Casa II

“La civiltà toscana ha avuto come poche altre un carattere di continuità nel suo sviluppo lungo quasi sei secoli, in cui si è costantemente mantenuta viva maturando le sue rivoluzioni in seno a una tradizione sostanzialmente così conservatrice da rendere i momenti innovatori piuttosto dei ritorni che delle scoperte”. Due basamenti quadrati si inseriscono nel pendio della collina uno dietro all’altro. Il primo verso valle contiene la piscina, sul secondo è appoggiata la casa, anch’essa di pianta quadrata con una distribuzione interna molto semplice. L’archetipo della casa si riflette nella copertura a capanna che ne definisce proporzioni e misure, accompagnata da due elementi della tradizione che caratterizzano l’immagine complessiva.
Il primo dei due è la loggia che “svuota” per intero la facciata principale, riflettendone i contorni con i muri laterali in pietra che sorreggono le grandi travi metalliche inclinate della copertura. Le scale, il secondo elemento, sono scavate sul fianco del basamento e superano il dislivello tra il piano di campagna e quello della casa. La distribuzione interna priva lo spazio domestico di una gerarchia, accorpando le stanze in un nucleo compatto rivolto all’esterno per privilegiare la vista costante sul paesaggio.

Il progetto comprende cinque unità abitative, adibite a foresteria esterna al monastero, destinata agli ospiti occasionali della comunità di Siloe. Inserite nella naturale conformazione del terreno, sono state costruite senza apportare alcuna modifica alla natura circostante, sperimentando una nuova forma di abitare sostenibile. Ogni cellula abitativa, del tutto complementare alla struttura del monastero, è composta da una camera con zona cottura, bagno, balcone sul fronte nord e loggia a sud e soddisfa i requisiti richiesti dalla normativa sulle barriere architettoniche. L’edificio, con struttura portante e tamponamenti in legno, è antisismico, traspirante, ventilato naturalmente e rispecchia i criteri di bioarchitettura per l’utilizzo di materiali naturali interamente riciclabili. La copertura, i solai e le pareti, anche questi in legno, sono traspiranti e fortemente isolati; il manto di copertura ventilato è in zinco-titanio e il legno a vista è larice lasciato all’ossidazione naturale. In tal modo la foresteria invecchia e si modifica nel tempo, alterandosi in colori e profumi. Il modulo è stato concepito con le maggiori superfici vetrate sul lato nord/ovest al fine di sfruttare la luce diffusa; mentre il prospetto sud è costituito da facciate tamponate con superfici vetrate di minore estensione protette dallo sporto di gronda. Tamponamenti esterni, pavimentazione e serramenti sono tutti in legno di larice lasciato alla sua ossidazione naturale.

La committenza voleva realizzare una piscina nella campagna toscana: sin da subito abbiamo intuito i pericoli connessi a tale ambizione e quindi inteso sviluppare un intervento rispettoso del paesaggio, già purtroppo costellato di piscinette azzurre dalle forme stravaganti. L’idea che ci ha convinti mirava ad inserire la piscina in uno “scrigno nascosto”: l’antica stalla in disuso priva del tetto, accanto alla villa, che era “bloccata” in tale stato anche dalle prudenze della soprintendenza. Abbiamo quindi proposto di confermare lo stato dei luoghi, aperto verso il cielo senza i limiti di una copertura, e di inserire all’interno del perimetro murario esistente un “frigidarium”, ovvero la piscina, intesa come luogo di socializzazione “termale” all’ombra di mura in pietra. Semplici tagli murari in continuità con i serramenti pre-esistenti, protetti da portali in corten, hanno messo in comunicazione gli utenti della piscina con il paesaggio circostante. Il paesaggio in quel luogo è prezioso, aperto sulla collina di Buriano, con olivete e viali di cipressi che evocano le emozioni di Carducci. Per consentire alle future generazioni di cogliere ogni vibrazione emozionale… per noi è stato vitale non turbare il genius loci con stravaganze tropicaleggianti. Siamo molto soddisfatti: oggi la piscina ha restituito vita ad un luogo dimenticato, che in inverno si riconverte in limonaia, senza pregiudicare la bellezza del contesto paesaggistico in cui si inserisce. Less is more?

