Casa F

La villa si inserisce in un tessuto urbano privo di particolari caratteri architettonici ma connotato da un contesto paesaggistico prezioso che vede il mare sul fondale scenico delle Alpi Apuane. La necessità di riservatezza e l’amore per il paesaggio hanno suggerito il posizionamento dell’edificato all’interno del lotto facendo si che la villa si presenti con superfici piene sul perimetro ma trasparenti al suo interno creando un indissolubile rapporto con il verde e con la piscina su cui si affaccia. La purezza dei volumi è controbilanciata dalla ricercatezza e la lavorazione dei materiali naturali usati per le sue superfici quali il legno di tek e il travertino declinato in finiture diverse per ogni diverso scopo a partire dai ciclopici blocchi a spacco della parte basamentale fino alle acidature e bocciardature dei rivestimenti interni ed esterni. La purezza concettuale e funzionale è bilanciata dalla complessità dei volumi interni che, oltre a posizionarsi su quote diverse, si distinguono schiacciandosi, innalzandosi o proiettandosi verso l’esterno. Fulcro del progetto il vano di ingresso a doppia altezza che, oltre a fungere da spazio distributivo e sottolineato dalla quinta del camino, si estende al di là della copertura attraverso un grande lucernario realizzato su travi di vetro rendendosi visibile fin dall’esterno. Particolare attenzione è stata posta nei confronti del contenimento energetico rendendo la costruzione adeguata al modo di vivere contemporaneo.

Un complesso commerciale preesistente è oggetto di un intervento di riqualificazione per ospitare una nuova sede direzionale e produttiva. L’impianto planimetrico prevede tre blocchi funzionali – uffici, officina e magazzino – disposti in sequenza a partire dal tracciato viario principale. Officina e magazzino sono sottoposti ad un intervento di adeguamento e ristrutturazione; per gli uffici, si è proceduto alla demolizione del vecchio edificio e alla sua sostituzione: un parallelepipedo, 50x10x10m, accoglie su due livelli le funzioni previste. Il nuovo edificio si allarga e si innalza a coprire la sagoma della ‘fabbrica’, ridefinendo l’ordine gerarchico tra le parti e rafforzando il rapporto con la strada. Distaccata di alcuni metri dal corpo esistente, la nuova costruzione permette di introdurre una piccola corte, fonte di luce naturale. La scala, all’interno, è contenuta tra setti e volumi che ne svelano progressivamente la spazialità fluida, seppure controllata. La volumetria del nuovo fabbricato è intaccata da una grande finestra che inquadra la campagna ancora intatta e proietta la struttura spaziale della scala all’esterno; su uno dei prospetti di testa è scavata la loggia della sala riunioni, dalla quale si può allungare lo sguardo sui monti e i borghi vicini. La struttura è rivestita con una parete ventilata metallica sottoposta ad un processo d’invecchiamento naturale, superficie imperfetta e vibrante dove paesaggio agrario e paesaggio di fabbrica si incontrano.

Il progetto ristabilisce la consistenza originaria di un appartamento, affacciato sulla chiesa di Santo Spirito nel centro storico fiorentino, alterato negli anni da frazionamenti, modifiche e usura. L’intervento consiste in una totale revisione del layout della casa, diretto a soddisfare le esigenze dell’abitare contemporaneo di una giovane famiglia, in parallelo al consolidamento e restauro delle strutture del fabbricato storico in cui è inserito. La nuova distribuzione prevede una chiara divisione tra gli ambienti della zona giorno, posizionati nelle stanze più grandi e con le visuali migliori, e della zona notte, collocati nella parte più silenziosa e raccolta della casa. La zona giorno, attraverso l’apertura di grandi varchi nelle murature esistenti, si presenta come un continuum di spazi unificati da una ristretta palette di materiali (graniglia in grande formato, travertino, legno laccato, tinteggiatura). La zona notte presenta maggiore variazione nei colori e nelle materie, con pavimenti in parquet di tek per le camere da letto e microcemento e calce in toni caldi per i bagni.

Il progetto prevede l’allestimento di due sale destinate a ospitare l’Atelier di Palazzo Buontalenti, lo spazio dedicato alle attività educative di Pistoia Musei. Le stanze polifunzionali, oltre ai laboratori didattici, possono svolgere il ruolo di centro civico in grado di ospitare incontri e attività di formazione nel cuore della città, in continuità con gli spazi espositivi di Palazzo Buontalenti, Palazzo de’ Rossi e gli uffici di Fondazione Caript. Nelle due sale principali, l’identità del progetto è affidata alla bicromia biancoverde, alternanza cromatica memore dei monumenti pistoiesi. La pavimentazione in resina, gli allestimenti in mesh metallica e i nuovi infissi definiscono il dominio del verde, mentre le ampie campiture parietali e voltate sono connotate da un color bianco latte su cui emergono gli elementi in pietra serena originali, finemente restaurati. Cerchi luminosi, sospesi poco sotto la linea dei capitelli su cui impostano le eleganti volte storiche, illuminano le sale in modo diffuso. Nei locali secondari, utilizzati per il deposito e per la pulizia degli strumenti artistici oltre che per i servizi igienici, la colorazione gialla di resina, marmorino di calce, cementine e tenda, agisce da caldo contrappunto tonale agli ambienti principali.

