La casa addossata ad un preesistente edificio si trova nel vecchio borgo di Collodi in prossimità della chiesa di San Bartolomeo.L’edificio su tre livelli, ha dimensioni molto limitate: all’interno 7,7m. di lunghezza, 3m di larghezza, un’ altezza al colmo di 8,80 m: quasi una casa torre.Quando fu acquistata da mio padre per realizzarne una residenza estiva era inabitabile; tetto, pareti e solai era crollati.La presenza di questo vuoto è stato l’elemento conduttore del progetto di recupero.La finalità era quella di esaltare il vuoto e la luce, favorire la trasparenza tramite l’eliminazione di tutte le pareti lasciando visibili tutti i locali. All’interno di questo vuoto un cubo sospeso, rivestito completamente in legno di rovere accoglie al suo interno la camera;sotto la cucina e sopra al secondo piano con la camera-studio. La scala e la passerella che collegano i livelli, in grigliato con zincatura nera, si sviluppano intorno a questo vuoto, permettendo di esplorarlo e viverlo. La trasparenza viene esaltata dal solaio del secondo piano in metallo che permette la vista della copertura già dall’ingresso. Relativamente alla tipologia costruttiva è stata scelta un soluzione completamente ‘a secco ‘ realizzando solai in travicelli di legno lamellare poggiati su profili perimetrali di acciaio che determinano la cerchiatura orizzontale interna. Le pareti esterne e interne sono state lasciate conpietre a vista.infissi di legno. Fine lavori 19.04.2021 Prot.13149
La casa addossata ad un preesistente edificio si trova nel vecchio borgo di Collodi in prossimità della chiesa di San Bartolomeo.L’edificio su tre livelli, ha dimensioni molto limitate: all’interno 7,7m. di lunghezza, 3m di larghezza, un’ altezza al colmo di 8,80 m: quasi una casa torre.Quando fu acquistata da mio padre per realizzarne una residenza estiva era inabitabile; tetto, pareti e solai era crollati.La presenza di questo vuoto è stato l’elemento conduttore del progetto di recupero.La finalità era quella di esaltare il vuoto e la luce, favorire la trasparenza tramite l’eliminazione di tutte le pareti lasciando visibili tutti i locali. All’interno di questo vuoto un cubo sospeso, rivestito completamente in legno di rovere accoglie al suo interno la camera;sotto la cucina e sopra al secondo piano con la camera-studio. La scala e la passerella che collegano i livelli, in grigliato con zincatura nera, si sviluppano intorno a questo vuoto, permettendo di esplorarlo e viverlo. La trasparenza viene esaltata dal solaio del secondo piano in metallo che permette la vista della copertura già dall’ingresso. Relativamente alla tipologia costruttiva è stata scelta un soluzione completamente ‘a secco ‘ realizzando solai in travicelli di legno lamellare poggiati su profili perimetrali di acciaio che determinano la cerchiatura orizzontale interna. Le pareti esterne e interne sono state lasciate conpietre a vista.infissi di legno. Fine lavori 19.04.2021 Prot.13149
Il progetto sviluppa alcune principali tematiche volte alla definizione della soluzione progettuale più rispondente agli obiettivi posti, sia in termini di fattibilità e funzionalità, sia in termini di inserimento nel contesto preesistente, oltre che di espressività di un’architettura che è anche il simbolo di un’istituzione pubblica di grande importanza quale quella universitaria pediatrica. Gli obbiettivi che hanno guidato la progettazione sono stati di vario genere: – FUNZIONALITA’ e VIVIBILITA’; – COMFORT; – ESTETICA; – TECNOLOGIA. A partire da tali acquisizioni, si è esplorata la soluzione progettuale più rispondente agli obiettivi prefissati, caratterizzata inoltre dall’approfondimento dei seguenti ulteriori aspetti: ricercare una integrazione architettonica con il carattere estetico dell’edificio esistente; creare ambienti logisticamente e funzionalmente fruibili dall’utenza e dal personale; utilizzare principi di architettura sostenibile, per limitare l’impatto ambientale, ponendo come finalità progettuale l’efficienza energetica; il miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti mediante l’integrazione, nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate.
