Il progetto, nel centro storico di Firenze, mira a trasformare una cappella rinascimentale quattrocentesca in uno showroom sperimentale per un’azienda di cucine – Officine Gullo. L’edificio, parte del complesso della chiesa di Ognissanti, ricca di dipinti di famosi maestri come Giotto, Ghirlandaio e Botticelli, nei secoli ha ricoperto le più disparate funzioni, da cappella funeraria, a cinema, da ristorante a night club. Il progetto vuole riportare questo spazio alla semplicità e purezza originali, senza rimuovere le alterazioni del passato. Con pochi interventi e modifiche specifiche ai materiali e al layout della circolazione, il progetto separa ciò che è vecchio da ciò che è nuovo, sottolineando la diversa storia dei singoli elementi. Il volume triangolare al centro, aggiunto negli anni ’80, viene liberato dai rivestimenti e mostra la sua struttura, dichiarando la propria diversità dalle parti originali della cappella e offrendo l’opportunità di creare uno spazio polifunzionale, trasformabile ed estremamente flessibile. Le scale vengono invece riportate nell’intercapedine tra la cappella e la chiesa di Ognissanti, originariamente staccate tra loro. Il concetto di showroom viene quindi reinterpretato, esponendo un’unica cucina attiva al centro dello spazio. La visita diventa un’esperienza museale, dove il visitatore prima ancora di conoscere i prodotti, viene a contatto con la storia della cucina italiana attraverso oggetti antichi esposti e video multimediali.

Tessuti e forme d’arredo si integrano in un unico Showroom: uno spazio espositivo in cui muoversi fra arte, architettura e tessuti. All’interno di un deposito di marmi si incontrano due tipologie di artigianato: da una parte la candida durezza del marmo di Carrara, dall’altra la morbidezza colorata dei tessuti che convivono in un equilibrio cromatico e tattile. Un contenitore di artigianalità che si affianca al cuore pulsante dell’azienda, il laboratorio tessile, dove avviene la produzione e lavorazione delle stoffe, dove prendono forma complementi di arredo destinati ad arricchire interni ed esterni di abitazioni, alberghi, funzioni commerciali e in ultimo ma non per importanza, i mega-yacht. Proprio in questo campo l’interior design made in Italy ha conquistato la progettazione nautica fino a cambiarne i codici estetici, sempre meno legati al mondo marino e più contemporanei. Un elogio quindi a questa azienda manifatturiera del Made in Italy e alla sua produzione caratterizzata da una continua ricerca e innovazione nel campo tessile. A rendere ancora più suggestivo l’intervento è la sua location: l’intero showroom e il laboratorio si sviluppano all’interno di un piazzale destinato ad ospitare blocchi e lastre di marmo, elementi rappresentativi della città di Carrara. La sensazione è dunque quella di un connubio e di una sinergia unica, dove la materia, la scultura e l’arte si fondono in un continuum indivisibile con la produzione artigianale e il custom made dell’azienda.

L’edificio, a pianta rettangolare, è costituito da tre ambienti contigui e comunicanti: uno destinato alla cucina-cambusa; un secondo con carattere polifunzionale e l’ultimo occupato dai servizi. Esteticamente, il fabbricato si presenta come un poliedro a base rettangolare la cui sezione trasversale riproduce l’immagine elementare della casa con tetto a due falde. Per sottolineare questa forma primigenia i due lati minori sono stati rivestiti con una lamina brunita di rame, la stessa che ricopre il tetto a capanna. La scelta è stata dettata anche dalla necessità di proteggere efficacemente le murature, recuperando la pratica presente nel nostro Appennino di coprire con lamiere le facciate più esposte alle intemperie. Le due pareti lunghe, protette dalla sporgenza delle gronde, sono foderate con tavole di legno di abete al naturale; identica essenza per i portelloni delle aperture. La scelta di nascondere le componenti tecnologiche e dunque di concepire i canali di raccolta delle acque meteoriche come due fessure in prossimità delle gronde e di incassare i canali discendenti all’interno delle murature è stata dettata dalla volontà di far risaltare la pulizia formale del volume. La tecnica costruttiva adottata è la muratura portante. Questo nuovo edificio, pur rifacendosi a criteri tipologici e costruttivi propri della nostra Montagna, intende rifuggire facili e falsi esiti mimetici nella ricerca di un appropriato rapporto con il contesto ambientale.