La Nuova Meleta

“Proprio quel paesaggio profondamente umanizzato, costruito e pensato, senza il quale la civiltà toscana verrebbe a perdere la sua necessaria cornice, e proprio quel paesaggio rurale che di tutte le espressioni dell’uomo è la meno individualizzata, ma per questo la più̀ adatta a esprimere il fondo comune di un popolo, la misura del rapporto che esso stabilisce con la terra, il suo modo di radicarsi e di dare forma al suo intervento. Basta questa grande opera per giustificare tre secoli di vita toscana e fare anche di questi a loro modo un momento di civiltà̀”. Il progetto riguarda la ristrutturazione di alcuni antichi casali all’interno di una proprietà molto vasta nella quale sono stati fatti interventi puntuali sia di costruzione di nuove pertinenze a servizio delle abitazioni sia di nuove piantumazioni in un complessivo ridisegno di una intera porzione di paesaggio delle Colline Metallifere. All’interno sono stati restaurati solai e soffitti, inseriti nuovi impianti tecnici e due nuove scale in acciaio corten che ridisegnano lo spazio dell’abitare con una nuova distribuzione. All’esterno i nuovi spazi che accolgono le piscine si configurano come grandi basamenti a sostegno dell’architettura antica, ribaltando il concetto di tempo della costruzione. La pietra trachitica, originaria del luogo, è stata utilizzata con varie forme e finiture per evidenziare i vari interventi di restauro e nuove integrazioni.

Negando il principio del foderare o dell’appoggiare alla struttura architettonica che ospita, il volume allestitivo, indipendente rispetto all’involucro dell’edificio storico oscurato da un sistema di pannelli scorrevoli, nasce integrandosi e sviluppandosi a partire dai vincoli strutturali e funzionali e consente una chiara distribuzione dei flussi, una flessibilità nell’allestimento delle opere e la totale integrazione della distribuzione impiantistica. In posizione baricentrica rispetto allo sviluppo longitudinale, l’allestimento individua un percorso espositivo perimetrale, per poi aprirsi ed accogliere al suo interno una sala più raccolta, dove una grande teca orizzontale sospesa, consente l’esposizione delle opere dalla conservazione più fragile. Sottoposto a sottrazioni per determinare tagli e scorci prospettici in una combinazione ragionata di pieni e di vuoti ed assorbire il volume irregolare delle teche incassate a geometria variabile, ne deriva un’architettura spigolosa, precisa, netta che si plasma per rendersi allestimento, evitando l’inutile ricorso alla decorazione e definendosi esclusivamente per la composizione degli elementi tridimensionali. Nel superamento del concetto di oggetto architettonico, le teche, che si connotano per il grande valore plastico con piani inclinati, infrangono la severità e la nettezza del volume architettonico, creando un’immagine dinamica e vibrante, ma conservando al tempo stesso la precisione univoca dell’architettura espositiva.

La Nuova Meleta

“Proprio quel paesaggio profondamente umanizzato, costruito e pensato, senza il quale la civiltà toscana verrebbe a perdere la sua necessaria cornice, e proprio quel paesaggio rurale che di tutte le espressioni dell’uomo è la meno individualizzata, ma per questo la più̀ adatta a esprimere il fondo comune di un popolo, la misura del rapporto che esso stabilisce con la terra, il suo modo di radicarsi e di dare forma al suo intervento. Basta questa grande opera per giustificare tre secoli di vita toscana e fare anche di questi a loro modo un momento di civiltà̀”. Il progetto riguarda la ristrutturazione di alcuni antichi casali all’interno di una proprietà molto vasta nella quale sono stati fatti interventi puntuali sia di costruzione di nuove pertinenze a servizio delle abitazioni sia di nuove piantumazioni in un complessivo ridisegno di una intera porzione di paesaggio delle Colline Metallifere. All’interno sono stati restaurati solai e soffitti, inseriti nuovi impianti tecnici e due nuove scale in acciaio corten che ridisegnano lo spazio dell’abitare con una nuova distribuzione. All’esterno i nuovi spazi che accolgono le piscine si configurano come grandi basamenti a sostegno dell’architettura antica, ribaltando il concetto di tempo della costruzione. La pietra trachitica, originaria del luogo, è stata utilizzata con varie forme e finiture per evidenziare i vari interventi di restauro e nuove integrazioni.