Wood factory

L’edificio oggetto del nostro progetto è situato via Enrico Conti, 21 al margine nord-est del territorio comunale di Scandicci, posizionato all’interno di un’area situata in prossimità del tratto autostradale della A1. Fa parte di un complesso produttivo realizzato alla fine degli anni ’60 composto da tre corpi: un ampio capannone e due volumi tecnici (sala macchine/torre silos). L’intervento riguarda la demolizione e ricostruzione del corpo di fabbrica denominato “sala macchine” ed il recupero funzionale della “torre silos”. In sostituzione del volume demolito è stata realizzata una nuova struttura multipiano (4 piani) in legno, metallo e vetro che ospita uffici, laboratori e archivi. L’intelaiatura portante in acciaio è volutamente lasciata a vista, i solai sono in legno lamellare ed i tamponamenti verticali sono realizzati con struttura a telaio in legno ed ampie vetrate filtrate da brise soleil in legno. La “torre silos” ospita invece i servizi di connessione verticale (scala e ascensori), i servizi igienici ed alcune sale riunione. Sul fronte nord è stata posizionata una scala di sicurezza in metallo che avvolge l’edificio.

Podere La Chiesa

Il progetto della cantina nasce da un’ispirazione profonda nel contesto ambientale circostante, con l’obiettivo di creare un edificio unico e integrato armoniosamente nella collina che lo ospita. La scelta di inserire una zolla in calcestruzzo incassata nel terreno mira a mimetizzare la struttura con l’ambiente circostante, mentre le due principali facciate comunicative si rifanno alle caratteristiche delle facciate dell’abitato vicino, trasformando le piccole bucature in suggestivi dettagli che evocano il grappolo d’uva. Durante la fase di progettazione, sono stati individuati due focus principali. In primo luogo, la qualità estetico-funzionale si manifesta attraverso spazi studiati attentamente, come lo spazio degustazione, che riflettono la luce verso l’interno e permettono di godere del paesaggio circostante da ogni punto della cantina grazie a cerchi strategicamente posizionati. In secondo luogo, la qualità sensoriale-emotiva si esprime attraverso una trasformazione dinamica dell’edificio: di giorno, la struttura appare come un pieno che si fonde con il terreno, mentre di notte i vuoti emergono, creando un effetto suggestivo e mutevole. Dal punto di vista costruttivo, l’innovazione è stata ottenuta tramite l’utilizzo di un materiale tradizionale, il calcestruzzo. Le facciate lisce ed uniformi sono il risultato di un getto unico di 7 metri di altezza fino alla base, garantendo la continuità del colore del materiale. Gli impianti sono stati integrati prima dei getti per

Progetto di allestimento per la mostra Soggetto nomade. Identità femminile attraverso gli scatti di cinque fotografe italiane. 1965-1985- Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano e Marialba Russo, a cura di Cristiana Perrella e Elena Magini. Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato. La mostra affronta il tema della rappresentazione dell’identità femminile in un periodo di grandi trasformazioni sociali e politiche per l’Italia. Oltre cento fotografie in bianco nero sono state inserite nello spazio, completamente bianco, a simboleggiare una grande quinta neutra sulla quale poter esporre e dichiarare il messaggio delle artiste. A scandire gli spazi sono stati introdotti volumi rastremati che fuoriescono dalle pareti perimetrali come fossero delle piccole estroflessioni, appendici della parete stessa. Tali volumi sono dedicati alla descrizione di ogni artista esposta attraverso una grafica monocroma, scelta anche questa dettata dalla volontà di non sovrapporsi al forte potere comunicativo delle opere. Il progetto mira a creare un unicum tra opere esposte, grafica e spazio architettonico.