Il progetto riguarda un antico casale del 1887, nelle vicinanze del Comune di Lucca ed un più recente annesso rustico destinato a tirasotto, il tutto immerso in un paesaggio collinare ed ambienti boschivi. L’intervento di restauro valorizza gli elementi strutturali tipici dell’architettura locale, l’utilizzo del mattone faccia a vista, della pietra di Matraia e del legno di castagno, rivisitando i materiali in chiave contemporanea. All’interno si è provveduto ad applicare manualmente intonaci a base di calce naturale evidenziando la struttura irregolare delle pareti dovuta dall’utilizzo di materiali come il sasso e la pietra. Il recupero delle travi e delle tavelle tramite sabbiatura è un richiamo alla tradizionale architettura interna toscana attualizzata mediante la sbiancatura dei soffitti. L’esterno dell’immobile è stato conservato inalterato mantenendone la storicità senza intaccarne il fascino optando per degli infissi esterni in acciaio dal profilo contenuto. Nel giardino l’ampia piscina s’inserisce nel paesaggio circostante, dove il disegno delle pavimentazioni rispetta la vegetazione secolare lasciandone inalterata la posizione. Il volume del tirasotto è stato totalmente ristrutturato internamente, optando per materiali e colori contemporanei, dove il pavimento in calcestruzzo ed il blocco nero a sevizi contribuiscono a dare nuova identità.

Casa Guidi

Situata a ridosso del centro storico di Firenze, “Casa Guidi” nasce dall’idea di creare un luogo elegante ed accogliente dove l’ospite si senta a casa. “Casa Guidi” è stata progettata per ospitare gli uffici direzionali e commerciali della Ditta Guido Guidi Ricevimenti e si sviluppa come una vera e propria casa che trova il suo cuore nella grande corte. Dell’ex officina, dismessa da vent’anni, il progetto ha mantenuto alcuni elementi come: la copertura a shed che è stata mantenuta nella forma ma completamente sostituita in tutti i suoi elementi, il soffitto a voltine in mattoni faccia vista che è stato restaurato, la grande vetrata centinata nella sala da pranzo che è stata mantenuta concettualmente ma sostituita con una di nuova realizzazione a causa delle condizioni di conservazione e la pavimentazione in blocchi di pietra che è stata riutilizzata, all’esterno, nella loggia d’ingresso. La quasi totalità delle pareti di nuova realizzazione, per dividere i diversi ambienti, è costituita da grandi vetrate in ferro color grigio antracite e vetro, i quali dettagli tecnologici rimandano ad uno stile prettamente industriale. Lo stile industriale si unisce ad un classicismo moderno per dar vita a contrasti stilistici che armonizzano lo spazio, creando un connubio tra gli elementi dell’architettura storica che caratterizzano l’immobile e gli elementi che concettualmente rappresentano i cardini stilistici sul quale si fonda e si rappresenta la Guido Guidi Ricevimenti.

L’intervento proposto consiste essenzialmente nell’eliminazione delle barriere architettoniche per connettere la parte commerciale con quella storica di Castelfiorentino. La localizzazione proposta è quella di Piazza Gramsci, precisamente l’area che fronteggia il muro a vela di fianco allo storico Teatro del Popolo e la soprastante Piazze a del Grande Leccio: l’intervento coinvolgerà anche i Giardini Ex arena all’aperto e Piazza delle Stanze Operaie, attualmente parcheggio pubblico. Il tema che affronta il progetto è quello dell’accessibilità agli spazi pubblici della parte alta di Castelfiorentino caratterizzati, come la maggior parte dei centri storici italiani, da un’altimetria variamente articolata ove sono presenti importanti servizi pubblici non facilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto. La proposta progettuale tende, pertanto, a creare un collegamento meccanizzato che, nel percorso più breve possibile, riesca a dare accessibilità al più ampio numero di spazi pubblici. Il collegamento proposto attraverso la realizzazione di due ascensori consente pertanto: – un rapido collegamento tra il grande parcheggio pubblico di piazza Gramsci, facilmente accessibile dal territorio, ed i servizi presenti nel centro storico – una facile connettività tra i residenti del centro storico e la più ampia zona commerciale della parte bassa di Castelfiorentino – l’accesso anche da parte di persone diversamente abili alle diverse aree fra di sé interconnesse.