La spa nasce all’interno dell’Hotel Grandvca di Grosseto, una struttura ricettiva di categoria quattro stelle. È stata concepita nella zona seminterrata dell’albergo, dove vi era un ampio spazio di circa trecento metri quadri una volta dedicata a garage. Il fulcro del centro benessere è la piscina, posizionata tra gli elementi strutturali dell’edificio costituiti da una serie di pilastri in cemento armato. Attorno a questa si sviluppano tutte le altre funzioni: il percorso con docce emozionali, il bagno turco, la sauna finlandese, la zona relax. Mentre in una zona soprelevata (filo piscina) si trova il percorso Kneipp, e separata da vetrata per evitare interferenze è stata posizionata l’area fitness. A causa delle travi rovesce della fondazione, una parte della piscina è stata realizzata fuori terra. L’accesso avviene attraverso una scala “nascosta” frontale all’ingresso, che serve anche la zona Kneipp. Al fine di sfruttare al massimo gli spazi e ampliare la piscina, tra i pilastri sono state inserite le sedute con getti per l’idromassaggio e getto cervicale, mentre una lama di acqua accentua l’apparato scenografico della parete di fondo. I pilastri sono stati collegati da “travi” a formare dei portali quasi fossero delle quinte e, ad enfatizzare l’effetto dei riquadri con luci perimetrali. Per la pavimentazione e il rivestimento è stato stato scelto un grès porcellanato effetto travertino di due tonalità dal beige al grigio come pure le pareti che si attestano sulla medesima tonalità.

L’intervento qui presentato rientra nel più generale progetto di manutenzione e riammodernamento del complesso della Cantina della Società Cooperativa di Pitigliano, attivo già a partire dagli anni Cinquanta, finanziato con fondi della Regione Toscana e della cantina stessa. Si tratta qui del nuovo punto vendita e degustazione non solo del vino ma anche dell’olio e dei prodotti locali. Viene completamente ristrutturata la parte terminale del capannone in cemento armato prefabbricato con funzioni di deposito direttamente prospiciente all’entrata del complesso. Il fronte e la testata del capannone sono stati completamente ripensati attraverso la realizzazione di una nuova pensilina inclinata con struttura in acciaio zincato e rivestimento in lastre di corten asolate direttamente appesa alle travi esistenti in cemento armato prefabbricato, e creando un nuovo spazio adibito a punto vendita e separato dal magazzino per mezzo di pareti realizzate con pannelli sandwich coibentati con una facciata, quella verso il punto vendita, rivestita in lamiera di corten. Tutta la nuova pensilina ed un nuovo volume sporgente dal corpo di fabbrica sempre rivestito in lastre di corten con il logo della cantina ritagliato al laser, sono retroilluminati in modo da creare un effetto particolare durante le ore notturne. Il punto vendita è chiuso verso l’esterno da una grande vetrata anch’essa con profili di corten che permette di percepire in modo immediato e diretto i prodotti in vendita all’interno.

dg_House A, B, C e D

Il progetto per delle residenze sulle colline della Maremma toscana riprende i caratteri e i materiali della tradizione senza rinunciare alla contemporaneità e all’essenzialità delle linee e delle soluzioni distributive. Il complesso risponde alle esigenze dell’abitare contemporaneo in un contesto rurale. House A e B: alla casa padronale si affianca la dépendance per gli ospiti, ed un locale tecnico ipogeo. I nuovi volumi si accostano a quelli esistenti proseguendo le tracce dei muri portanti in pietra delle case coloniche adiacenti; le linee pulite ed essenziali insieme alle ampie parti vetrate sul paesaggio dichiarano invece la freschezza e la sobrietà della matrice più moderna del progetto. I volumi aggettanti trasportano l’osservatore al centro della fitta pineta e lo sguardo verso il mare. A memoria delle antiche aie, i due volumi sono collegati tra loro da un pergolato in acciaio che trasforma lo spazio intermedio in una corte interna: una leggera linea di separazione tra costruito e natura. La grande copertura lignea, contribuisce a disegnare un unico spazio. House C e D: residenza con piscina la prima e appartamento per il custode e magazzino/garage la seconda che viene realizzata parzialmente ipogea per non interporre del costruito tra gli edifici A, B e il panorama. La soluzione permette inoltre di realizzare un belvedere in continuità con la campagna. La piscina è concepita come un fontanile: un monolite in resina dal quale sgorga acqua in continuazione.

