L’intervento riguarda il recupero a fini abitativi di un rudere costituito dall’aggregazione di diversi corpi edilizi di varia storicità dislocati su più livelli al di sopra di un terreno in forte pendenza . L’intervento di restauro è consistito nel preservare quanto possibile e nell’evidenziare i nuovi interventi con un linguaggio contemporaneo evitando false ricostruzioni dai tratti vernacolari. I due grandi volumi vuoti di partenza sono stai collegati tra loro ed utilizzati su più livelli nella ricerca della massima fruibilità degli spazi. L’ingresso principale , come nella più classica tipologia di casa rurale toscana, avviene dalla cucina a sua volta aperta sulla zona pranzo e affacciata sul primo livello del giardino. Una nuova scala inserita all’interno del terrapieno conduce all’ampio volume del soggiorno ( ex granaio) che si affaccia su un secondo livello di giardino. I grigliati esistenti sono stati risolti con serramenti in acciaio di minime sezioni e il doppio volume è accentuato da un portale in corten a doppia altezza. L’accesso alla zona notte padronale è dato attraverso un soppalco adibito a studio al quale si accede da una scala volutamente staccata dalla tessitura muraria facciavista. Gli arredi sono su disegno e generalmente integrati nella struttura muraria . Particolare attenzione è stata posta nel sottolineare il rapporto dell’interno dell’edificio con lo straordinario contesto naturalistico in cui è inserito.

Ogni anno l’evento It4Fashion, organizzato da PIN e LOGIS LAB/Università degli Studi di Firenze, richiama a Firenze le principali aziende europee che operano nelle nuove tecnologie applicate al settore della moda. Nell’aprile del 2015 la manifestazione si è tenuta negli spazi della ex “Manifattura Tabacchi”, fabbrica di tabacco costruita tra il 1933 e il 1940, probabilmente su progetto dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, e chiusa dal 2000, anno della sua dismissione. Gli allestimenti dell’esposizione, tra l’altro, hanno permesso il ripristino di tre dei padiglioni abbandonati che hanno ospitato sale conferenze e stand espositivi. L’intervento di maggior impatto architettonico e visivo è stato quello della rampa di accesso che conduceva i visitatori alla reception attraverso il grande piazzale di ingresso. La rampa si sviluppava lungo 20 metri superando un dislivello di 120 cm ed è stata inserita tra due setti strutturali in legno, tinteggiato in bianco nella fascia inferiore e coperto da lastre metalliche in quella superiore. Le due parti erano divise da una striscia colorata che accompagna la salita. Il punto di partenza della rampa era caratterizzata da due blocchi monolitici rivestiti di lastre di ferro, brunito e leggermente ossidato. Si tratta di un riferimento diretto al contesto post-industriale ed anche un omaggio a Richard Serra, l’artista americano famoso per l’utilizzo di lastre metalliche nelle sue opere scultoree.

Il progetto riguarda il completo recupero di un magazzino industriale in abbandono per la realizzazione della nuova Sede di un importante Studio Legale. L’immobile si trova all’interno di un isolato nella zona otto-novecentesca a ridosso dei Viali ed occupa l’intero piano terra di un edificio del 1960 ed una piccola costruzione adiacente posta nel cortile tergale. La planimetria dell’esistente, caratterizzata da una grande profondità del corpo di fabbrica e dalla conseguente scarsità di aperture in rapporto alle grandi superfici disponibili, è stata risolta con la creazione di una “piazza interna” che costituisce uno spazio polifunzionale posto all’interno dell’edificio dove, oltre ad essere il cuore del sistema distributivo dello Studio, è anche sala di lettura e spazio per ospitare incontri e seminari. Lungo le pareti sono presenti una serie di nicchie che contengono i numerosi volumi della biblioteca dello Studio alternate alle aperture che, grazie a pannelli scorrevoli, danno l’accesso a tutti gli uffici. Nella palazzina adiacente sono collocati gli studi direzionali ai quali si accede, seguendo il lungo banco in legno della reception, salendo una scala a sbalzo con gradini che aggettano da un setto murario rivestito in travertino con finitura “cannetè”. I prospetti sul cortile sono stati ridefiniti così come l’accesso che dalla strada conduce all’interno dell’isolato dove un lungo “tappeto” in legno posto sulla ghiaia del cortile accompagna i visitatori verso l’ingresso