L’immobile oggetto di intervento è un grande appartamento ubicato all’ultimo piano di un condominio degli anni ’70, al limitare del centro storico di San Casciano verso la bella campagna del Chianti Fiorentino, in una zona con caratteristiche paesaggistiche di pregio. Un approfondito studio di fattibilità, fatto a monte della compravendita, si è focalizzato sulla possibilità di ristrutturare l’unità immobiliare nella distribuzione interna, nel design e nelle finiture. Dopo diverse soluzioni progettuali, è stata trovata una versione che riuscisse a fondere lo stile desiderato con le funzionalità richieste, rimanendo nel budget. Il progetto si è così concretizzato unendo le necessità del Committente, intendendo sia le richieste funzionali che economiche, la struttura dell’immobile, che dava poco margine di intervento, alle scelte progettuali intraprese. Si è così costituito un susseguirsi di ambienti luminosi dal design pulito e lineare, zona living, cucina e pranzo collegate da ampie aperture, una zona notte divisa da quella giorno ma unita a questa dal pavimento in listoni di legno e da una pallette di colori che fa da trait d’union in tutto il percorso visivo.

Futuro Anteriore

L’idea progettuale lavora sul tema “della scatola nella scatola” per riqualificare lo spazio operativo degli uffici della sede della Confcommercio di Pistoia. L’edificio è un parallelepipedo a base quadrata (36×36 metri) costruito nel 1970 con una tipologia prossima all’edilizia industriale più che a quella ad uffici. Gli elementi strutturali verticali posti secondo una maglia quadrata ad interasse costante di 6 metri, ripartiscono e vincolano lo spazio. Le scelte progettuali sono state orientate ad articolare gli ambienti interni così da creare flussi, spazialità e dinamiche rispondenti alle necessità degli spazi di lavoro sia “aperti” che “confinati”. Il progetto ha come fulcro la zona centrale, nella quale lo stare e l’attraversare, la relazione e l’incontro sono azioni che lo spazio sottolinea caratterizzandosi rispetto all’intorno per materiale, altezza e illuminazione. Il concept è stato sviluppato partendo da quattro parole chiave; sostenibilità, accessibilità, flessibilità ed informatizzazione, che sono state declinate nelle loro diverse accezioni all’interno del programma edilizio. Dal punto di vista funzionale il progetto si organizza con una pianta a “ferro di cavallo” che si sviluppa sul perimetro dell’edificio per quanto riguarda gli uffici “operativi” e racchiude al suo interno un “cuore”, uno spazio posto in relazione visiva con gli uffici convenzionali che è l’area di rappresentanza per la nuova sede della Confcommercio. Lo spazio del “Futuro Anteriore”.

Lo studio è collocato nel centro di Vicarello, un piccolo centro abitato nella provincia di Livorno e l’immobile si affaccia sulla piazza principale del paese. L’edificio originario degli anni Quaranta, dismesso da oltre vent’anni, è stato demolito per dare spazio ad una nuova architettura che rappresentasse e rispondesse al meglio alle esigenze, pur nel rispetto dei limiti imposti dall’edificio originario. L’idea progettuale si basa sulla combinazione tra la semplicità delle linee architettoniche e l’eleganza dei materiali. Il risultato è un edificio decorato da un gioco di vuoti e pieni, esaltato dal contrasto tra il bianco dell’intonaco e la matericità del legno. La forza che distingue questo progetto è la cura del dettaglio, un’attenzione che inizia dal volume architettonico fino allo studio dei minimi particolari. Un progetto che connubia la tradizione artigianale e l’innovazione tecnologica.