L’Istituto Ortopedico Toscano, il celebre ospedale fiorentino del viale dei Colli, noto anche come Istituto Piero Palagi, sorse durante gli anni Venti del Novecento nei locali di una villa della famiglia Serristori, il più antico edificio di questa casata del quale ci siano notizie. L’adeguamento funzionale degli spazi della Villa Margherita per renderli consoni al nuovo utilizzo sanitario quale poliambulatorio odontostomatologico può essere riassunto nei seguenti macro-interventi edilizi ed impiantistici, rilevanti ai fini di una valutazione di coerenza con l’impianto architettonico dell’edificio storico su cui insistono: 1. Demolizione delle sopraelevazioni del piano 2° e ricostruzione delle falde di copertura; 2. Realizzazione di una nuova scala interna metallica dal piano terreno a piano 2°; 3. Realizzazione di un percorso esterno di sicurezza sulla copertura del corpo est della villa; 4. Installazione di nuovi impianti meccanici, elettrici e rete dati; 5. Interventi di risanamento conservativo e restauro delle facciate, dei pavimenti e degli spazi interni.
Il progetto del Laboratorio Modelli e Prodotto per la Sartoria Giuntini nasce dalla necessità dell’azienda di ristrutturare gli spazi interni, focalizzandosi sugli uffici, in particolare sull’ufficio modelli e prodotto. L’ufficio modelli si configura come uno spazio ampio e unico, concepito per ospitare un laboratorio di modelli per la sartoria, dotato di tavoli alti e ben illuminati, nonché di aree per incontri e servizi. L’open space presenta un involucro scuro e illuminazione studiata, simile a un filo, con l’obiettivo di enfatizzare i materiali esposti sui tavoli. Il secondo spazio, un soppalco con travi a shed, è stato riadattato per creare un binario continuo con funzione di appendiabiti, affiancato da scrivanie modulari e uno spazio centrale per riunioni, posizionato al centro di un corridoio stretto. Nonostante le dimensioni ridotte, la scelta di colori chiari e caldi mira a conferire una percezione di maggiore ampiezza. Il concept generale del progetto si basa sull’allestimento delle pareti con ampie immagini che narrano il lavoro della sartoria, evidenziando l’impegno dell’azienda nella creazione di prodotti di sartoria di alto lusso. L’illuminazione studiata e l’uso sapiente dei colori contribuiscono a creare un ambiente accogliente e funzionale, rispondendo alle esigenze specifiche dell’azienda nel contesto degli spazi dedicati alla creazione e al design.
Il progetto nasce dalla volontà di ristrutturare e rendere contemporaneo un tipico lotto gotico, situato nell’Oltrarno fiorentino. Da Via dei Serragli, in un contesto prevalentemente residenziale costituito da palazzine alte quattro o cinque piani fuori terra, si ha accesso all’appartamento posto al primo piano. La distribuzione degli ambienti è caratterizzata dal lungo corridoio che collega l’ampia zona giorno nella parte terminale del lotto con le due zone notte ben divise: la camera del figlio su Via dei Serragli e la camera matrimoniale che affaccia sull’interno. La corte privata al centro dell’immobile permette di accedere al giardino esclusivo posto al piano inferiore. Le finiture e i materiali scelti hanno un linguaggio contemporaneo: superfici orizzontali e verticali mono-materiche con microcemento per la pavimentazione e intonaco lasciato a velo con uno strato di fissativo per le pareti; i nuovi infissi con profili minimali in ferro; la cucina in acciaio. Per evidenziare le stratificazioni storiche sono stati eliminati i controsoffitti della zona giorno e di parte del corridoio (esaltando così la struttura lignea dei solai) oltre a riportare alla luce alcune decorazioni pittoriche in prossimità della cucina. Un elemento di vanto della proprietà è senz’altro il giardino esclusivo che prima dei lavori era invaso dalla vegetazione; è stato ripulito dalle piante incolte e allestito con pochi arredi funzionali ricreando inoltre una piccola zona d’ombra.