Il Casale “Bovalico” è situato a sud-est di Castelfalfi; nel cuore della Toscana, aperto su una meravigliosa vallata. L’edificio di 680 mq, circondato da 4.300 mq di verde privato è posto all’interno del golf e si sviluppa su tre piani ed una porzione minore ad un piano ammezzato. Trovato abbandonato ed in stato di avanzato degrado, con solai pericolanti o tetto quasi inesistenti e ampie porzioni di muratura crollate è stato completamente demolito. La nuova costruzione è stata realizzata con muratura portante in laterizio “poroton” rivestita esternamente con muratura in pietrame faccia vista, rispettando i requisiti antisismici e quelli di efficienza energetica. Il casale è stata realizzato nel rispetto dell’ambiente e della tradizione storica della Toscana, in armonia con le proporzioni, i materiali (cotto, pietra e legno) ed i cromatismi dell’antico complesso pur rinnovandolo con una loggia e una terrazza panoramica verso il Castello. Il tetto ed i solai sono stati realizzati con struttura a vista consistente in travi e correnti in legno e scempiato in mezzane di cotto. Il Casale è stato suddiviso in quattro unità immobiliari, la cui estensione varia dai 90 ai 150 mq. Ciascun appartamento ha un accesso ed un giardino privato, ognuno dispone di una cantina privata con proprio locale tecnico e di posto auto esterno coperto da pergola. La piscina condominiale, ampia e perfettamente attrezzata, è circondata da alberi da frutto ed essenze tipiche locali.

L’intervento generale di riordino dell’impianto sportivo pubblico ASSI GIGLIO ROSSO di Firenze è stato attuato per fasi successive che si sono concluse nel marzo 2013. La prima fase ha avuto come oggetto la ristrutturazione dello storico fabbricato “Casa del Custode” per uso spogliatoi atleti e la realizzazione della Club House a servizio sia dell’impianto sportivo che della città. È seguito il recupero delle aree verdi con l’eliminazione delle superfetazioni e delle strutture distrutte dall’incendio del ’73 con la realizzazione del percorso accessibile perimetrale all’impianto anche per utenti DA. Ultima fase la “Nuova Sede” ed il blocco servizi igienici della tribuna spettatori. I nuovi manufatti si inseriscono nel delicato contesto ambientale con scelte sia planimetriche sia altimetriche che richiamano allineamenti ed assi delle preesistenze. Il coraggio formale di alcune soluzioni intende esaltare la dinamicità ed il movimento pur rimanendo ancorato ad una composizione geometrica semplice e ad una formalità legata alla tradizione architettonica fiorentina. I nuovi materiali usati, granito ceramico e rame, non contrastano con lo specialissimo ambiente definibile come vero e proprio “parco sportivo”. Un modo nuovo, su un contesto antico, di concepire l’attività sportiva come elemento di aggregazione sociale attraverso la rilettura architettonica dei luoghi intesi ora non più come un parco di episodi ma di nuovi spazi tra loro interagenti.

L’intervento generale di riordino dell’impianto sportivo pubblico ASSI GIGLIO ROSSO di Firenze è stato attuato per fasi successive che si sono concluse nel marzo 2013. Atto finale dell’intervento generale è la cosiddetta “Nuova Sede” della Soc.tà Sportiva ASSI. Il manufatto si inserisce nel delicato contesto ambientale con scelte planimetriche e altimetriche che richiamano allineamenti ed assi delle preesistenze. Il coraggio formale di alcune soluzioni intende esaltare la dinamicità ed il movimento pur rimanendo ancorato a una composizione geometrica semplice e a una formalità legata alla piu’ recente tradizione architettonica fiorentina. I nuovi materiali usati non contrastano con lo specialissimo ambiente definibile come vero e proprio “parco sportivo”. L’accesso all’edificio avviene da valle, attraverso gli storici ingressi lungo il viale Michelangelo e dal piano pista. Il primo livello comprende oltre un locale ufficio-reception, una palestra ed i relativi spogliatoi. Il secondo livello, posto a quota di poco superiore al piano della pista di atletica, è occupato dagli uffici della società sportiva e dai locali necessari all’organizzazione e la gestione dell’attività agonistica. Sono state utilizzate soluzioni impiantistiche volte al contenimento dei consumi ed all’efficienza energetica del fabbricato attraverso un impianto geotermico e solare, con riduzione annuale di CO2 stimabile in 7,25 ton. Tutto il fabbricato è accessibile ai DA.

