Signa, è un comune della città metropolitana di Firenze. Adagiato tra le colline, porta in sé una memoria artigiana importante, la storia culturale, artistica ed economica della piana fiorentina dove, nei secoli, è fiorita la coltivazione del grano, della paglia da cappello e della tecnica dell’intreccio. Aperto per la prima volta nel 1997, il “Museo della Paglia e dell’intreccio Domenico Michelacci” costituisce lo spazio espositivo in cui sono conservate, promosse e valorizzate le tradizionali lavorazioni della paglia del distretto. Il trasferimento nella nuova sede ha finalmente permesso al Museo di ricollocare la sua intera collezione di oggetti, opere d’arte e il tanto materiale documentario, bibliografico, archivistico, fotografico. Organizzato su tre livelli, vi si accede dopo aver attraversato una terrazza affacciata sul piccolo spazio pubblico alberato e una hall, costituita da un ampio volume dal soffitto voltato. La disposizione planimetrica dei primi due livelli è simile, con percorsi comuni e collegamenti verticali che si incrociano tra loro, delimitando quattro spazi equivalenti agli angoli del fabbricato. Suddiviso in più sale espositive, alcune dedicate ad esposizioni permanenti, altre a mostre tematiche/temporanee, il Museo ospita differenti tipi di paglia e grano, trecce, ornamenti, “bigheri”, abiti e calzature, oggetti intrecciati in fibre naturali o artificiali di ogni tipo, ricami e tessuti, macchinari, attrezzature e una selezione di cappelli.

Dopo un iter progettuale lungo e pieno di cambiamenti e ripensamenti, durato ben 16 anni, nell’arco dei quali sono stati elaborati 3 progetti, il seguente è la loro sintesi. La rilevanza dell’intervento progettuale sull’edificio d’angolo tra via G. Carducci e via Piave assume un ruolo ancor più marcatamente strategico, alla luce della volontà espressa dal committente di trasferire qui parte degli uffici direzionali, trasformando il complesso in un nuovo quartier generale della banca. Il travertino viene impiegato come materiale di rivestimento di tutto l’edificio, al piano terra, quale elemento di unione dell’intero intervento, in lastre ad orditura liscia continua. I piani superiori sono caratterizzati da un rivestimento a scacchiera in lamiera di alluminio verniciato a polveri, sagomato su un profilo a doppia calandratura, ad inglobare interamente i piani primo e secondo sotto ad un brise-soleil unico. Il rivestimento “a scacchi” ricopre i due piani direzionali dell’edificio d’angolo e si estende lungo via Piave fino ad avvolgere anche parte degli attuali uffici della banca. Questo sistema di rivestimento assicura condizioni ottimali di illuminazione interna, restituendo un’immagine chiara e riconoscibile della banca alla collettività di Castelfiorentino; un’immagine nuova, in qualche modo permeabile al contesto, che filtra attraverso le maglie vuote del rivestimento.

Il progetto si colloca nella pianura compresa tra gli insediamenti metropolitani più densamente popolati e strutturati della Toscana tra le provincie di Firenze e Prato: un’estensione territoriale di circa 7.000 ettari che rappresenta la più grande infrastruttura verde che si innerva tra margini urbani, poli della produzione e della ricerca e infrastrutture di importanza nazionale. Il progetto è andato nel tempo qualificandosi, grazie all’azione pilota della Regione Toscana, partner del progetto “Pays.Med.Urban: Alta qualità del paesaggio come elemento chiave nella sostenibilità e competitività delle aree urbane mediterranee”; con il progetto europeo “INTERREG Green Link”, si sono inoltre definite le linee guida progettuali secondo una metodologia condivisa a livello comunitario. Al tema della identità, si associano anche quelli della riconoscibilità e dell’accessibilità al Parco agricolo: l’obiettivo che ci siamo posti è quello di leggere e analizzare il territorio al fine di proporre un’interpretazione dei luoghi e del paesaggio in riferimento al tema della segnaletica e dell’accessibilità. L’azione, nello specifico, propone un sistema di segnaletica identitaria, basato sui principi dell’interpretazione territoriale e paesaggistica, finalizzato a stabilire una relazione visiva, emozionale conoscitiva tra i visitatori e i luoghi, nel rispetto di quanto indicato dalla Convenzione Europea del Paesaggio.

DUNO

Stand per la fiera PITTI IMMAGINE UOMO. Lo spazio, per un totale di circa 100 mq, era suddiviso in 4 differenti ambienti e l’utilizzo di una parete flessibile in materiale plastico ci ha permesso di vincere la divisione e trasformare lo stand in un unico spezio espositivo fluido. Le luci a terra, sottolineando la parete stessa, hanno contribuito ad enfatizzare l’effetto ed a guidare i visitatori all’interno dell’esposizione.