Progettare è anche ricostruire il discorso tramite un frammento di un luogo, metafore, nel tentativo di dare forma nuovamente ai fatti dell’uomo. Racconta Carmelo Bene parafrasando un testo di Boris Pasternak che “Il poeta vede al tempo stesso e da un punto solo ciò che è visibile a due isolatamente”. Anche qui, ne “La Libecciata”, il guardare è un atto fondativo dell’architettura, e consente di scorgere da uno stesso punto due lati del paesaggio: la terra e il mare ma anche la città, già storica mediazione questi due elementi naturali, che soprattutto nel Tirreno, principio delle cose, costruisce la sua storia passata oltre che quella attuale. Muri, basamenti, finestre, si aprono e si spezzano nei tracciati urbani di una città in qualche modo porosa, una pietra pomice trovata sul lungo mare del litorale toscano e scavata lungo infinite cavità dall’acqua e il suo sale, come gli stretti vicoli della città marinara. Luce e oscurità ne riempiono l’aria salmastra, la saturano di cristalli in sospensione, microscopici frammenti di luce che macchiano quasi pittoricamente il reale, lo sbiadiscono e si depositano sugli oggetti smussandone le asperità e gli spigoli, erodendone la materia, un po’ come guardando da dietro un vetro incrostato dal salmastro un mondo nuovo, lo stesso mondo che differente si staglia sulle tele del Fattori che da queste vie è passato.

Il progetto si concentra in un importante revisione degli interni con l’intento di qualificare e restituire all’abitazione spazi aperti per l’utilizzo conviviale e luoghi privati per esigenze familiari. Dove necessario si rimuove elementi murari incongrui enfatizzando ambienti unici distinti dalle fasce di servizio integrate nella progettazione con rivestimenti e dettagli su misura. Si privilegiano atmosfere differenti nella luminosità e nei colori ma legate da ricordi di finiture e disegno. L’accoglienza della casa avviene in un nucleo centrale costituito dalla sala giorno, luogo unico longitudinale composto da una successione eterogenea di fondali: libreria, studio, diaframma di disimpegno, armadiatura integrata, seduta in pietra e focolare, cassettiera, guardaroba. L’ingresso trasposto in asse si pone come inizio e fine di un concetto di arredo che si prospetta continuum vario nei diversi utilizzi ma uniforme-omogeneizzante nella sua composizione. Il legno di rovere della pavimentazione, che assorbe le ombre sfumandone i bordi, si ritrova nelle superfici degli arredi laccati di bianco o laminati di azzurro nebbia. L’innesto della scala è definito da tre gradini rivestiti in pietra serena spazzolata che continua come grande mensola di appoggio del camino. Il luogo del fuoco descrive un’atmosfera calda e colloquiale grazie ai rapporti tra seduta, illuminazione e poltrone.

Il nuovo quartier generale della Forti spa, situato tra Pisa e Livorno, ospita gli uffici e il centro direzionale del gruppo aziendale. Il centro rappresenta un chiaro esempio di architettura sostenibile. Le performance energetiche dell’edificio sono diretta conseguenza di una progettazione attenta agli aspetti bioclimatici; lo studio delle superfici opache e trasparenti è studiato in base al loro specifico orientamento. A piano terra, una grande hall accoglie i visitatori e si apre in una grande facciata ventilata. La facciata sud-est è invece caratterizzata da grandi vetrate continue schermate da frangisole lineari. Queste scelte si riflettono all’interno in ambienti di lavoro con vista aperta sul verde. Il verde è presente anche all’interno dell’edificio con giardini pensili e terrazze rivestite in materiali naturali, contribuendo alla regolazione del microclima. La facciata sud è stata interamente rivestita con pannelli fotovoltaici. Grazie allo sviluppo di apposite soluzioni architettoniche, l’involucro diventa il primo impianto tecnologico dell’edificio. Insieme all’involucro è stato sviluppato un apparato impiantistico all’avanguardia, che impiega impianti di illuminazione LED, un sistema geotermico per la climatizzazione degli spazi interni e recuperatori di calore. Il mix di fonti rinnovabili e fanno di questo complesso un punto di riferimento per l’edilizia sostenibile di tutta la Regione Toscana, che ha ottenuto la certificazione di sostenibilità LEED Gold.

Premio Architettura Toscana

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