La Petite

“La Petite” è un cocktail-restaurant nel centro storico di Firenze. Al piano terra si trova il cocktail-bar, mentre la sala al primo piano è adibita a ristorante. Gli interni sono stati progettati e disegnati in ogni dettaglio: il rivestimento parietale, la scala, tutti gli arredi (ad eccezione delle sedute), i corpi illuminanti. Elemento focale del locale è la scultura parietale in pietra chiara, mutevole con la luce grazie al disegno delle ombre. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni elemento. La struttura della scala in lame di acciaio rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli del locale. Il cordino in pelle rende vibrante il parapetto e contribuisce a smaterializzare visivamente la struttura metallica. I tavolini alti da bar rispondono a due necessità diverse: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono invece una mensola su cui appoggiare i drinks. Al livello superiore, la saletta offre uno spazio raccolto: una panca sottolinea la parete centrale, un sistema di mensole all’altezza dei tavoli riequilibra le proporzioni della stanza affrescata, grandi specchi ingrandiscono l’ambiente, a terra un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande tappeto. I corpi illuminanti sono orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa

La Petite

“La Petite” è un cocktail-restaurant nel centro storico di Firenze. Al piano terra si trova il cocktail-bar, mentre la sala al primo piano è adibita a ristorante. Gli interni sono stati progettati e disegnati in ogni dettaglio: il rivestimento parietale, la scala, tutti gli arredi (ad eccezione delle sedute), i corpi illuminanti. Elemento focale del locale è la scultura parietale in pietra chiara, mutevole con la luce grazie al disegno delle ombre. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni elemento. La struttura della scala in lame di acciaio rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli del locale. Il cordino in pelle rende vibrante il parapetto e contribuisce a smaterializzare visivamente la struttura metallica. I tavolini alti da bar rispondono a due necessità diverse: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono invece una mensola su cui appoggiare i drinks. Al livello superiore, la saletta offre uno spazio raccolto: una panca sottolinea la parete centrale, un sistema di mensole all’altezza dei tavoli riequilibra le proporzioni della stanza affrescata, grandi specchi ingrandiscono l’ambiente, a terra un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande tappeto. I corpi illuminanti sono orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa

Villa M

Villa M, dal passato introverso e buio, ha inaugurato con questo progetto, sensibile alla memoria storica e al tempo stesso espressione di un linguaggio contemporaneo, una nuova stagione della sua vita. In questo scenario il progettista ha trasferito la sua visione di dialogo fra storia e contemporaneità, dalla reinterpretazione degli spazi alla scelta delle finiture, passando per il disegno degli arredi realizzati su misura. La neutralita’ dei colori, il grigio della pietra ed il bianco delle pareti nonche’ la linearita’ degli interventi e dei dettagli stimola il contrasto con il calore del legno rinnovato della scala centrale e degli arredi storici, i quali a loro volta dialogano con quelli contemporanei come la cucina o gli arredi in ferro. La sala centrale, grazie allo spostamento della scala, e’ oggi uno spazio luminoso e pieno di complessita’, vivibile su tutti e tre i suoi livelli e permette inediti scorci sul contesto esterno. Al piano terra tutti gli spazi sono aperti e fruibili fluidamente: ad una parete manovrabile e’ affidata la separazione della cucina per eventi formali. La pavimentazione in pietra serena locale amplifica questa continuita’ fra gli spazi e la estende anche quelli esterni della nuova terrazza. Ai piani superiori si sviluppano le funzioni piu’ private, l’atmosfera si scalda grazie all’uso Di una pavimentazione in rovere termotrattato ed il segno si fa meno rigido concedendo tutti i comfort di una abitare moderno.