Dentro o fuori?

I giovani committenti si sono affidati al nostro supporto per ristrutturare completamente 2 dei 4 piani del fabbricato, oltre che il giardino nella corte privata. Gli input che ci sono stati forniti erano piuttosto chiari: spostare gli ambienti di vita principali al piano seminterrato e il piano terra, così da vivere a pieno il giardino e la sua nuova piscina. Abbiamo deciso di posizionare la cucina e realizzare il soggiorno sul lato del fabbricato a ridosso del giardino, mettendoli in comunicazione tra di loro grazie alla realizzazione di un’apertura nella parete; questa operazione ci ha permesso di creare una nuova zona giorno a diretto contatto con il verde e la natura. Al di fuori è stata installata una pergola bioclimatica, come elemento di filtro tra esterno ed interno; grazie a questa, il soggiorno e la cucina, si espandono creando così una “stanza all’aperto”. Il resto del piano è stato rimodellato per ritrovare una serie di spazi utili alla vita quotidiana, come una libreria/cantinetta su disegno di colore blu, mentre il disimpegno è stato sfruttato per inserire un mobile spogliatoio, anch’esso su disegno, posizionato a fianco della scala di collegamento al piano terra. Il piano terra accoglie la zona notte. La parte a sud del fabbricato, dove prima erano presenti un soggiorno ed una seconda cucina, viene occupato dalla camera da letto padronale ed il suo bagno. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali, dell’illuminazione e degli arredi.

Dentro o fuori?

I giovani committenti si sono affidati al nostro supporto per ristrutturare completamente 2 dei 4 piani del fabbricato, oltre che il giardino nella corte privata. Gli input che ci sono stati forniti erano piuttosto chiari: spostare gli ambienti di vita principali al piano seminterrato e il piano terra, così da vivere a pieno il giardino e la sua nuova piscina. Abbiamo deciso di posizionare la cucina e realizzare il soggiorno sul lato del fabbricato a ridosso del giardino, mettendoli in comunicazione tra di loro grazie alla realizzazione di un’apertura nella parete; questa operazione ci ha permesso di creare una nuova zona giorno a diretto contatto con il verde e la natura. Al di fuori è stata installata una pergola bioclimatica, come elemento di filtro tra esterno ed interno; grazie a questa, il soggiorno e la cucina, si espandono creando così una “stanza all’aperto”. Il resto del piano è stato rimodellato per ritrovare una serie di spazi utili alla vita quotidiana, come una libreria/cantinetta su disegno di colore blu, mentre il disimpegno è stato sfruttato per inserire un mobile spogliatoio, anch’esso su disegno, posizionato a fianco della scala di collegamento al piano terra. Il piano terra accoglie la zona notte. La parte a sud del fabbricato, dove prima erano presenti un soggiorno ed una seconda cucina, viene occupato dalla camera da letto padronale ed il suo bagno. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali, dell’illuminazione e degli arredi.

L’intervento proposto consiste essenzialmente nell’eliminazione delle barriere architettoniche per connettere la parte commerciale con quella storica di Castelfiorentino. La localizzazione proposta è quella di Piazza Gramsci, precisamente l’area che fronteggia il muro a vela di fianco allo storico Teatro del Popolo e la soprastante Piazzetta del Grande Leccio: l’intervento coinvolgerà anche i Giardini Ex arena all’aperto e Piazza delle Stanze Operaie, attualmente parcheggio pubblico. Il tema che affronta il progetto è quello dell’accessibilità agli spazi pubblici della parte alta di Castelfiorentino caratterizzati, come la maggior parte dei centri storici italiani, da un’altimetria variamente articolata ove sono presenti importanti servizi pubblici non facilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto. La proposta progettuale tende pertanto a creare un collegamento meccanizzato che, nel percorso più breve possibile, riesca a dare accessibilità al più ampio numero di spazi pubblici. Il collegamento proposto attraverso la realizzazione di due ascensori consente pertanto: ‐ un rapido collegamento tra il grande parcheggio pubblico di piazza Gramsci, facilmente accessibile dal territorio, ed i servizi presenti nel centro storico ‐ una facile connettività tra i residenti del centro storico e la più ampia zona commerciale della parte bassa di Castelfiorentino ‐ l’accesso anche da parte di persone diversamente abili alle diverse aree fra di se interconnesse

