riassunto nei seguenti macro-interventi edilizi ed impiantistici, rilevanti ai fini di una valutazione di coerenza con l’impianto architettonico dell’edificio storico su cui insistono: 1. Demolizione delle sopraelevazioni del piano 2° e ricostruzione delle falde di copertura; 2. Realizzazione di una nuova scala interna metallica dal piano terreno a piano 2°; 3. Realizzazione di un percorso esterno di sicurezza sulla copertura del corpo est della villa; 4. Installazione di nuovi impianti meccanici, elettrici e rete dati; 5. Interventi di risanamento conservativo e restauro delle facciate, dei pavimenti e degli spazi interni.

Il Cinema Teatro Odeon, ora GO – Giunti Odeon, si rinnova e dà nuova linfa ad uno dei luoghi socio-culturali più importanti del panorama fiorentino. Il restauro e la riorganizzazione degli spazi permettono un fertile sincretismo tra libri, musica, cinema e teatro, creando uno dei centri culturali del capoluogo toscano. L’architettura liberty del Palazzo dello Strozzino accoglie l’unione tra la vasta libreria firmata Giunti e la storica sala cinematografica, rimodernata in forme e tecnologie. Il progetto nasce da due temi fondamentali: la riscoperta degli spazi originali, con l’eliminazione di ogni superfetazione stratificatasi sulle forme dell’edificio storico; e la ricerca di un dialogo tra vecchio e nuovo che non cede alla cristallizzazione degli spazi nel tempo ma considera il passato come parte fondamentale del futuro. La rimozione della platea che copriva la pavimentazione originale, la riapertura dell’ingresso principale nel foyer, il restauro di fontane e decorazioni, riportano in auge l’eleganza delle forme storiche; lo studio cromatico rispetta i colori tradizionali del Teatro e li risalta per contrasto con il turchese della moquette; il restauro del palcoscenico permette l’istallazione di un ledwall che fa da schermo ai grandi classici; permane lo schermo a rullo del cinema che la sera scende sul palco e dà via alla magia. Il risultato del progetto è uno spazio in cui vecchio e nuovo si confrontano e dialogano, una dimensione altra in cui il tempo sembra sospeso

Prato è composta da numerose frazioni le quali, però, si configurano come veri e propri paesi, nati e sviluppati negli anni, a volte nei secoli, attorno alle proprie chiese (e circoli). Proprio nel paese di Vergaio, nella periferia ovest di Prato, tra le villette unifamiliari a “terra-tetto” prende vita questo progetto di riqualificazione totale. Non solo un progetto di interior ma di architettura a 360°, passando anche dall’esperienza del Superbonus. Un cantiere ricco e complesso, tre piani di costruzione che sono stati stravolti dal tetto alla cantina con interventi che hanno portato ad un organismo edilizio completamente rinnovato dal punto di vista architettonico, impiantistico ed energetico. L’idea è stata quella di scardinare la rigida impostazione planimetrica tipica di questa tipologia edilizia degli anni ’60, a favore di una maggiore fluidità e fruibilità degli ambienti. Anche gli esterni sono stati oggetto di una revisione radicale che ha portato alla ridefinizione degli accessi sia sul fronte principale che su quello tergale. Anche le porzioni verdi sono state ridisegnate e valorizzate con un’illuminazione che ne va ad esaltare i bordi ed il verde. I tre prospetti sono stati oggetto di posa di cappotto termico che ha determinato una nuova spazialità verticale sulla quale siamo intervenuti con un nuovo disegno delle facciate. Il gioco di riquadri scuri è un tributo al nostro Duomo con le stonalizzazioni dell’alberese che ne caratterizzano le facciate.

Premio Architettura Toscana

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