Due case quasi gemelle costruite secondo i principi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico che dominano su una splendida valle dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’idea progettuale, delle due parti orizzontali del corpo di fabbrica incernierate su un elemento verticale rivestito in pietra, riflette l’immagine di un’apertura di ali che prendono il volo verso la valle. Particolare attenzione è stata data all’integrazione dei corpi edilizi con la morfologia del luogo, prevedendo quindi la tutela e la valorizzazione dell’impianto paesaggistico esistente. Gli edifici hanno una struttura portante in legno, coibentata internamente con fibra di legno e cappotto esterno in sughero, che conferiscono all’involucro, unitamente ai solai e al piano di copertura in legno lamellare, delle elevate performance in tema di risparmio energetico. L’impiego di materiali ecologici, garantisce una ottima traspirabilità e quindi un ambiente interno salubre con un confort abitativo elevato. Gli edifici sono dotati di un impianto meccanizzato di ricambio dell’aria, così da garantire costantemente condizioni igrotermiche ottimali; il riscaldamento-raffredamento a pavimento è alimentato da pompa di calore integrata ad un impianto fotovoltaico in copertura.

La casa è stata costruita in una radura tra ulivi, lecci e pini marittimi a metà collina tra la piana di Lucca e l’altopiano delle Pizzorne. Alla costruzione esistente sono stati aggiunti due ampliamenti, uno sulla testata nord-ovest, l’altro, parzialmente interrato, verso nord-est. La parte esistente è intonacata e tinteggiata a calce, quella nuova in pietra di Guamo (Verrucano dei Monti Pisani). Il fronte sud dell’ampliamento è un infilata di pilastri massicci a doppia altezza e i serramenti sono arretrati per ripararsi meglio dal sole e dall’acqua. Il volume dell’entrata della casa è l’unione tra il vecchio e il nuovo: a sud l’esistente mentre a nord una galleria si allunga per spingere il nuovo volume a trovare lo spazio libero e la vista verso valle e Lucca. L’infilata dei nuovi volumi inclinandosi verso nord-est facilitano l’apertura della corte verso il verde della radura. Le due facciate dell’entrata sono due portali uguali in pietra di Santafiora sabbiata, una è il fondale di un cortile stretto e lungo ed è l’entrata principale della casa, l’altra del cortile aperto verso il verde. I serramenti e le persiane sono in legno verniciato. I cortili e i marciapiedi sono in Santafiora sabbiata. Una scala è in ferro, l’altra è in ferro e legno wengé. Le tinteggiature interne sono chiare. La struttura del nuovo edificio è un telaio in c.a. con appoggiati il tetto a capriate e il solaio in travi e travicelli in legno di castagno. I nuovi edifici sono in classe energetica A3.

Progettare in un contesto paesaggistico ricco di storia come quello della campagna toscana ha costituito per Settanta7 una sfida irresistibile, colta portando all’interno di questo territorio una pratica dell’architettura contemporanea e sostenibile, un lieve gioco di linee e colori che dialoga con il paesaggio senese. L’asilo di Ponte d’Arbia, posizionato lungo la Francigena, si pone come obiettivo quello di divenire una scuola riconoscibile ma integrata con il paesaggio. La disposizione planimetrica mira a massimizzare il rapporto di permeabilità tra l’edificio e il paesaggio: gli spazi della didattica si affacciano verso l’esterno, e i colori della campagna si fondono nei prospetti color Terra di Siena. Il particolare profilo frastagliato della copertura genera un motivo unitario e riconoscibile che ricorda il profilo collinare della campagna senese. A partire dall’aspetto esterno dell’edificio, posizionando le finestre molto in basso, abbiamo voluto dichiarare con forza l’attenzione per una progettazione a misura di bambino. L’ampio spazio fluido attorno al patio centrale è dedicato ai diversi aspetti della didattica e caratterizzato da materiali e attrezzature che accentuano l’aspetto ludico. La struttura in x-lam, i pavimenti in linoleum colorato e gli arredi in materiali naturali contribuiscono a definire un ambiente e fresco e stimolante. Grazie alle caratteristiche tecnologiche dell’involucro, l’edificio raggiunge la classe energetica A.