Il progetto riguarda la ristrutturazione e l’allestimento di interni di uno spazio commerciale adibito ad un Atelier di abiti da sposa di alta sartoria made in Italy. La committenza necessitava di uno spazio ampio espositivo e di un camerino che al bisogno potesse anche essere suddiviso in due ambienti, oltre che di una sartoria nello spazio retrostante il negozio, con accesso diretto dalla zona prova. Lo stile dell’Atelier doveva rispecchiare l’eleganza e l’artigianalità del marchio pertanto sono stati volutamente disegnati ad hoc tutti gli arredi interni, le decorazioni in parete ed a soffitto arricchiti con l’uso di cornici applicate, nonché selezionate accuratamente finiture e complementi d’arredo: esempio sono i lampadari della ditta Vistosi, il parquet in rovere posato a spina italiana, la carta da parati di Armani Casa e Casamance. Artigiani locali hanno realizzato con materiali di pregio le appenderie in ferro verniciato bronzo, le pareti divisorie in vetro stratificato fluted e specchio, le porte interne in legno sia bugnate laccate sia a scomparsa filomuro. Attenzione particolare infine alle vetrine come elemento scenografico percepito dall’esterno, di cui inoltre sono stati sostituiti gli infissi con soluzione a tutto vetro extrachiaro. All’interno delle stesse prende la scena una grande quinta realizzata anch’essa su disegno, in ferro e pannelli rivestiti in carta da parati, studiata appositamente per fare da sfondo ai pregiati abiti esposti.
Il progetto riguarda la ristrutturazione e l’allestimento di interni di uno spazio commerciale adibito ad un Atelier di abiti da sposa di alta sartoria made in Italy. La committenza necessitava di uno spazio ampio espositivo e di un camerino che al bisogno potesse anche essere suddiviso in due ambienti, oltre che di una sartoria nello spazio retrostante il negozio, con accesso diretto dalla zona prova. Lo stile dell’Atelier doveva rispecchiare l’eleganza e l’artigianalità del marchio pertanto sono stati volutamente disegnati ad hoc tutti gli arredi interni, le decorazioni in parete ed a soffitto arricchiti con l’uso di cornici applicate, nonché selezionate accuratamente finiture e complementi d’arredo: esempio sono i lampadari della ditta Vistosi, il parquet in rovere posato a spina italiana, la carta da parati di Armani Casa e Casamance. Artigiani locali hanno realizzato con materiali di pregio le appenderie in ferro verniciato bronzo, le pareti divisorie in vetro stratificato fluted e specchio, le porte interne in legno sia bugnate laccate sia a scomparsa filomuro. Attenzione particolare infine alle vetrine come elemento scenografico percepito dall’esterno, di cui inoltre sono stati sostituiti gli infissi con soluzione a tutto vetro extrachiaro. All’interno delle stesse prende la scena una grande quinta realizzata anch’essa su disegno, in ferro e pannelli rivestiti in carta da parati, studiata appositamente per fare da sfondo ai pregiati abiti esposti.
Il Cinema Teatro Odeon, ora GO – Giunti Odeon, si rinnova e dà nuova linfa ad uno dei luoghi socio-culturali più importanti del panorama fiorentino. Il restauro e la riorganizzazione degli spazi permettono un fertile sincretismo tra libri, musica, cinema e teatro, creando uno dei centri culturali del capoluogo toscano. L’architettura liberty del Palazzo dello Strozzino accoglie l’unione tra la vasta libreria firmata Giunti e la storica sala cinematografica, rimodernata in forme e tecnologie. Il progetto nasce da due temi fondamentali: la riscoperta degli spazi originali, con l’eliminazione di ogni superfetazione stratificatasi sulle forme dell’edificio storico; e la ricerca di un dialogo tra vecchio e nuovo che non cede alla cristallizzazione degli spazi nel tempo ma considera il passato come parte fondamentale del futuro. La rimozione della platea che copriva la pavimentazione originale, la riapertura dell’ingresso principale nel foyer, il restauro di fontane e decorazioni, riportano in auge l’eleganza delle forme storiche; lo studio cromatico rispetta i colori tradizionali del Teatro e li risalta per contrasto con il turchese della moquette; il restauro del palcoscenico permette l’istallazione di un ledwall che fa da schermo ai grandi classici; permane lo schermo a rullo del cinema che la sera scende sul palco e dà via alla magia. Il risultato del progetto è uno spazio in cui vecchio e nuovo si confrontano e dialogano, una dimensione altra in cui il tempo sembra sospeso
