Il progetto nasce dalla volontà di realizzare due nuove residenze universitarie, caratterizzate da una forma chiara e rigorosa, aperte sul paesaggio urbano. Uno schema semplice, esaltato dal ruolo chiave delle grandi finestre, i bow-window che all’esterno, sulle facciate dal disegno severo, realizzano una distonia dinamica mentre, all’interno, caratterizzano lo spazio di ogni camera. Le nuove Residenze si inseriscono a completamento della Residenza Studentesca Calamandrei realizzando un unico grande Campus universitario. Su di un podium che ne costituisce la base unitaria, si ergono la torre di CampusX, uno degli edifici più alti di Firenze e l’edificio basso, destinato al Diritto allo Studio Universitario. Da essi si gode una vista straordinaria, sia verso la città con al centro la Cupola, sia verso le colline e il verde circostante. Il progetto si è concentrato nel realizzare stanze luminose aperte sul paesaggio: una “finestra tipo”, articolata e ampia, tale da costituire un piccolo micromondo ambientale, non solo per ricevere luce e aria, ma per diventare oggetto di arredo ed elemento articolato di organizzazione della camera. La torre e la quinta della residenza DSU verso la piazza sono rivestite da un mosaico di tessere ceramiche bianche, care alla tradizione dell’architettura italiana. Una scelta che vuole restituire alla torre un aspetto metafisico, sfaccettato e mutevole al minimo variare della luce diurna e notturna, rendendola un elemento riconoscibile nella città.

Serghej Vasiliev

Prima mostra antologica in Italia dedicata al fotoreporter russo Serghej Vasiliev, vincitore per 5 anni del World Press Photo Award. In un luogo di grande suggestione, un ex monastero divenuto caserma e infine struttura di detenzione fino alla metà degli anni Ottanta, si realizza un percorso che in circa settanta immagini intende riassumere e sottolineare lo sguardo penetrante di Vasiliev nel quotidiano di una metropoli negli Urali meridionali, Čelyabinsk, ai tempi dell’ex Unione Sovietica: detenuti, partorienti, ginnaste, il disastro di Ufa, è la storia nuda, vera, della gente russa, scrutata e indagata con un formalismo mai retorico, a comporre una cronaca avara di colore e di grande impatto.

L’intervento riguarda la realizzazione della nuova sede della System Line, sita in una delle arterie stradali più importanti di Empoli. A seguito dell’acquisizione dei nuovi locali si è deciso di realizzare un unico ambiente nel quale sistemare sia la sede operativa sia quella amministrativa della società d’informatica. La consolidata esperienza dei proprietari, unita a precise esigenze affrontate nella precedente gestione, hanno imposto una serie di punti fermi quali: l’esigenza di avere una cassa dalla quale si potesse contemporaneamente controllare l’intero locale e gli ingressi ed una seconda zona di appoggio per il controllo delle macchine a seguito di riparazione. L’intero intervento presenta una connotazione propriamente industriale, anche nella scelta dei materiali: pavimentazione in gres porcellanato, impianti a vista e illuminazione con sistemi lineari a vista.

Villa Cinzia

Sulle colline di Careggi a Firenze, a pochi passi dalla Villa Medicea La Petraia, abbiamo realizzato un progetto di ristrutturazione di una villa dei primi del ‘900 immersa nel verde di ettari di oliveta. La villa necessitava di interventi importanti per ridare carattere e dignità ad una struttura originale di grande pregio, ma svilita dal tempo e dagli interventi precedenti. I materiali che abbiamo scelto sono tutti naturali come il bellissimo travertino dalle giunture rustiche ed irregolari che funge da elemento di giunzione tra l’esterno naturale ed irregolare e l’interno elegante e sofisticato. Tutti gli interni seguono un concept caratterizzato da grandi contrasti di colore, materiale e texture: lo scuro del wengé abbinato al chiaro del travertino, il rustico del legno alla raffinatezza del marmo. Abbinamenti che osano come le carte da parati con i marmi, le ceramiche con le resine, i legni con le pietre, che creano un interior di grande eleganza, ma allo stesso tempo caldo e funzionale per essere vissuto da una famiglia. Gli arredi realizzati su disegno da artigiani si accostano a pezzi di design. Nel grande giardino, circondato da cipressi e ulivi è stata restaurata la piscina, i materiali usati trovano traccia nella tradizione toscana, muretti in pietra geo pietra e pavimenti in cotto. Le bellissime lanterne toscane sono gli unici elementi decorativi usati per gli esterni che mantengono colori e finiture tradizionali in una rilettura contemporanea.