Enry

La pizzeria osteria “Enry” come la conosciamo adesso nasce da un restyling di un’attività storica del paese di Cecina, aperta dal 1926: non un locale raffinato, ma famoso per i suoi prodotti da asporto come la pizza al taglio e la torta di ceci. Il fondo si trova sul corso pedonale principale del paese. L’obiettivo dell’intervento è stato quello di mantenere nell’immaginario della cittadinanza il collegamento tra locale e tipologia di prodotti distribuiti, ma innalzare decisamente il livello dell’ambiente e aumentarne le funzioni. Avendo voluto ampliare l’attività delle sole merende pomeridiane con un servizio al tavolo di pizzeria e osteria, il principale obiettivo è stato quello di rendere l’ambiente più intimo e aver fatto sì che l’utente traesse piacere nel sostare per consumare sia una merenda che una cena. L’aspetto estetico è stato totalmente rivoluzionato: si è voluto comunicare in modo deciso che la nuova gestione avrebbe voluto innalzare il livello del servizio, aprendo il locale a un pubblico più ampio. Sono state prese le caratteristiche di un ambiente rustico e sono state ripulite da tutte le linee ridondanti e dai colori troppo classici. Il nuovo “Enry” ti accoglie con colori caldi ma non brillanti e con luci delicate e mirate a un preciso obiettivo. I materiali a contatto con la clientela sono gentili al tatto, sia che si tratti di travertino che di legno. Tutti gli arredi sono stati disegnati e realizzati su misura ad eccezione delle sedie e dei tavoli da esterno.

Bettino

Bettino è il padiglione dedicato alla vendita dei prodotti di merchandising della Fondazione Meyer, situato all’interno dell’omonimo ospedale pediatrico di Firenze e si inserisce nella galleria di recente realizzazione frapposta tra il corpo est ed ovest dell’edificio originario. Questa si presenta come una struttura in legno lamellare, sormontata da una facciata continua in acciaio e vetro in connessione visiva con i quattro ettari di verde che cingono l’ospedale. L’interno è caratterizzato dalla ripetizione cadenzata di un sistema strutturale in legno, composto da orditure principali e secondarie ad arco ogivale che raggiungono un’altezza di oltre dieci metri. Il padiglione, con struttura autoportante in acciaio, si pone in continuità con la galleria rispettando il ritmo serrato delle campate ogivali. Una contrarcata simmetrica rispetto al sistema in legno lamellare, costituisce l’ossatura a supporto delle vetrine, mentre una serie di vele bianche in legno laminato suddivide funzionalmente lo spazio interno. Disposte trasversalmente alla galleria in corrispondenza della mezzeria dell’ogiva, le vele preservano il carattere aperto e permeabile della struttura. Il lessico formale della galleria viene reinterpretato nel padiglione per delineare un volume protetto e al tempo stesso trasparente, che ospita uno spazio di esposizione e vendita, insieme a un’area più raccolta attrezzata con postazioni di lavoro per il personale dipendente e un piccolo magazzino-guardaroba.

Bettino

Bettino è il padiglione dedicato alla vendita dei prodotti di merchandising della Fondazione Meyer, situato all’interno dell’omonimo ospedale pediatrico di Firenze e si inserisce nella galleria di recente realizzazione frapposta tra il corpo est ed ovest dell’edificio originario. Questa si presenta come una struttura in legno lamellare, sormontata da una facciata continua in acciaio e vetro in connessione visiva con i quattro ettari di verde che cingono l’ospedale. L’interno è caratterizzato dalla ripetizione cadenzata di un sistema strutturale in legno, composto da orditure principali e secondarie ad arco ogivale che raggiungono un’altezza di oltre dieci metri. Il padiglione, con struttura autoportante in acciaio, si pone in continuità con la galleria rispettando il ritmo serrato delle campate ogivali. Una contrarcata simmetrica rispetto al sistema in legno lamellare, costituisce l’ossatura a supporto delle vetrine, mentre una serie di vele bianche in legno laminato suddivide funzionalmente lo spazio interno. Disposte trasversalmente alla galleria in corrispondenza della mezzeria dell’ogiva, le vele preservano il carattere aperto e permeabile della struttura. Il lessico formale della galleria viene reinterpretato nel padiglione per delineare un volume protetto e al tempo stesso trasparente, che ospita uno spazio di esposizione e vendita, insieme a un’area più raccolta attrezzata con postazioni di lavoro per il personale dipendente e un piccolo magazzino-guardaroba.

Tennis Vinci

L’intervento ha come finalità la rigenerazione di un area sportiva preesistente degradata, salvaguardando i caratteri paesaggistici esistenti. Il budget molto contenuto e l’esigenza di compiere i lavori velocemente ha influenzato le scelte progettuali. Il nuovo impianto è costituito da uno spogliatoio-club house con due campi da tennis ed un campo polivalente, comprensivi della sistemazione paesaggistica. Il fulcro del progetto diventa uno spazio adibito a giardino, che costituisce l’ambiente principale ed aggregativo, su cui prospettano le aree di gioco. La disposizione dei campi da tennis è quasi obbligata: a debita distanza dall’alveo del fiume e ubicate in adiacenza al nuovo spogliatoio. Il progetto ha cercato di integrare la disposizione dei campi accanto ad ampie superfici verdi, con la scelta di piantumazioni autoctone, sfruttando direzioni territoriali preesistenti. Il progetto ha previsto la realizzazione di un piccolo spogliatoio-club di forma rettangolare, con copertura a falde inclinate. Il portico con ampia apertura determina il collegamento percettivo del verde con i frequentatori. Sfruttando il doppio orientamento delle falde di copertura si riesce ad orientare in modo ottimale i pannelli solari, nascondendo il sistema dalle viste predominanti. La struttura portante dell’edificio è in legno, veloce nella realizzazione ed ecosostenibile. Questo ha permesso di realizzare l’edificio in breve tempo, con comportamento energetico e strutturale performante.