Villa M

Villa M, dal passato introverso e buio, ha inaugurato con questo progetto, sensibile alla memoria storica e al tempo stesso espressione di un linguaggio contemporaneo, una nuova stagione della sua vita. In questo scenario il progettista ha trasferito la sua visione di dialogo fra storia e contemporaneità, dalla reinterpretazione degli spazi alla scelta delle finiture, passando per il disegno degli arredi realizzati su misura. La neutralita’ dei colori, il grigio della pietra ed il bianco delle pareti nonche’ la linearita’ degli interventi e dei dettagli stimola il contrasto con il calore del legno rinnovato della scala centrale e degli arredi storici, i quali a loro volta dialogano con quelli contemporanei come la cucina o gli arredi in ferro. La sala centrale, grazie allo spostamento della scala, e’ oggi uno spazio luminoso e pieno di complessita’, vivibile su tutti e tre i suoi livelli e permette inediti scorci sul contesto esterno. Al piano terra tutti gli spazi sono aperti e fruibili fluidamente: ad una parete manovrabile e’ affidata la separazione della cucina per eventi formali. La pavimentazione in pietra serena locale amplifica questa continuita’ fra gli spazi e la estende anche quelli esterni della nuova terrazza. Ai piani superiori si sviluppano le funzioni piu’ private, l’atmosfera si scalda grazie all’uso Di una pavimentazione in rovere termotrattato ed il segno si fa meno rigido concedendo tutti i comfort di una abitare moderno.

La casa nasce dal desiderio di un giovane personaggio dello sport di mettere le proprie radici a Firenze, dopo aver vissuto in svariate città. Siamo in un palazzo storico del XV° secolo, Palazzo Foresi, nel cuore della città, in Piazza Strozzi. Il progetto parte dall’idea di riuscire a creare spazi moderni che dialoghino sapientemente con i caratteri rigorosi dell’architettura rinascimentale. L’equilibrio con il passato è raggiunto tramite un impianto distributivo proporzionato, spazi fluidi e razionali quasi si trattasse di un loft. Sono stati utilizzati materiali caldi e naturali con finiture materiche, affiancando dettagli “minimal style” ad opere d’arte della collezione del proprietario. Accanto ai dettagli di stile, numerosi elementi d’arredo sono stati disegnati dal progettista. Il living, caratterizzato dalle imponenti finestre a bifora, funziona come un ambiente dinamico e flessibile, che ruota attorno al tavolo in legno kauri, utilizzato sia come tavolo conviviale che come “work area”. Il volume è dominato dalla suggestiva scala in pietra a sbalzo che conduce al soppalco dedicato al relax. Lo spazio sottostante è impegnato dalla cucina laccata nera con finitura opaca che si apre sull’area imbottiti con un divano in cuoio soft attrezzata con un tecnologico impianto audio-video. Coerenza estetica e dinamismo progettuale anche per l’area notte, dove il progetto concilia elementi realizzati su misura, come il bagno e la stanza guardaroba, con arredi di puro design.

Il nuovo complesso si colloca sul fondovalle del fiume Pesa che solca il paesaggio collinare. È articolato in due parti: il capannone e il fabbricato uffici e servizi. Il capannone dei reparti produttivi (un rettangolo di 300×100 metri) è parzialmente incassato nel pendio e ha la copertura metallica color ocra, ritmata dagli shed. Le facciate del capannone, percorse da una striscia finestrata, sono marrone scuro. Tre torri, realizzate con elementi prefabbricati, sporgono dalla lunga facciata verso valle e contengono gli impianti tecnici dell’area produttiva. I colori ocra (del tetto) e marrone (delle facciate) riprendono quelli della terra dei campi circostanti. Il fabbricato uffici e servizi è collocato sulla testata nord del capannone, è di tre piani fuori oltre a un piano interrato per i locali tecnici e gli spogliatoi. Il fabbricato è caratterizzato dalla facciata vetrata curvilinea con un andamento sinuoso che varia ai diversi piani. La facciata è segnata dai nastri in alluminio naturale del marcapiano. Il nastro, in corrispondenza del primo piano, aggetta dalla facciata a formare una gronda curvilinea che segnala l’ingresso e l’innesto del volume murario sporgente della mensa (dove si riprende il colore marrone scuro delle pareti del capannone).

Premio Architettura Toscana

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