dg_House A, B, C e D

Il progetto per delle residenze sulle colline della Maremma toscana riprende i caratteri e i materiali della tradizione senza rinunciare alla contemporaneità e all’essenzialità delle linee e delle soluzioni distributive. Il complesso risponde alle esigenze dell’abitare contemporaneo in un contesto rurale. House A e B: alla casa padronale si affianca la dépendance per gli ospiti, ed un locale tecnico ipogeo. I nuovi volumi si accostano a quelli esistenti proseguendo le tracce dei muri portanti in pietra delle case coloniche adiacenti; le linee pulite ed essenziali insieme alle ampie parti vetrate sul paesaggio dichiarano invece la freschezza e la sobrietà della matrice più moderna del progetto. I volumi aggettanti trasportano l’osservatore al centro della fitta pineta e lo sguardo verso il mare. A memoria delle antiche aie, i due volumi sono collegati tra loro da un pergolato in acciaio che trasforma lo spazio intermedio in una corte interna: una leggera linea di separazione tra costruito e natura. La grande copertura lignea, contribuisce a disegnare un unico spazio. House C e D: residenza con piscina la prima e appartamento per il custode e magazzino/garage la seconda che viene realizzata parzialmente ipogea per non interporre del costruito tra gli edifici A, B e il panorama. La soluzione permette inoltre di realizzare un belvedere in continuità con la campagna. La piscina è concepita come un fontanile: un monolite in resina dal quale sgorga acqua in continuazione.

dg_House A, B, C e D

Il progetto per delle residenze sulle colline della Maremma toscana riprende i caratteri e i materiali della tradizione senza rinunciare alla contemporaneità e all’essenzialità delle linee e delle soluzioni distributive. Il complesso risponde alle esigenze dell’abitare contemporaneo in un contesto rurale. House A e B: alla casa padronale si affianca la dépendance per gli ospiti, ed un locale tecnico ipogeo. I nuovi volumi si accostano a quelli esistenti proseguendo le tracce dei muri portanti in pietra delle case coloniche adiacenti; le linee pulite ed essenziali insieme alle ampie parti vetrate sul paesaggio dichiarano invece la freschezza e la sobrietà della matrice più moderna del progetto. I volumi aggettanti trasportano l’osservatore al centro della fitta pineta e lo sguardo verso il mare. A memoria delle antiche aie, i due volumi sono collegati tra loro da un pergolato in acciaio che trasforma lo spazio intermedio in una corte interna: una leggera linea di separazione tra costruito e natura. La grande copertura lignea, contribuisce a disegnare un unico spazio. House C e D: residenza con piscina la prima e appartamento per il custode e magazzino/garage la seconda che viene realizzata parzialmente ipogea per non interporre del costruito tra gli edifici A, B e il panorama. La soluzione permette inoltre di realizzare un belvedere in continuità con la campagna. La piscina è concepita come un fontanile: un monolite in resina dal quale sgorga acqua in continuazione.

L’arena spettacoli e l’area mercatale del Parco Centrale sono gli interventi che hanno trasformato l’area dell’ex Ippodromo dei Pini, realizzando il processo di trasformazione urbana più esteso (P.I.U.S.S.) della città di Follonica. Il paesaggio urbano oggetto d’intervento è stato risolto in relazione alla città e al suo territorio ovvero al sistema del verde, a quello insediativo e a quello del paesaggio. Il progetto si fa catalizzatore della storia urbana della città e dell’esigenza ecologica di continuità del verde, dell’integrazione dei sistemi della mobilità, dei bisogni urbani e delle esigenze del quartiere. Il progetto non propone un modello ma un processo che interpreti tutte le componenti del paesaggio come un tutt’uno: un sistema di elementi tra loro connessi così che tutte le strutture rappresentino un unico assetto. L’arena spettacoli si conforma come collina artificiale a forma di “U” dando vita ad uno spazio aperto nella natura dove poter svolgere concerti per un grande pubblico. L’area mercatale oltre a ricoprire il ruolo tecnico di luogo per il commercio, grazie alla diffusa vegetazione arborea e arbustiva diviene vero e proprio polmone verde della città. Dove prima, c’era il vuoto urbano della pista da corsa dei cavalli, adesso c’è un vero e proprio parco da vivere sia di giorno sia di notte in cui i cittadini possono passeggiare nel verde e riscoprire il paesaggio naturale del fiume Petraia e della Gora che attraversa la città.

Premio Architettura Toscana

2018 - 2022 © Tutti i diritti riservati. Fondazione Architetti Firenze, Via Valfonda 1/a, 50123 Firenze

Cod.Fisc./P Iva 06309990486 | Privacy Policy | Cookie Policy

Design by D'Apostrophe | Developed by Shambix