Il progetto del nuovo Circolo la Torre ha voluto rivitalizzare la sua importanza per la frazione di Montelupo F. e creare con l’architettura una trasposizione fisica e materica della nostra idea di socialità e di cultura. La volontà primaria è stata quella di creare uno rapporto con il quartiere, rendendo l’esterno un valore per l’interno. Il progetto delle visuali e della disposizione delle aperture permette di attraversare con lo sguardo l’intero edificio. Le ampie finestre proiettano gli ambienti interni verso l’esterno, creando uno spazio soglia ibrido. All’interno, l’involucro della zona bar è in tonalità di terracotta, testimonianza di quando dipinsero il circolo di rosso. Le gradazioni tonali delle pareti proporzionano gli ambienti e creano effetti scenografici, specie nel passaggio tra i vani. In queste sale si inseriscono arredi realizzati artigianalmente utilizzando materiale vitreo proveniente dalle ultime vetrerie attive. Sono bottiglie, mattoni e piatti, ripensati per diventare panche, bancone bar e illuminazione. L’intenzione è di ricordare quando alla Torre si viveva di vetro, perché le vetrerie davano lavoro alle famiglie e scandivano i ritmi della vita. I pavimenti sono in ceramica smaltata di colore verde, come il vetro di Empoli, ad eccezione di un inserto in legno che definisce l’area “palco” della sala polifunzionale. Qui, dove una volta c’era la balera, si definisce uno spazio colorato di blu, aperto ad accogliere socialità, ma anche cultura.

L’appartamento oggetto della ristrutturazione è sito nel cuore del quartiere di Statuto. Il progetto ha avuto come intento primario la realizzazione di una nuova spazialità, rivelando gli interventi operati sulle murature -tutte portanti- in un processo che non vuole nascondere o dissimulare ma, con un’opera di riscrittura sull’esistente, mostra le tracce del nuovo, lasciando a vista le architravature. Elemento fulcro è un grande mobile realizzato in legno di rovere che, come un nastro avviluppato su se stesso, mette in connessione fisica e spaziale tutti gli ambienti. Il mobile è composto da una sequenza alternata di listelli che amplificano gli accetti chiaroscurali e celano in questa ritmicità ininterrotta anche le aperture. Se dall’esterno il mobile, raggiungendo l’imposta delle cerchiature, appare nella sua imponente struttura stereometrica, al suo interno è interamente ‘scavato’ a diverse profondità per accogliere spazi e oggetti di vita quotidiana, come i fusuma nella casa tradizionale giapponese. Nella zona giorno un pannello incassato nel muro e della stessa struttura del mobile, si apre come una porta, dividendo il soggiorno dal resto della casa. La presenza centrale del mobile trova uno specifico riferimento proprio nella città di Firenze nello studiolo pensato da Vasari per Francesco I, dove le pannellature che foderano le pareti, al pari del mobile della casa oggetto dell’intervento, talora contengono oggetti, talora, aprendosi come porte, connettono altri spazi.

Il progetto ristabilisce la consistenza originaria di un appartamento, affacciato sulla chiesa di Santo Spirito nel centro storico fiorentino, alterato negli anni da frazionamenti, modifiche e usura. L’intervento consiste in una totale revisione del layout della casa, diretto a soddisfare le esigenze dell’abitare contemporaneo di una giovane famiglia, in parallelo al consolidamento e restauro delle strutture del fabbricato storico in cui è inserito. La nuova distribuzione prevede una chiara divisione tra gli ambienti della zona giorno, posizionati nelle stanze più grandi e con le visuali migliori, e della zona notte, collocati nella parte più silenziosa e raccolta della casa. La zona giorno, attraverso l’apertura di grandi varchi nelle murature esistenti, si presenta come un continuum di spazi unificati da una ristretta palette di materiali (graniglia in grande formato, travertino, legno laccato, tinteggiatura). La zona notte presenta maggiore variazione nei colori e nelle materie, con pavimenti in parquet di tek per le camere da letto e microcemento e calce in toni caldi per i bagni.

Wood factory

L’edificio oggetto del nostro progetto è situato via Enrico Conti, 21 al margine nord-est del territorio comunale di Scandicci, posizionato all’interno di un’area situata in prossimità del tratto autostradale della A1. Fa parte di un complesso produttivo realizzato alla fine degli anni ’60 composto da tre corpi: un ampio capannone e due volumi tecnici (sala macchine/torre silos). L’intervento riguarda la demolizione e ricostruzione del corpo di fabbrica denominato “sala macchine” ed il recupero funzionale della “torre silos”. In sostituzione del volume demolito è stata realizzata una nuova struttura multipiano (4 piani) in legno, metallo e vetro che ospita uffici, laboratori e archivi. L’intelaiatura portante in acciaio è volutamente lasciata a vista, i solai sono in legno lamellare ed i tamponamenti verticali sono realizzati con struttura a telaio in legno ed ampie vetrate filtrate da brise soleil in legno. La “torre silos” ospita invece i servizi di connessione verticale (scala e ascensori), i servizi igienici ed alcune sale riunione. Sul fronte nord è stata posizionata una scala di sicurezza in metallo che avvolge l’edificio.

Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

Premio Architettura Toscana

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