Il Museo del Cristallo di Colle di Val D’Elsa ha dovuto chiudere vari anni a causa di notevoli lavori di restauro e risanamento che si sono chiusi nel 2020 sotto il progetto e direzione lavori dello Studio tecnico Associato S.T.I.G. Data l’importanza di un settore artigianale ancora vivo sul territorio e che ha fatto la storia del paese, il Comune di Colle nel 2020/2021 ha deciso di sfruttare l’occasione per ripensare un nuovo allestimento, incaricando un team di professionisti per progettare la nuova veste del museo. Trattandosi di una materia viva, e non una semplice collezione storica di un popolo scomparso, è stato fondamentale coinvolgere parte degli artigiani e dei cittadini. E’ iniziato così un percorso esemplare di co-progettazione, lungo più di un anno, in cui si è riunito un comitato scientifico composto da alcuni membri dell’amministrazione comunale, artigiani del settore, esperti del vetro e del cristallo, ed i vari professionisti incaricati. La progettazione è nata da un continuo ascolto e dibattiti, che se da una parte ha allungato i tempi, dall’altra ha dimostrato la qualità unica del progetto finale. I tecnici sono stati la mano che ha tradotto su carta, e poi in concreto nella direzione lavori, le idee nate da questi continui e fruttuosi scambi. Un progetto che ha riacceso speranze, ricordi e nuove prospettive per la cittadinanza e per il settore del cristallo, che affascina e rimane una delle principali eccellenze di Colle Val D’Elsa.
La piscina si inserisce nell’ambito di tutela ambientale delle Colline delle Cerbaie, caratterizzate da un contesto paesaggistico e di biodiversità di grande valore naturalistico. Al fondale scuro e alla pietra forte fiorentina allineata con il manto erboso è affidato il compito di inserire il progetto in questo contesto, rendendo l’immagine di uno specchio d’acqua lacuale in cui l’intorno si riflette. La varietà di specie vegetali autoctone completa la quinta: le caducifoglie rendono protagonista il ciclo naturale delle piante, riportando nel giardino una mutevolezza di forme e colori sempre diversi in ogni stagione; i sempreverdi con la loro staticità e il colore scuro del fogliame rimangono a fare da spina dorsale del progetto; le erbacee, ai loro piedi, garantiscono suggestioni continue. Cliente: Privato Anno: 2019-2021 Luogo: Pisa, Italia Progetto architettonico: AFSa (Antonio Acocella, Alessandro Falaschi, Pietro Seghi) Progetto strutturale: Ing. Alessandro Ratti Progetto paesaggistico: Arch. Paes. Gianna Galgani Geologo: Dott. Marianna Genovesi Imprese: Donati piscine s.r.l., Lucarelli piante s.r.l. Fotografia: Fabio Semeraro
Prato è composta da numerose frazioni le quali, però, si configurano come veri e propri paesi, nati e sviluppati negli anni, a volte nei secoli, attorno alle proprie chiese (e circoli). Proprio nel paese di Vergaio, nella periferia ovest di Prato, tra le villette unifamiliari a “terra-tetto” prende vita questo progetto di riqualificazione totale. Non solo un progetto di interior ma di architettura a 360°, passando anche dall’esperienza del Superbonus. Un cantiere ricco e complesso, tre piani di costruzione che sono stati stravolti dal tetto alla cantina con interventi che hanno portato ad un organismo edilizio completamente rinnovato dal punto di vista architettonico, impiantistico ed energetico. L’idea è stata quella di scardinare la rigida impostazione planimetrica tipica di questa tipologia edilizia degli anni ’60, a favore di una maggiore fluidità e fruibilità degli ambienti. Anche gli esterni sono stati oggetto di una revisione radicale che ha portato alla ridefinizione degli accessi sia sul fronte principale che su quello tergale. Anche le porzioni verdi sono state ridisegnate e valorizzate con un’illuminazione che ne va ad esaltare i bordi ed il verde. I tre prospetti sono stati oggetto di posa di cappotto termico che ha determinato una nuova spazialità verticale sulla quale siamo intervenuti con un nuovo disegno delle facciate. Il gioco di riquadri scuri è un tributo al nostro Duomo con le stonalizzazioni dell’alberese che ne caratterizzano le facciate.
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