Ottica Ballerini è un’attività con una lunga tradizione familiare nel centro storico di Grosseto, all’interno di un edificio Liberty vincolato dalla Soprintendenza. Il concept è stato sviluppato in stretta collaborazione con la committenza per fare emergere i valori di artigianalità e ricerca del dettaglio che la rappresentano. L’idea di progetto vede l’interno come un palcoscenico dove elementi eterogenei creano più azioni in grado di stimolare la curiosità dell’osservatore.A fare da scenografia è l’oro che celebra il presente e fa da ponte con la tradizione. Nuovi infissi e vetrine riprendono le cromie del marcapiano, mentre internamente nuovi arredi in acciaio si modellano sugli esistenti in legno mantenendo un distacco formale dagli stessi. I sistemi espositivi in metallo sono così sospesi e sottili contrapponendosi alla solidità degli elementi mantenuti. Texture materiche, come la calce delle pareti, la pavimentazione esistente in pietra e la finitura brunita e spazzolata dell’acciaio riprendono l’artigianalità del territorio. Il progetto della luce contribuisce a valorizzare la materia e svela simmetria e linearità dello spazio. Alle gole luminose a soffitto, si alterna un sistema puntale che mette in scena il prodotto e rende scultorei gli elementi in metallo. Il risultato è la reinterpretazione dell’esistente, partendo da quanto c’era il progetto trova le giuste proporzioni riuscendo attraverso forme e finiture a nascondere il nuovo con il vecchio e viceversa.

Ottica Ballerini è un’attività con una lunga tradizione familiare nel centro storico di Grosseto, all’interno di un edificio Liberty vincolato dalla Soprintendenza. Il concept è stato sviluppato in stretta collaborazione con la committenza per fare emergere i valori di artigianalità e ricerca del dettaglio che la rappresentano. L’idea di progetto vede l’interno come un palcoscenico dove elementi eterogenei creano più azioni in grado di stimolare la curiosità dell’osservatore.A fare da scenografia è l’oro che celebra il presente e fa da ponte con la tradizione. Nuovi infissi e vetrine riprendono le cromie del marcapiano, mentre internamente nuovi arredi in acciaio si modellano sugli esistenti in legno mantenendo un distacco formale dagli stessi. I sistemi espositivi in metallo sono così sospesi e sottili contrapponendosi alla solidità degli elementi mantenuti. Texture materiche, come la calce delle pareti, la pavimentazione esistente in pietra e la finitura brunita e spazzolata dell’acciaio riprendono l’artigianalità del territorio. Il progetto della luce contribuisce a valorizzare la materia e svela simmetria e linearità dello spazio. Alle gole luminose lungo il perimetro si alterna un sistema puntale che mette in scena il prodotto e rende scultorei gli elementi in metallo. Il risultato è la reinterpretazione dell’esistente, partendo da quanto c’era il progetto trova le giuste proporzioni riuscendo attraverso forme e finiture a nascondere il nuovo con il vecchio e vicecersa

Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

Casa Citerna

Situata all’interno di Poggio alla Croce (FI), Casa Citerna è il risultato di un intervento complesso di ristrutturazione e riqualificazione energetica su una antica casa adibita ad abitazione privata, originariamente parte di un palazzo storico frazionato nel tempo. L’intervento ha avuto come obiettivo sia la riorganizzazione spaziale della casa, con l’introduzione di nuovi spazi e servizi igienici, sia la reintroduzione di materiali e strutture tipiche del contesto, con forme e pose contemporanee. Tutti i solai in laterocemento, introdotti da interventi novecenteschi, sono stati sostituiti con solai lignei realizzati con legno di castagno e mezzane in cotto fatto a mano. Il progetto ha inserito nuovi varchi tra gli ambienti per creare spazi fluidi e continui, massimizzare l’ingresso della luce naturale ed eliminare il frazionamento spaziale introdotto da interventi recenti. Tutti i nuovi interventi sono segnalati con portali in acciaio, ed un nuovo grande camino rivestito in cotto dell’Impruneta caratterizza la zona giorno. Una nuova suite con studio e bagno privato impreziosisce la zona notte. L’intervento ha poi previsto un insieme di opere per la riqualificazione energetica della casa in bioedilizia, mediante l’uso di termointonaci interni ed esterni in calce e sughero, il rifacimento integrale del tetto con isolanti in fibra di legno ad alta densità, e l’installazione di un impianto in pdc con pavimento radiante.

Cala Marella è un intervento di ampliamento all’interno dei Laghi Amalia che prevede la realizzazione di un piccolo bar, cabine ad uso balneare e di un sistema di pedane in legno che dolcemente conducono verso il lago. I sottili telai metallici delle zone lounge permettono a questo spazio si assumere il ruolo di filtro tra la campagna circostante ed il lago, attraverso anche l’inserimento di specie arboree che mitigano la distanza tra costruito e natura. Tutto è pensato per indirizzare lo sguardo verso il paesaggio, a partire dall’impianto a corte aperta che abbraccia la spiaggia e dialoga con lo specchio d’acqua del lago. La discesa si conclude con dei gradoni di forma curvilinea che, come un eco, richiamano l’andamento sinuoso della battigia. Tutte le strutture sono realizzate in legno mentre per i telai presenti tra bar e cabine, sono realizzati in acciaio zincato verniciato con tendaggi di copertura ombreggianti di colore chiaro.

Premio Architettura Toscana

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