Casa Guidi

Situata a ridosso del centro storico di Firenze, “Casa Guidi” nasce dall’idea di creare un luogo elegante ed accogliente dove l’ospite si senta a casa. “Casa Guidi” è stata progettata per ospitare gli uffici direzionali e commerciali della Ditta Guido Guidi Ricevimenti e si sviluppa come una vera e propria casa che trova il suo cuore nella grande corte. Dell’ex officina, dismessa da vent’anni, il progetto ha mantenuto alcuni elementi come: la copertura a shed che è stata mantenuta nella forma ma completamente sostituita in tutti i suoi elementi, il soffitto a voltine in mattoni faccia vista che è stato restaurato, la grande vetrata centinata nella sala da pranzo che è stata mantenuta concettualmente ma sostituita con una di nuova realizzazione a causa delle condizioni di conservazione e la pavimentazione in blocchi di pietra che è stata riutilizzata, all’esterno, nella loggia d’ingresso. La quasi totalità delle pareti di nuova realizzazione, per dividere i diversi ambienti, è costituita da grandi vetrate in ferro color grigio antracite e vetro, i quali dettagli tecnologici rimandano ad uno stile prettamente industriale. Lo stile industriale si unisce ad un classicismo moderno per dar vita a contrasti stilistici che armonizzano lo spazio, creando un connubio tra gli elementi dell’architettura storica che caratterizzano l’immobile e gli elementi che concettualmente rappresentano i cardini stilistici sul quale si fonda e si rappresenta la Guido Guidi Ricevimenti.

Il complesso “La Querce”, originariamente costituito da un casale e due annessi, rispecchia perfettamente per morfologia e forme l’architettura contadina Toscana. L’intervento sull’intero complesso è iniziato con il restauro del Casale, la ristrutturazione edilizia dell’annesso principale e la demolizione dell’annesso secondario. Sull’impronta originale di quest’ultimo è stata realizzata una piscina a sfioro di 5x 13,5 metri. Il Casale di circa 540 mq si distribuisce su due piani. Il piano terra, adibito a zona giorno, è caratterizzato da ampie porte finestre ad arco che si aprono sul paesaggio circostante. Forte è la presenza di una tradizione architettonica. Volte a crociera e a botte originali in cotto, si alternano negli ambienti al piano terra. Una cucina “sartoriale” che racconta uno stile raffinato con materiali pregiati e forme senza tempo. Salendo la scala in pietra si raggiunge il piano primo, in cui sono ben distribuite cinque camere da letto matrimoniali ciascuna con il bagno privato. L’annesso di circa 100 mq è un grande “openspace” destinato a zona hobby. Una particolare importanza è stata conferita al “landscape“. Una progettazione dello spazio esterno mirata al superamento dei differenti livelli di quota appositamente creati per dare ad ogni elemento la singola importanza. Scalette in cotto e percorsi ben delineati collegano i fabbricati alla magnifica piscina che si affaccia sul sottostante campo da golf e al campo di bocce circondato da olivi secolari.

Piazza Montanelli

Il progetto per Piazza Montanelli, nato dalla collaborazione con lo studio Heliopolis 21 Architetti Associati, prende forza da tre elementi distintivi che lo hanno guidato fino alla realizzazione: Pietra, Acqua e Vegetazione. Precedentemente la Piazza, che domina l’area centrale del comune di Fucecchio, si presentava come una distesa di asfalto senza identità; utilizzata solo per scopi commerciali o per manifestazioni. La nuova Piazza, con al centro il monumento di Giuseppe Montanelli realizzato nel 1892 dallo scultore fiorentino Raffaello Romanelli, cerca, invece, di incentivare la socializzazione tra i cittadini donando loro uno spazio fino a poco tempo fa assente, un luogo di comunità, identità, dove potersi ritrovare. Situata in un lotto irregolare per geometria e pendenze, la nuova piazza si presenta come un “tappeto” di pietra disteso, in travertino colore “Moka” tipo “Pietra Listone Arredo di pietra”, la cui tessitura viene regolata e ritmata da dei ricorsi in acciaio corten che allo stesso tempo svolgono la funzione di raccolta delle acque e illuminazione, andando ad animare la Piazza con un attento gioco di luci. Sui lati della piazza, regolarizzata per forma, sono stati inseriti due filari di alberi, sotto i quali si possono trovare luoghi di raccolta con arredo urbano di vario genere. Oltre al gioco di luci e di materiali, la Piazza viene animata da una fontana a terra che sarà gestita dall’amministrazione per feste ed eventi.

Il Progetto per il ridisegno della Piazza dei Macelli ricalcando le geometrie preesistenti immagina uno spazio totalmente inedito. La via che ha come suo fondale la struttura degli Ex Macelli, oggi importante centro di aggregazione giovanile, presenterà sul suo lato destro la demolizione e ricostruzione dei parcheggi preesistenti e sul lato sinistro la costruzione di una inedita Piazza Lineare. Un nuovo manto e la posa di autobloccanti di nuova generazione, drenanti ma con fughe di limitatissima dimensione, garantiranno la totale accessibilità dell’area anche da coloro che sono portatori di handicap. Sul lato sinistro la Nuova Piazza Lineare favorirà un’inedita prospettiva sull’edificio degli Ex Macelli. Questa presenterà una geometria dettata da un disegno che alterna autobloccanti bianchi ad autobloccanti drenanti al 100% color rosso. Questa ritmia bicroma garantirà una accelerazione prospettica sul prospetto degli ex Macelli, impreziosita dalla presenza di panchine in conglomerato di marmo “tipo granito bianco” e lampioni in acciaio corten. Fondale della Piazza Lineare, un Tabernacolo in acciaio corten fungerà da quinta prospettica e da totem identificativo della preesistente struttura oggi convertita ad importante centro giovani.