Il progetto è iniziato con l’intento di fornire un’identità nuova e fresca ad un esercizio commerciale che già esisteva da dieci anni. Per il restyling del salone di bellezza sono serviti quindici giorni di intenso lavoro di artigiani locali, che con la loro abilità hanno dato una nuova pelle al locale. Il salone si trova nel quartiere Venezia di Livorno ed è caratterizzato da un ampio spazio di cento metri quadrati con volte a crociera. L’idea di partenza è stata quella di preservare l’unicità dello spazio aggiungendo elementi e materiali che rendessero l’ambiente confortevole, caldo ed accogliente. Il soffitto è stato dipinto di verde pastello mentre le pareti bianche accolgono sullo sfondo del locale una raffinata carta da parati. Per gli arredi sono stati scelti materiali che scaldassero l’ambiente sia a livello visivo che tattile: il legno per le mensolature, pelle vintage nella nuance cuoio per le sedute, oro per i dettagli, marmo verde alpi per rivestire il bancone della reception, micropainting chiaro del pavimento per dare luce ad un ambiente carente di illuminazione naturale efficiente mantenendo la texture del pavimento preesistente.

Pop House

Spazi aperti, piante, luce e design. Un attico eclettico nel cuore della città di Livorno, in un palazzo recentemente ristrutturato, dove si uniscono arte, musica e arredi su misura che rendono il progetto assolutamente originale. Entrando nell’appartamento ci troviamo catapultati in uno spazio pieno di arte e creatività. Dall’ingresso si può subito apprezzare il “box” della cucina: un sistema di porte scorrevoli in vetro che possono essere chiuse o aperte all’occorrenza, svelando la particolarità di questo spazio, dove una parete verde totalmente ricoperta da piante stabilizzate diventa lo sfondo di tutto il living. Vista dalla zona giorno, la cucina riporta ad un ambiente naturale: gli arredi della cucina sembrano delle pietre immerse in una giungla rigogliosa. Quando il box si chiude sembra di essere in un giardino d’inverno, mantenendo sempre il contatto visivo con il resto della casa. La zona giorno è un ambiente unico, visivamente connesso da una particolare pavimentazione in legno a listoni trapezoidali. In ogni stanza sono state istallate delle casse dal design e dalla qualità inconfondibile che permettono di essere avvolti sempre dalla musica. Il progetto Pop House è un progetto di identità. Il principale obbiettivo di questo progetto di ristrutturazione è stato quello di realizzare spazi in totale sintonia con il committente, ambienti che fossero lo specchio della personalità di chi li abita, di chi li vive nel quotidiano.

Inserita tra le Giornate FAI 2018, la torre è posta sulle cime del monte omonimo, Montalceto. Costruita nel 1463 dal senese Matteo di Pinoccio, possiede una forma quadrangolare con accentuato basamento a scarpa; prima del restauro la torre si presentava completamente aperta, con i tre solai e parte del coronamento crollati. Il restauro, condotto con la soprintendenza di Siena, ha portato al fedele recupero delle caratteristiche originarie, fino al riutilizzo dei conci in pietra reperiti sul posto.

La scelta del collezionista è stata di raccogliere opere d’arte senese che portano la firma di grandi maestri, da Duccio di Boninsegna a Simone Martini. Ospitata nei Magazzini del Sale, sede scelta direttamente dal collezionista per ricreare l’ambiente originario, la mostra ha permesso al pubblico di poter scoprire alcune tra le più importanti opere d’arte al mondo e di ritrovarsi, come d’incanto, nelle magiche atmosfere dell’apice culturale senese.

Il casale è situato sulle colline toscane della Valdichiana Senese. Il progetto ha richiamato l’attenzione su parametri ambientali e urbanistici, distinguendosi dalle costruzioni tipiche che la circondano; si presenta con un unico livello fuori terra, destinato residenza, che si affaccia sulla valle con un fronte unico, aperto ed interamente vetrato, a riflettere il piano d’acqua ritagliato nella veranda. Tutto è articolato nel dialogo interno-esterno, indipendenza e continuità.

Premio Architettura Toscana

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