Oggetto del progetto è l’appartamento di un collezionista d’arte che ha designato lo studio per valorizzare la propria collezione di maestri toscani del ‘900. Lo studio è intervenuto progettando e modificando la distribuzione interna precedente. La scelta di una residenza collocata a distanza dal centro storico è parsa molto stimolante nell’ottica della valorizzazione degli spazi periferici del tessuto urbano. La committenza ha chiesto di rendere protagonista la propria collezione d’arte attraverso lo studio preciso dell’illuminazione. L’attenzione progettuale si è concentrata sulla superficie contenuta dell’appartamento, ponendo il focus su un asse preciso intorno al quale sono stati distribuiti gli spazi domestici. Tale asse è diventato la galleria espositiva. E’ stato eseguito uno studio del colore, pareti, soffitti, infissi e finiture monocromatici: una nuance di grigio intenso e “terroso” per creare un’illusione ottica di dilatamento degli spazi e valorizzare le opere in cui il colore è l’elemento dominante, oltre che mantenere il dialogo monocromatico in tutti gli ambienti. Gli elementi di arredo fissi, compresa la cucina sono stati progettati e realizzati su disegno con attenzione nel lasciare un segno neutro, tranne qualche licenza nella scelta di elementi di design. Le criticità quali superficie contenuta e distribuzione difficile son state superate con un intervento customizzato che fa della neutralità un elemento compositivo e risolutivo formale ed elegante.

L’intervento proposto consiste essenzialmente nell’eliminazione delle barriere architettoniche per connettere la parte commerciale con quella storica di Castelfiorentino. La localizzazione proposta è quella di Piazza Gramsci, precisamente l’area che fronteggia il muro a vela di fianco allo storico Teatro del Popolo e la soprastante Piazze a del Grande Leccio: l’intervento coinvolgerà anche i Giardini Ex arena all’aperto e Piazza delle Stanze Operaie, attualmente parcheggio pubblico. Il tema che affronta il progetto è quello dell’accessibilità agli spazi pubblici della parte alta di Castelfiorentino caratterizzati, come la maggior parte dei centri storici italiani, da un’altimetria variamente articolata ove sono presenti importanti servizi pubblici non facilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto. La proposta progettuale tende, pertanto, a creare un collegamento meccanizzato che, nel percorso più breve possibile, riesca a dare accessibilità al più ampio numero di spazi pubblici. Il collegamento proposto attraverso la realizzazione di due ascensori consente pertanto: – un rapido collegamento tra il grande parcheggio pubblico di piazza Gramsci, facilmente accessibile dal territorio, ed i servizi presenti nel centro storico – una facile connettività tra i residenti del centro storico e la più ampia zona commerciale della parte bassa di Castelfiorentino – l’accesso anche da parte di persone diversamente abili alle diverse aree fra di sé interconnesse.

Ristrutturazione e completamento di un appartamento immerso nelle verdi colline della Valdelsa. Il Concept è stato quello della valorizzazione contemporanea degli elementi della tradizione rurale Toscana: finiture e arredi in blocchi colore neutri ed il pavimento in parquet completamente bianco lasciano enfatizzare le grintose colorazioni dei soffitti in travi di Castagno e mezzane in cotto, amalgamando armoniosamente elementi della contemporaneità con quelli della tradizione.

Il progetto si trova nel centro storico di Firenze all’interno di una Palazzina Liberty. L’appartamento è un grande loft di oltre 200 mq allestito interamente su misura dall’architetto. Si tratta di un’architettura molto particolare per Firenze, soprattutto per quanto riguarda la luce e la disposizione degli ambienti. Gli spazi sono improntati ad un’interessante pulizia formale, con una planimetria fluida e ariosa, che trae vantaggio dalla grande luminosità dalle enormi finestre che si affacciano su piazza Ognissanti, integrata dalla sapiente illuminazione artificiale progettata su misura. Sono stati utilizzati materiali naturali come il legno rovere antico per i pavimenti e le tende in tessuto per infondere calore e bilanciare i tratti un po’ austeri dello spazio. La casa si sviluppa su due livelli per sfruttare al massimo la vista esterna, la zona giorno è stata collocata al piano superiore e quella più intima, dedicata al riposo, si trova invece al livello inferiore, il tutto collegato da un’importante scala in legno preesistente, recuperato e reinterpretato dell’architetto. La zona giorno ospita una cucina open space, con piani in pietra tamponata con un rivestimento in laminato dall’effetto metallo e un doppio tavolo pranzo-lavoro in MDF. Nella zona notte, i tendaggi in morbido velluto naturale mitigano la luce naturale della vetrata dietro il letto di De Padova, mentre nel bagno l’elemento più significativo è il lavabo in gres porcellanato color sandalo.

Premio Architettura Toscana

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